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 2012  agosto 15 Mercoledì calendario

Prezzi dell’argento pronti al recupero in attesa della Fed– Il prezzo dell’argento – dopo aver frantumato record su record sfiorando nell’aprile del 2011 quota 50 dollari l’oncia per poi accusare improvvisi scivoloni – non riesce a recuperare terreno e a stabilizzarsi sopra la soglia dei 28 dollari

Prezzi dell’argento pronti al recupero in attesa della Fed– Il prezzo dell’argento – dopo aver frantumato record su record sfiorando nell’aprile del 2011 quota 50 dollari l’oncia per poi accusare improvvisi scivoloni – non riesce a recuperare terreno e a stabilizzarsi sopra la soglia dei 28 dollari. Eppure le prospettive sembrano favorevoli per una ripresa della corsa delle quotazioni. In un momento in cui la fiducia degli hedge fund per un rialzo dei prezzi sta scemando, la domanda da investimento risulta comunque elevata, e molti analisti prevedono un rally sulla scia di probabili ulteriori manovre per stimolare l’economia da parte delle banche centrali. Insomma, un nuovo quantitative easing potrebbe pompare nuovamente liquidità nel settore, che però deve fare i conti con consumi deboli e con un eccesso di offerta. Comunque, procedendo per gradi, un sondaggio condotto da Bloomberg tra 13 analisti indica che il prezzo medio del metallo prezioso nel quarto trimestre potrebbe attestarsi a 33,02 dollari l’oncia, il 18% in più rispetto agli attuali livelli. Investitori e analisti si attendono infatti un nuovo quantitative easing. Due manovre simili attuate dalla Federal Reserve tra il dicembre 2008 e il giungo 2011 fecero infatti triplicare le quotazioni del metallo. A frenare eventuali rincari potrebbero però contribuire i consumi soprattutto dal settore industriale, che coprono circa il 53% della domanda complessiva. «Questo è l’elemento più negativo del comparto – ricorda Frederique Dubrion, analista alla Blue star advisor a Ginevra –. Però l’argento dall’inizio dell’anno è quello che ha registrato gli sbalzi più ampi tra metalli preziosi e non ferrosi. Quindi un nuovo quantitative easing potrebbe avere effetti decisamente positivi sui suoi prezzi». Questi hanno perso il 29% tra inizio marzo e fine giugno, mentre l’indice Lmex sui sei maggiori metalli non ferrosi industriali (dall’alluminio allo zinco) è sceso del 5,5% e l’oro è risalito di oltre il 3 per cento. Da notare inoltre che i corsi dell’argento mostrano una elevatissima volatilità e questo sta mascherando in qualche modo il reale andamento dei prezzi, che nonostante siano molto lontani (oltre il 40%) dai record dell’aprile 2011 risultano storicamente ancora molto elevati: basti pensare che ora il prezzo medio da gennaio è di 30,37 dollari e che il colosso bancario svizzero Ubs per l’intero 2012 parla di una media di 31,60 dollari. Questi prezzi risultano inferiori alla media registrata lo scorso anno (circa 35,27 dollari), ma restano decisamente superiori alla media degli ultimi 20 anni pari a 9,97 dollari. Ora, se i consumi dovessero realmente ripartire i prezzi potrebbero schizzare nuovamente verso l’anno. E l’Fmi prevede che l’economia globale cresca del 3,9% durante il prossimo anno. Però l’offerta resta ampia e Rbs stima il quinto surplus di fila (oltre 4mila tonnellate) a causa degli aumenti attesi nella produzione mineraria, che quest’anno dovrebbe toccare il record di quasi 26mila tonnellate