Marzio Bartoloni, il Sole 24 Ore 15/8/2012, 15 agosto 2012
Dal gessato al saio, ex banchieri ad Assisi – Qui 600 anni fa sono nate le prime banche, i monti di pietà, che davano credito a chi voleva lavorare e altrimenti rischiava di finire nelle mani dell’usura
Dal gessato al saio, ex banchieri ad Assisi – Qui 600 anni fa sono nate le prime banche, i monti di pietà, che davano credito a chi voleva lavorare e altrimenti rischiava di finire nelle mani dell’usura. Qui frate Luca Pacioli inventava i primi bilanci trasparenti con l’introduzione della contabilità in partita doppia. Qui San Francesco parlava della voglia e della capacita di lavorare come di una "grazia di Dio": «Io lavoro con le mie mani e voglio lavorare, voglio che tutti lavorino», diceva. E qui la finanza dei derivati e i bollettini delle agenzie di rating non potrebbe essere più lontani: siamo ad Assisi dove sembra che non si sia mai smesso di parlare di "economia", di sviluppo a misura d’uomo e di speranza. E dove anche quest’anno, come già in passato, un gruppo di frati francescani, che prima di indossare il saio lavoravano nella finanza e nelle banche, ha deciso di invitare i propri ex colleghi e chiunque abbia voglia di partecipare per confrontarsi sulla "crisi del mercato". Questo il tema scelto quest’anno che riunirà oltre un centinaio di persone dal 1 al 4 novembre prossimi nella casa di accoglienza «Domus pacis» non lontana dal sacro Convento che dall’alto guarda Assisi. Le giornate prevedono – come si legge nel programma appena messo a punto – «condivisione fraterna, dialogo e scambio tra colleghi per aree di lavoro, possibilità di visita ai luoghi francescani e incontro con alcuni testimoni della fede». Insomma non discorsi sui massimi sistemi o ricette francescane contro il capitalismo, ma «un’esperienza di fede e di vita», avverte ancora il programma che viene firmato appunto da un gruppo di «frati e suore francescane di Assisi che prima di entrare in convento lavoravano nel settore bancario e finanziario» . Come fra Dario Garioni che è rimasto in Merrill Lynch fino al 1996 e poi ha deciso di indossare il saio: «Non è stato un rifiuto di quell’ambiente, la mia è stata una decisione presa con la massima serenità», assicura. Fra Dario è tra gli organizzatori e spiega come il tema di quest’anno si ispiri a un libro di a Luigino Bruni, docente di economia all’Università Milano Bicocca: «Il libro parla della grande illusione che il mercato ci potesse regalare una buona convivenza senza l’incontro rischioso con l’altro e senza entrare in relazione con lui». «Ecco noi – aggiunge il frate – siamo convinti che questa conflittualità può essere trasformata in una spinta positiva». Ma attenzione nessuno farà delle prediche: «Vogliamo solo riflettere su tematiche economiche, ma alla luce della fede e in un clima di preghiera», chiarisce fra Dario. Che anche ad Assisi questa crisi economica sia presa davvero sul serio lo dimostra anche un incontro di alcuni mesi fa che ha visto la partecipazione del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. «Incontro che – assicura padre Enzo Fortunato che guida la sala stampa del sacro Convento di Assisi – ripeteremo anche il prossimo anno». L’obiettivo dei frati è quello di dare un «contributo francescano» al dibattito sulle possibili vie d’uscita da questa crisi che soffoca famiglie, lavoratori e imprenditori. Un appello a tutti gli uomini di buona volontà culminato nell’idea di dare vita a un «osservatorio economico», una sorta di agenzia di rating francescana che lanci i suoi allarmi, ma non sulla solidità finanziaria di banche e Paesi, bensì sulle derive del mercato.