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 2012  agosto 12 Domenica calendario

“PRIMA CERCAVANO LAVORO ORA SI ACCONTENTANO DEL CIBO”

Anche noi abbiamo sentore di un aumento dei piccoli furti nei supermercati a causa del bisogno. In particolare da parte di pensionati. Del resto, chi si presentava da noi chiedeva aiuto per trovare lavoro. Adesso ci sentiamo pure domandare “qualcosa da mettere sotto i denti”».

Dottor Dovis, come direttore della Caritas diocesana, lei è in grado più di tanti di segnalare quale soglia di torinesi ha raggiunto la povertà, anche quella invisibile.

«Nei primi sei mesi del 2012 abbiamo avuto un incremento del 70% di persone rivoltesi a noi. Una buona metà non le avevamo mai viste. In termini assoluti non so dire quanti siano i torinesi sotto la soglia definita di povertà, ma, considerando anche quelli che vi sono vicini, possiamo parlare del 20 per cento della popolazione».

I poveri non sono solo quelli che vanno a letto con la fame: canone dickensiano. Ci racconti un po’ una realtà che talvolta si preferisce ignorare.

«Alla Caritas incontriamo sempre di più uomini e donne di quel ceto medio decaduto e scivolato nell’area della vulnerabilità sociale: chi fatica a tirare avanti, ha consumato i risparmi e a cui l’assistenza comunale, con risorse ridotte, non ha nulla da dare. Stiamo parlando di famiglie che sono rimaste unite ma in cui hanno perso il lavoro due su tre componenti, c’è il mutuo da pagare e un’improvvisa spesa sanitaria basta per metterle in gravissima crisi. E poi ci sono le famiglie che si sono sfasciate e nelle stesse condizioni va peggio per loro, a maggior ragione se vi sono figli piccoli da mandare a scuola».

È colpa della politica dei forti tagli alla spesa sociale?

«Vi sono tante situazioni che con l’avanzare della crisi economica e il ridursi delle reti di protezioni sociale precipitano nella povertà. Il Comune di Torino ha fatto scelte di priorità concentrando le minori risorse a disposizione sui più poveri. Ma noi, per esempio, non abbiamo gli stessi soldi e non possiamo, d’altra parte, limitarci ad aiuti di relazione. Non so dire quanto valga questo dato ma credo che sia in ogni caso significativo: il Banco alimentare del Piemonte e della Valle d’Aosta assiste 45 mila famiglie nel territorio metropolitano torinese».