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 2012  agosto 15 Mercoledì calendario

GREY ECONOMY

BERLINO Via gli esuberi, largo ai prepensionamenti, così taglieremo i costi e torneremo grandi.
Déjà vu, musica già sentita, mantra che a volte sembra aver gettato investitori e manager europei e non solo in una dipendenza tossica. E invece no, non è vero.
Non lo dicono associazioni dei pensionati, né organizzazioni benefiche. Lo pensa, e così agisce, le patronat allemand, insomma gli imprenditori dell’economia più grossa, globale e competitiva d’Europa, quella tedesca. No, signori, dietrofront: i dipendenti anziani servono troppo, sono indispensabili. Vanno tenuti in azienda, o riassunti se sono stati prepensionati. Perché la loro esperienza, la loro qualifica, il loro know-how nel produrre ma anche nel creare un buon clima sul lavoro e nell’indovinare i gusti del pubblico sono indispensabili.
Vanno tenuti in azienda, o riassunti se sono stati prepensionati. Perché la loro esperienza, la loro qualifica, il loro know-how nel produrre ma anche nel creare un buon clima sul lavoro e nell’indovinare i gusti del pubblico sono indispensabili. E se lo dicono gli imprenditori tedeschi, che quanto a competitività stracciano americani e giapponesi in quasi ogni comparto, avranno le loro ragioni e la loro convenienza.
La storia non è inventata, è stata scoperta
dagli
investigative reporters
della
Bild,
il quotidiano più letto d’Europa. Bosch e Volkswagen, Bmw e la parte tedesca di Airbus industrie, il gigante della distribuzione Otto, la blasonata Daimler cioè Mercedes, e ancora il colosso farmaceutico-chimico Bayer e la Abb di elettronica e multicomparto, o Fraport, la società che gestisce l’aeroporto di Francoforte realizzando grossi utili alla Borsa pochi chilometri dalle piste e dai terminal, hanno scelto questa via.
«La grande, multiforme esperienza e preparazione dei nostri dipendenti più anziani è un atout che stimiamo moltissimo », dice Nicole Adami, del gruppo Otto. Il colosso delle vendite postali e online ha addirittura creato una società controllata per gestire il rientro delle “pantere grigie” pensionate o prepensionate negli anni scorsi. Servono, magari non a tempo pieno ma come consulenti con un ruolo centrale: le pantere grigie tedesche sono diventate un’arma segreta della più forte industria esportatrice al mondo dopo quella cinese. «Per noi è necessario anche fare i conti con le svolte demografiche», spiega ancora Frau Adami: una società con più anziani e meno figli in media per famiglie produce anche meno lavoratori qualificati,
a ogni livello. Alcuni dei riassunti sono avanti negli anni, ma energici più che mai, pieni di voglia di fare qualcosa per gli altri. Come Jochen Michalczyk, 69 anni, ripreso da Otto e usato come esperto per i problemi-chiave sul mercato.
Alla Bosch, simbolo di eccellenza mondiale nell’elettronica per l’auto e non solo, si sono affrettati a spulciare negli archivi degli ex dipendenti. Risultato: una lista dei millecinquecento migliori ex, subito contattati e subito dichiaratisi pronti a lavorare. Il lavoro di seicento di loro per l’azienda, l’anno scorso, sommato, conta per 55mila giorni attivi. «Sono molto meglio di esperti esterni, capiscono velocissimi i problemi e trovano le soluzioni migliori », dice un portavoce aziendale. Uno di loro è Fritz Baumann, 66 anni. «Andai in pensione nel 2006, poco dopo fui richiamato come consigliere per un progetto- chiave in Russia», racconta. «Non conta la paga, ma la soddisfazione di comunicare la mia esperienza ai neoassunti, e in generale ai colleghi più giovani ».
Stessa sinfonia alla Volkswagen, il colosso dell’auto maestro di cogestione, che già è in corsia di sorpasso per strappare a Gm e Toyota la medaglia d’oro di primo produttore mondiale d’auto. L’esperimento di 13 riassunzioni di pensionati a Hannover è andato a gonfie vele, «quei colleghi», affermano in azienda, «sono un tesoro di esperienza, e portano un clima di passione per il lavoro». O a Continental, il gruppo tedesco dei pneumatici di qualità, dove 64enni come Herbert Luehmann sono tornati a fare i capireparto part time, tre giorni alla settimana, nel settore ricerca. Non è filantropia, è che gli over sixty sono indispensabili per i
global playersdel
made in Germany, nello scontro della mondializzazione con i giganti di altri paesi. Le ricadute sociali della svolta non sono però meno grandi o meno positive, solo perché la svolta viene, spinta dalla caccia al profitto.