Mark Franchetti, La Stampa 17/8/2012, 17 agosto 2012
L’EPIDEMIA DEL “COCCODRILLO” LA DROGA DEI POVERI CHE UCCIDE I GIOVANI RUSSI
Il suo nome ufficiale è desomorfina, un oppiaceo sintetico. Il suo nome da strada è «krokodil», coccodrillo. Questa miscela tossica è la nuova droga che semina morte in Russia, la più pericolosa e quella che si diffonde più rapidamente.
La maggior parte nei russi non ne ha mai sentitoparlare, ma i suoi effetti sono talmente apocalittici che perfino il governo, rimasto finora sordo alle terribili statistiche della tossicodipendenza, se ne è accorto.
Il nuovo killer dei giovani russi è almeno tre volte più potente dell’eroina e costa dieci volte meno. Bastano due iniezioni per diventarne disperatamente dipendenti. Il principale ingrediente è la codeina, mischiata e «cucinata» con benzina, olio detersivo industriale e iodio: puro veleno da iniettare nelle vene. Una dose di eroina costa 20-50 euro, la desomorfina può venire «cucinata» partendo da pasticche contro il mal di testa a base di codeina che costano 2 euro a confezione, e ingredienti facilmente reperibili in drogherie. Un sostituto a buon mercato dell’eroina, il «coccodrillo» è la droga dei poveri.
Ha fatto la sua prima apparizione in Siberia e nell’Estremo Oriente russo, da dove si è diffuso a macchia d’olio in tutto il Paese. Le conseguenze del suo consumo sono così tremende che su Internet i video che mostrano i dipendenti dal «krokodil» spesso vengono preceduti da avvertimenti sul contenuto. Il nome da rettile deriva dall’effetto che produce: con l’assuefazione la pelle del tossicodipendente diventa scura e a scaglie a causa delle pustole e delle infiammazioni. La miscela color caramello è così tossica che in ogni punto dove l’ago manca la vena si forma subito un ascesso. Mentre l’aspettativa di vita di un dipendente dall’eroina varia dai 5 ai 7 anni, il «krokodil» uccide al massimo in tre anni, nel peggiore dei casi in un anno. Distrugge rapidamente tutti gli organi interni e poi il cervello. Su Internet si trovano facilmente istruzioni per la preparazione del liquido mortale, e anche raccapriccianti foto che mostrano i suoi effetti devastanti:giovani russi la cui carne marcisce e si stacca a pezzi dal corpo, fino a scoprire le ossa. Solo l’un per cento dei dipendenti dal «krokodil» sono riusciti a smettere. Rimangono comunque menomati per il resto della loro vita, con danni cerebrali e gravi disabilità verbali e motorie.
«Pensavo sarebbe stato come l’eroina, solo meno cara. L’ho provato una volta,e sono rimasto fottuto»,racconta Serghei, 21enne disoccupato di Novokuznetsk, grigia e impoverita città mineraria in Siberia. «So che la droga mi sta uccidendo. Può darsi che mi sia rimasta solo una settimana di vita, ma non riesco a farci nulla, è una maledizione. Chiunque può acquistare gli ingredienti principali, anche una nonnina o un bambino».
Dopo aver procrastinato all’infinito, il governo il mese scorso ha finalmente approvato una legge che impone la vendita di farmaci a base di codeina solo su ricetta medica. Fino a quel momento i tossicodipendenti potevano comprare le pillole da banco liberamente, circostanza che ha contribuito al boom del coccodrillo. I critici dicono che il provvedimento è insufficiente e danno la colpa del ritardo ai poteri di lobby delle compagnie farmaceutiche russe che negli ultimi anni hanno beneficiato di una drastica impennata nelle vendite delle medicine a base di codeina.
Il governo ora chiede la chiusura dei siti web che pubblicano le ricette del «krokodil». Ma le piccole farmacie, soprattutto in provincia, continuano a vendere illegalmente le pasticche senza ricetta, funzionando come uno snodo cruciale nella macchina del traffico della droga.«Negli ultimi cinque anni le vendite di pillole a base di codeina sono cresciute di decine di volte», ha detto di recente Viktor Ivanov, ex collega di Kgb di Putin e oggi a capo dell’Agenzia per il controllo dei narcotici russa: «E’ ovvio che ciò non sia dovuto a un’improvvisa epidemia di emicranie». Racconta: «Quando di recente ho visitato un centro di recupero dei tossicodipendenti in Siberia mi hanno detto che fino a due anni fa quasi tutti i loro pazienti usavano l’eroina. Ora, più della metà sono passati alla desomorfina».
La Russia ha un’importanza strategica cruciale nel narcotraffico internazionale, sia come mercato che come rotta di transito, e oggi rivendica il titolo del maggiore consumatore mondiale di eroina, e del narcotraffico con la crescita più rapida. Ci sono circa 5 milioni consumatori di droga,un aumento del 60% rispetto al 2000. L’assuefazione all’eroina uccide circa 30 mila persone ogni anno, un terzo delle vittime fatte in tutto il mondo da questa droga. Ma, nonostante il fenomeno abbia assunto dimensioni da epidemia, la reazione dello Stato è stata minima. Non esiste un’adeguato programma statale di prevenzione e riabilitazione, e si ritiene che gli ufficiali corrotti degli organismi dell’ordine traggano profitto anche dal narcotraffico.
Il vuoto viene colmato da gruppi religiosi che vengono definiti dai loro critici una sorta di sette, e da gruppi auto-organizzati di vigilanza e riabilitazione. Il più famoso, e controverso, è stato fondato più di 12 anni fa da tre imprenditori di Ekaterinburg, negli Urali. Chiamato «Città senza droghe», possiede diverse cliniche e campi di stampo carcerario, dove per le prime settimane di ricovero i tossicodipendenti vengono ammanettati ai letti e nutriti per lo più a pane e acqua. Il metodo «duro» punta ad aiutare i pazienti a rompere il circolo vizioso della dipendenza e viene sostenuto dai parenti disperati, e criticato dai gruppi per la difesa dei diritti umani. Il fondatore più noto dell’organizzazione, Evgeny Roizman, di recente è stato al centro delle cronache, dopo che il suo centro per la riabilitazione è stato perquisito dalla polizia nell’ambito di un’indagine sulle accuse di percosse e sequestrodipersonaneiconfrontideipazienti. L’indagine è partita dopo che una delle pazienti è morta in giugno, dopo essere stata ricoverata. Roizman, che oggi è un politico, si è difeso dicendo che la causa della morte della donna era la droga. Ha scritto sul suo blog che le difese immunitarie della ragazza erano basse per colpa dell’eroina e del coccodrillo. Ma più di dieci anni fa, visitando il centro di Roizman, ho visto un tossicodipendente urlare mentre gli venivano date 300 frustate sul fondoschiena con la fibbia di una cintura: era parte del suo trattamento per vincere la dipendenza.
Gli esperti lanciano l’allarme: lo Stato ha da tempo perso la guerra contro l’epidemia della droga che devasta i giovani russi. Il «krokodil» e i suoi orribili effetti sono solo l’ultimo chiodo nella bara. «La desomorfina causa la dipendenza più forte, ed è la più difficile da curare», dice Artiom Egorov, giovanedottorenel centro di riabilitazione di Tver, a 160 km a Nord di Mosca. «Con l’astinenza da eroina i sintomi principali durano 5-10 giorni. Dopo, resta alto il pericolo di ricaduta, ma il dolore fisico se ne va. Con il coccodrillo, il dolore può durare fino a un mese, ed è insopportabile. Siamo costretti a iniettare ai pazienti tranquillanti molto potenti per impedire che svengano per il dolore. Questa droga è l’inferno».