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 2012  agosto 15 Mercoledì calendario

“I TAGLI SIANO SOCIALMENTE SOSTENIBILI”

Il Presidente della Repubblica «raccomanda» al governo che, pur dovendo tener sotto controllo la spesa pubblica, «si effettuino scelte equilibrate» e «socialmente sostenibili»,nonché «coerenti con la necessaria priorità degli investimenti per l’innovazione, la ricerca e la formazione». Parole di particolare impatto, nei giorni dell’Ilva. Ma parole che Giorgio Napolitano avrà ripetuto decine di volte, pubblicamente e anche riservatamente, e in maniera particolarmente intensa in quel discorso a Vernazza, cittadina delle Cinque Terre alluvionate, in cui espresse con forte partecipazione, anche emotiva, i guasti causati dai tremontiani tagli lineari, che avevano appunto cancellato come con un tratto di penna i fondi pubblici, senza alcuna scelta qualitativa, e in quel caso si trattava di quelli necessari alla cura del territorio.

Ma il fatto è che quelle parole del Presidente sono state trasmesse al governo lo scorso 10 agosto, in una lettera inviata dal segretario generale del Quirinale Marra al sottosegretario a Palazzo Chigi Catricalà, e per conoscenza al ministro Patroni Griffi. Quella missiva è stata resa pubblica - prima ancora di trovar spazio sul sito del Quirinale - dall’agenzia AdnKronos solo ieri.

Dunque, due giorni dopo aver promulgato il decretolegge sulla spending review, commentato dallo stesso Napolitano in una nota nella quale tirava le orecchie al governo per l’eccessivo ricorso alla decretazione d’urgenza e all’apposizione di fiducia - la trentaquattresima -, ricordando però che lo stesso faceva anche il precedente esecutivo, e che Monti dispone in buona sostanza provvedimenti che sono urgenti per via della crisi, è dunque il segretario generale Marra a rivolgersi al suo «omologo» di Palazzo Chigi. E lo scopo è anzitutto segnalare, a nome del Capo dello Stato, un particolare: nel corso dell’iter parlamentare della spending review c’è stata una modifica non in linea con il dettato costituzionale, perché durante la discussione in Senato è stato accolto un emendamento che incrementa i minimi e i massimi di alcune sanzioni amministrative sul diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali. E questo non va, la Corte costituzionale («il giudice delle leggi») ha già rilevato in altri casi che le Camere possono sì modificare i decreti-legge attraverso gli emendamenti, ma non possono «alterare l’omogeneità di fondo della normativa urgente». Insomma, l’aumento delle multe per gli scioperi nei servizi pubblici è a rischio costituzionalità, e Marra trasmette a Catricalà l’indicazione di Napolitano: bene sarebbe che il governo adottasse, «alla prima occasione», gli «opportuni provvedimenti al fine di prevenire un’eventuale pronuncia di incostituzionalità». E ieri, a lettera ormai pubblica, Catricalà ha fatto sapere di aver dato «disposizioni all’ufficio legislativo di affrontare la questione nel primo provvedimento utile».

Ma la lettera, che poi anche il Quirinale ha reso pubblica non a caso corredandola con la nota presidenziale dell’8 agosto, contiene un altro punto che sta particolarmente e notoriamente a cuore a Giorgio Napolitano. Quello, appunto, del tagliar la spesa pubblica con criterio e guardando al futuro del Paese e dei giovani italiani: gli investimenti per l’innovazione, la ricerca e la formazione. Al governo, il Presidente, «nel prendere atto che in sede di conversione è stata soppressa per il 2012 la riduzione dei trasferimenti agli enti di ricerca», ricorda di non perdere di vista il 2013 e il 2014. Per quegli anni, le riduzioni sono state demandate ad altro decreto, ed è lì che vanno «valutate attentamente le finalità e la specifica condizione finanziaria di ciascun ente». E ieri Catricalà ha immediatamente fatto sapere che «il governo è pronto ad operare con scelte equilibrate e coerenti con gli investimenti necessari all’innovazione, alla ricerca e alla formazione».