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 2012  agosto 15 Mercoledì calendario

Groupon tracolla dopo i conti L’utile di 28 milioni non basta a Wall Street: il titolo perde il 27% UN SETTORE IN CRISI La debacle getta un’ombra sul comparto delle nuove società di internet sbarcate a New York e tutte in difficoltà LOS ANGELES È precipitato ieri del 27% a Wall Street in Borsa il titolo di Groupon, arrivando al minimo "storico" di 5,46 dollari dopo la pubblicazione di bilanci sotto le attese e tiepide previsioni di crescita

Groupon tracolla dopo i conti L’utile di 28 milioni non basta a Wall Street: il titolo perde il 27% UN SETTORE IN CRISI La debacle getta un’ombra sul comparto delle nuove società di internet sbarcate a New York e tutte in difficoltà LOS ANGELES È precipitato ieri del 27% a Wall Street in Borsa il titolo di Groupon, arrivando al minimo "storico" di 5,46 dollari dopo la pubblicazione di bilanci sotto le attese e tiepide previsioni di crescita. Per una delle grandi promesse dei social media si tratta di un triste record, un crollo delle quotazioni del 72% nel giro di nove mesi. Groupon aveva debuttato in Borsa con gran fanfara al prezzo di 20 dollari per azione il 4 novembre 2011. La debacle di Groupon, una società che offre coupon online a gruppi di consumatori, sta alimentando l’ansia sul futuro dell’ultima infornata di società di social media entrate in Borsa nel corso dell’ultimo anno. Tutte, con l’eccezione di LinkedIn, hanno perso gran parte del loro valore di mercato dal giorno del loro Initial Public Offering: Angie’s List, la societò di recensioni online entrata sul listino americano in novembre, ha perso il 14,5%; Pandora Radio, un servizio radio trasmesso via Internet, ha visto scomparire il 42 per cento della sua capitalizzazione in poco più di un anno; Zynga, società di giochi online, ha mandato in fumo il 71% del suo valore di mercato nel giro di otto mesi. Non si salva nemmeno la blasonata Facebook, la regina dei social network con quasi un miliardo di utenti in tutto il mondo, le cui quotazioni viaggiano oggi del 45% al di sotto del prezzo di emissione di 38 dollari. Groupon ha visto salire del 45% a 568 milioni di dollari il fatturato del secondo trimestre, con un utile di 28,4 milioni in contrasto a una perdita di 108 milioni l’anno precedente. Ma questi numeri nascondono trend preoccupanti: l’aumento del fatturato è stato trainato dalle vendite di mercanzia, dai gioielli ai piccoli elettrodomestici, un settore a bassi margini in cui Groupon è entrato soltanto di recente; le vendite di coupon invece sono scese del 7 per cento, ed è sceso anche l’ammontare medio speso da ciascun cliente. La colpa, ha spiegato Groupon, è della crisi europea e del calo della spesa soprattutto per offerte speciali sui prodotti più cari. Ma secondo molti analisti il problema di Groupon è di tipo strutturale e non ciclico: il settore dei coupon online potrebbe ormai essere maturo, una notizia demoralizzante per un’azienda fondata meno di quattro anni fa. Quest’ultima considerazione sottolinea i rischi che devono affrontare le numerose società Internet i cui servizi possono essere imitati rapidamente e a basso costo dalla concorrenza. Wall Street intanto si sta apparentemente pentendo di avere regalato valutazioni esagerate a un gruppo di aziende con dubbie capacità di crescita e in alcuni casi un management inadeguato. Ieri infatti per Groupon sono iniziati a volare i paragoni con Pets.com, la più conosciuta vittima dello scoppio della bolla dotcom del 2000. Entrata in Borsa tra l’entusiasmo generale all’inizio del 2000, Pets.com dichiarò il fallimento dopo solo 268 giorni dal suo debutto al Nasdaq. Chiaramente è troppo presto per prevedere un destino analogo per Groupon, ma non è presto per sospettare che la scelta di quotarsi in Borsa non sia stata felice date le alternative. Basti pensare che Google – il colosso di Mountain View – aveva messo sul tavolo ben 6 miliardi di dollari per rilevare l’azienda di Chicago appena un anno fa. Oggi Groupon ne vale poco più di tre.