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 2012  agosto 17 Venerdì calendario

LA MERKEL SI SCHIERA CON LA BCE

La Bce è completamente in linea con la Germania sulla richiesta di condizioni in cambio degli aiuti ai Paesi in difficoltà». Sono le parole pronunciate ieri dalla cancelliera, Angela Merkel, in visita di Stato in Canada. La cancelliera appariva rilassata al rientro dalla breve pausa estiva ma dietro l’aspetto disteso covano le critiche che è costretta ad affrontare in casa. E le dichiarazioni di ieri suonano proprio come una risposta secca ai falchi di Berlino, ripartiti all’attacco. Le ali più euroscettiche sono tornano infatti ad alzare la voce contro l’apertura della Bce a una ripresa degli acquisti di titoli di Stato italiani e spagnoli in funzione anti-spread.

Le critiche sono puntate contro il sostengo della cancelliera tedesca alla linea del presidente della Bce, Mario Draghi. «Sotto Draghi la Bce si sta trasformando in un finanziatore di Stati e in una “bad bank” in barba alla legge costituzionale europea» e la Germania deve contare di più all’interno della Bce. È quanto hanno detto ieri in un’intervista all’edizione online del quotidiano tedesco Handelsblatt, Klaus-Peter Willsch (Csu) e Frank Schaeffler (Fdp) tra i falchi più rigorosi della maggioranza che sostiene Merkel. Per Willsch «serve un ribilanciamento dei diritti di voto nei corpi decisionali della Bce in proporzione alle responsabilità che si prendono i Paesi; come creditore principale, la Germania deve avere il diritto di veto su tutte le questioni». Secondo Willsch, tra le personalità più euroscettiche del partito conservatore, Draghi sta facendo deragliare Francoforte dal suo mandato, in quanto intervenire sul mercato secondario per acquistare bond equivarrebbe a un sostegno diretto ai governi, il che è proibito dallo statuto dell’Eurotower. Sulla stessa linea Franch Schaeffler dei liberali della Fdp, che sostengono la coalizione guidata da CduCsu: «Che Cipro e Malta abbiano gli stessi diritti di voto della Germania è un grave errore».

E gli attacchi a Draghi arrivano anche da sinistra. Il portavoce della Spd per la politica economica, Carsten Schneider, sottolinea che, a causa della crisi in corso, la Germania si trova a dover garantire per un ammontare di mille miliardi di euro, «due terzi dei quali vanno messi sul conto della Bce, che prende le sue decisioni in maniera assolutamente non trasparente e non democratica».

Le spaccature nel mondo politico tedesco si aggravano proprio mentre torna pericolosamente d’attualità anche la questione Greca, con il governo guidato da Antonis Samaras pronto a chiedere più tempo per attuare le misure di austerità. Merkel si è ritrovata infatti in questi giorni sul tavolo lo spinoso dossier ellenico con Atene che, secondo il Financial Times , intende chiedere a Berlino due anni di tempo in più per effettuare i nuovi tagli alla spesa da 11,5 miliardi concordati con i partner dell’Eurozona, prorogando la scadenza dal 2014 al 2016. Fonti di Atene hanno poi smentito, sostenendo che Samaras, che incontrerà la cancelliera la settimana prossima, intende solo «sollevare una discussione politica». La posizione tedesca resta però irremovibile: la Grecia deve attenersi agli impegni presi, ha fatto sapere il portavoce del governo di Berlino. Tempi e sostanza, dunque, non cambiano.

Il riaccendersi del dibattito sull’euro e sulla Grecia non ha intaccato l’andamento dei listini. La Borsa di Milano ieri, dopo la pausa di Ferragosto, è tornata a salire con l’indice Ftse Mib in avanti dell’1,9%. Milano si è riportata così sui livelli di fine aprile e sta per annullare le perdite da inizio anno. Dal minimo del 24 luglio il rialzo è quindi del 21%. Bene anche Madrid che ieri ha fatto un balzo in avanti del 4,05% tornando così sui livelli di aprile. Resiste intanto la tregua sul fronte dello spread. Il differenziale tra Btp e Bund punta ancora verso quota 420 punti (in chiusura era a 423 punti) mentre lo spread tra Bonos spagnoli e Bund per la prima volta da un mese e mezzo è andato sotto i 500 punti.