Niccolò Zancan, La Stampa 15/8/2012, 15 agosto 2012
“MA NON SIAMO TUTTI FURBI SU UN PIENO DI 50 EURO CE NE RESTA UNO IN TASCA”
TORINO
Potenza delle cattive notizie. Alle 14,15 della vigilia di Ferragosto, un signore anziano a bordo di una vecchia Panda rossa si ferma al distributore dell’Eni, sotto l’ingresso della tangenziale Sud. Chiede 5 euro di verde, fa in tempo a maledire le vacanze che non può fare, paga, ringrazia e accende il motore. Ma subito scende inferocito. «Siete dei truffatori!», urla. «Cosa?», risponde un ragazzo con la tuta da lavoro. «Ho visto il telegiornale - dice l’altro -, l’asticella non si è mossa di un millimetro. Siete dei ladri!». «Calma, calma, calma!». Il gestore prova a spiegargli che con 5 euro non ci si può aspettare un’impennata del livello, e poi bisogna avere un po’ di pazienza. L’automobilista tergiversa, si placa, alza le braccia in segno di resa: «Ormai andare in giro in auto è roba da ricconi...». Su questo punto concordano e si salutano.
In effetti, sentite cosa racconta il gestore Michele Ciuffi, che ha assistito in diretta alla scena: «Quando sono arrivato qui, otto anni fa, la verde era a 0,90. Oggi la compro a 1,837 euro a litro e la rivendo a 1,881. Il mio guadagno oscilla intorno ai 3,7 millesimi di euro al litro, su cui devo pagare l’Iva. Ho chiuso il bilancio del 2011 con un - 7%. Oggi sono già a -31, con previsioni finali intorno al -50%. Il che mi costringerà a licenziare due dipendenti su tre. Ogni mattina, proprio qui davanti, sfila un traffico di biciclette. Vedo molte auto piene zeppe di persone. E, giuro, non c’è solo chi mi chiede di fargli 5 euro. Capita anche chi vuole 2,50 di gasolio e paga in monete. Insomma, la situazione è disperata. Ed è in questa situazione che qualcuno cerca di fare il furbo». Sta giustificando i gestori ladri di benzina? «Al contrario - dice Michele Ciuffi -, è una pessima cosa. Danneggia tutta la categoria. Ma bisogna fare delle distinzioni. Noi, della grande distribuzione, non abbiamo neanche la possibilità di intervenire sul venduto. Arrivano cisterne piombate, vengono fatti controlli periodici sui sigilli, calano l’asticella con la pasta rosa nei serbatoi per vedere se c’è dell’acqua nella benzina. Insomma: sanno quanto ricevo, quanto vendo e quanto c’è in vasca. Non si può scappare».
L’ultimo benzinaio sulla strada del mare, il 14 agosto, meriterebbe l’impegno dei migliori registi. C’è un traffico pieno di stanchezza e rancore. Sono gli ultimi a partire. E neppure tutti. Come Valter Giaretto: «Non faccio vacanze, lavoro nel commerciale da una vita - dice scendendo da una vecchia Subaru Justy verde smeraldo - quindi so come funziona». E cioè? «Cercano tutti, sempre, di fregarti. Questa è la regola. Spuntare un guadagno migliore». Ah, ecco. E quindi, lei come si difende? «Ogni volta che faccio il pieno, azzero il contachilometri. Percorro la stessa strada ogni settimana. Quindi so quanto devo consumare. E se c’è un’anomalia, significa che devo cambiare distributore».
La guerra sui prezzi è feroce. Non solo fra marchi rivali. Raccontano, per esempio, di quello che sta succedendo ai distributori Total. La compagnia ha chiesto ai gestori una compartecipazione per una campagna di sconti: 2 centesimi a carico del distributore, 2 centesimi a carico del gestore. Alcuni hanno aderito, altri no. «Sono in corso litigi furibondi racconta un dipendente -, quelli che non hanno accettato bloccano le pompe degli altri, alzano le mani. Brutte aggressioni a Carmagnola e Settimo Torinese. Diciamo la verità: facciamo veramente schifo in Italia». Ma qualcuno ha denunciato? «Ovvio che no!».
Ore cinque di pomeriggio. Chiudono gli ultimi uffici, sfilano utilitarie con bagagliai ultraleggeri. Facce pallide. Gente che va al mare giusto un giorno. «Fa incazzare!» dice una ragazza bionda e sgomma via. E si riferisce alla truffa. Gente al confine con la rassegnazione: «Non sono sorpreso, purtroppo». Il pensionato Lino Gianelli: «Non ho strumenti per difendermi e non ho fiducia. Ma qualcuno sicuramente prende un lauto stipendio per vigilare e dovrebbe tutelarci».
Qui, sulla strada, di lauto c’è poco. Stipendio di un impiegato in una pompa di benzina: 1180 euro con quattro sabati di straordinari al mese. Stipendio di un gestore di una pompa di un controviale cittadino con buon passaggio: 35 mila euro lordi all’anno. Prezzo più basso trovato in città, Repsol di corso Lepanto, benzina verde a 1,790 al litro: «Ci riusciamo perché non c’è il gestore - spiegano - ma soltanto un impiegato».
Dicono che presto la maggior parte delle pompe di benzina saranno automatizzate, come in Francia. Il futuro è senza umanità, bella o brutta che sia. «Su 50 euro di benzina pagati da voi, quasi 20 vanno ai petrolieri, più di 29 sono tasse. Noi lottiamo per mettere in tasca 1 euro. Ma è sempre sbagliato fare i furbi - dice il gestore Michele Ciuffi - e poi non ne vale neanche la pena».