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 2012  agosto 15 Mercoledì calendario

AZIONI FACEBOOK, LIBERI TUTTI ECCO I VENTI UOMINI D’ORO

MILANO — Venderanno o non venderanno? Domani scade il primo lock up che «libera» gli investitori degli inizi di Facebook. E questa è la domanda che tutti si chiedono dopo il disastroso debutto sul Nasdaq, funestato da problemi tecnici, e uno scivolone infinito del titolo nei primi tre mesi di negoziazioni. Dal 18 maggio, giorno del collocamento in Borsa a 38 dollari per azione, Facebook ha perso oltre il 46% del suo valore. E ieri la prospettiva di 1,9 miliardi di azioni, quattro volte il numero di titoli collocati con l’Ipo, che potrebbero riversarsi sul mercato nei prossimi 9 mesi, ha fatto crollare Facebook del 5,7% a 20,35 dollari a fine seduta.
Domani si apre la prima «finestra» per 271 milioni titoli. Ma la data cruciale è il 14 novembre, quando scadrà il lock-up per ben 1,2 miliardi di azioni, tra cui una parte del pacchetto in mano a Mark Zuckerberg. L’imprenditore ventottenne, che ha fondato Facebook nel 2004 in un dormitorio dell’Università di Harvard e l’ha poi trapiantata a Menlo Park, nella Silicon Valley, avrà la facoltà di vendere azioni in tre round nell’arco dei prossimi nove mesi.
Il «vincolo» scade per alcuni big come Goldman Sachs e Microsoft. Secondo la documentazione dell’Ipo, la banca d’affari detiene 41,6 milioni di azioni, comprate all’inizio del 2011 a un prezzo che aveva valorizzato Facebook 50 miliardi. L’acquisizione di Microsoft, che possiede 26,2 milioni di azioni, risale invece al 2007, quando pagò 240 milioni valorizzando l’intero social network 15 miliardi. Ma è poco probabile che il gruppo fondato da Bill Gates ceda una partecipazione che considera strategica, e un’arma anti Google, più che un investimento finanziario.
Il via libera scatta per i primi venture capitalist che hanno scommesso sull’avventura di Facebook, come Accel Partners, socio con 135,7 milioni di azioni, comprate quando l’intero social network valeva appena 98 milioni, e che oggi valgono quasi 2,8 miliardi, nonostante il crollo in Borsa. O per Tiger Global management, che ha 34 milioni di titoli complessivi. Semaforo verde anche per l’imprenditore Yuri Milner, che attraverso il portale russo Mail.ru controlla quasi la metà delle azioni che potranno essere vendute da domani. E per Elevation Partners, il fondo legato a Bono degli U2, che possiede 35,5 milioni di azioni.
Infine c’è un gruppetto di imprenditori amici di Zuckerberg come Markus Pincus, fondatore della società di giochi online Zynga e partner del social network; Sean Parker, fondatore di Napster; e Reid Hoffmanm, ex presidente di Facebook e fondatore di LinkedIn. Ma è poco plausibile che, avendo già ammassato considerevoli patrimoni personali, questi decidano di cedere i titoli a questi prezzi.