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 2012  agosto 17 Venerdì calendario

UN WATER DA 370 MILIONI DI DOLLARI PER AIUTARE I PAESI POVERI

NEW YORK — «Non potrei essere più felice del risultato» ha detto Bill Gates. Non si tratta di un nuovo tablet o di un rivoluzionario sistema operativo. Il «risultato» celebrato il giorno di Ferragosto a Seattle, quartier generale della Microsoft, è un bagno. Un water. Anzi tre.
Una gara per progettare toilet sostenibili ed economiche, per il presente di quei 2 miliardi e mezzo di esseri umani che ancora vivono senza i servizi igienici. Ma anche, sostiene Gates, per il futuro delle nostre case (con sempre meno acqua disponibile). Un bagno: lusso proibito che concorre alla morte di un milione e mezzo di bambini uccisi ogni anno dalla dissenteria. Una cosa normale. Ovvero rivoluzionaria (non solo per il 40% dell’umanità che non ce l’ha): «In questo campo siamo rimasti fondamentalmente fermi a 150 anni fa, alle invenzioni dell’Inghilterra vittoriana» dice Bill Gates. Il progetto della Fondazione umanitaria che porta il suo nome (e quello della moglie Melinda) ha un titolo ambizioso come il suo budget (370 milioni di dollari): «Reinvent the toilet challenge». Ma è davvero un’impresa, una sfida lanciata un anno fa: realizzare un water che funzioni senza acqua corrente, elettricità o sistema settico, con un costo massimo di 5 centesimi di dollaro, senza inquinanti. E possibilmente producendo energia o altre risorse. Basta così? Al concorso hanno partecipato tecnici e scienziati da tutto il mondo. Università, centri di ricerca. Il risultato che ha soddisfatto Gates è stato presentato a Seattle nel corso di una due giorni di «fiera» nel campus della Fondazione. Nel giro di tre anni si dovrà completare la fase di test sul campo, dall’Africa all’Asia.
Chi ha vinto? Medaglia di bronzo: il prototipo realizzato da ricercatori dell’università di Toronto che tratta materiale solido e liquido separatamente. Come? Usando un materiale che si trova facilmente in natura: la sabbia. Le urine, filtrate dalla sabbia, vengono in seguito esposte ai raggi ultravioletti per la sterilizzazione. Il resto rimane a seccare lentamente all’interno della toilet prima di dissolversi in un «reattore» riempito di sabbia. Il bagno è in grado di «trattare» le deiezioni di dieci persone nell’arco di due ore, rilasciando acqua e sabbia.
La medaglia d’argento è andata al bagno della Loughborough University in Gran Bretagna che grazie a un vaso di espansione permette di comprimere i rifiuti a livello sotterraneo fino a raggiungere la temperatura di 200 gradi che provoca la morte degli agenti patogeni. Il ritorno veloce del materiale alla pressione atmosferica della superficie causa la separazione di componenti liquide e gassose. Le seconde servono a riscaldare il vaso di espansione, le prime a generare metano che alimenta tutto l’impianto.
Immaginate gli ospiti di Bill Gates muoversi tra questi prototipi: ministri di governo africani, rappresentanti di organizzazioni umanitarie potenziali co-sponsor della fase realizzativa del progetto come l’Unicef e Oxfam. Non tutti i modelli di «bagno del futuro» sono tecnologici. Il progetto della London School of Hygiene and Tropical Medicine ricorre all’aiuto di un piccolo esercito di larve di mosca che vengono mandate all’interno delle latrine per «trattare» naturalmente quello che c’è da trattare con il risultato finale di produrre anche cibo per il bestiame (questo bagno è già in fase di test in alcune township sudafricane).
Scioccati? Se le larve di mosca mettono soggezione, il progetto che ha vinto i 100 mila dollari della medaglia d’oro è tutto high-tech: pannelli solari ad alimentare un sistema elettrochimico che permette di ricavare da una parte idrogeno (riutilizzato per cucinare), dall’altra un materiale che ossida i sali presenti nell’urina producendo clorina (per disinfettare la toilet). C’è dell’altro? Sì, i residui solidi possono essere impiegati come fertilizzanti.