Claudio Plazzotta, Italia Oggi 17/8/2012, 17 agosto 2012
GIORNALI ONLINE CON I CONTI IN ROSSO
In Italia ci sono almeno cinque siti di informazione, indipendenti da grandi gruppi editoriali, che stanno cercando una strada per il futuro del giornalismo online. Nessuno di loro, nel 2011, ha chiuso il bilancio con utili (per Dagospia il dato non è ancora disponibile). Ma il mercato pubblicitario, pur in presenza di audience simili (si veda l’articolo a pagina 18), ha fatto le sue valutazioni in maniera molto netta. A vincere, per il momento, sembra il modello di News 3.0 (Lettera 43), che propone una molteplicità di siti verticali, in Italia e all’estero, e che punta ad aggregare anche blog e siti di altri (con il network L43 al via in autunno). Solo la casa editrice promossa da Paolo Madron e che conta, tra i suoi soci finanziari, la Sator di Matteo Arpe, è riuscita, in un anno, a salire oltre il milione di euro di ricavi pubblicitari. La perdita 2011, che secondo i piani iniziali doveva ammontare a 1,8 milioni di euro, è invece contenuta in 770 mila euro, a fronte di ricavi pubblicitari per 1.065.881 euro e costi di 2,1 mln di euro (di cui 1,1 mln per prestazioni redazionali e consulenze giornalistiche). Si tratta, comunque, di un rosso notevole, e le molteplici nuove iniziative della casa editrice potrebbero comportare ulteriori costi per il 2012. Il sito di informazione Lettera 43 (raccolto dalla concessionaria Manzoni) dallo scorso ottobre è stato affiancato da altri canali: viaggi, motori, economia (raccolti da Tiscali advertising), Expo (Manzoni) e Modainforma che in settembre diventerà Lettera Donna, raccolto da Hearst e già inserito nel network di Elle. Operativi poi i siti di News 3.0 in inglese, e poi quelli dedicati all’India, Brasile, Cina e Russia. In settembre prenderanno il via quelli in arabo e turco, ed entro la fine dell’anno quelli in francese e spagnolo. Per realizzare il tutto, News 3.0 dovrà stabilizzare alcuni collaboratori giornalistici, per salire a circa una decina di persone fisse in redazione entro l’autunno. Nel 2011, invece, i dipendenti di News 3.0 erano solo due dirigenti (mentre la gran parte dei giornalisti, Madron in testa, ha con il gruppo un rapporto consulenziale). Ovvio, quindi, attendersi fin d’ora un 2012 in perdita per la casa editrice, come da piani, ma con una forte crescita dei ricavi.
Ormai consolidate le entrate di Dagospia, il primo sito di informazione indipendente ad avere un certo successo in Italia, nato nel 2000, e che nel 2010 (il dato 2011 non è ancora disponibile) aveva chiuso con ricavi per 656 mila euro e una piccola perdita di 20 mila euro. Qui trattasi di un modello «one man show», dove Roberto D’Agostino è al centro del progetto, e attorno a lui ruotano pochi collaboratori. L’audience è simile a quella di Lettera 43 o de Il Post (47 mila utenti unici al giorno nel giugno 2012).
A Il Post, sito promosso da Luca Sofri, ci si attende un 2012 scoppiettante: dopo i 131 mila euro di ricavi del 2011 (con 360 mila euro di perdite), il 2012 dovrebbe portare almeno 300 mila euro di ricavi e un rosso molto più contenuto.
Blitz quotidiano, nato come divertimento personale di Marco Benedetto, ex amministratore delegato del gruppo Espresso, sta raggiungendo livelli di audience interessanti, con i suoi 37 mila utenti unici al giorno. Il fatturato 2011 rimane abbastanza basso (116 mila euro, ma più che raddoppiato rispetto al 2010), per un bilancio chiuso però in sostanziale pareggio.
Sembra invece in difficoltà il modello proposto da Linkiesta: il web a pagamento o le inchieste giornalistiche commissionate e finanziate da gruppi di interesse non funzionano, e se hai costi fissi di piattaforma e di redazione, ma zero raccolta pubblicitaria, le cose si mettono male.
Nel 2011 il sito ha fatturato appena 70 mila euro, a fronte di oltre un milione di euro di perdite. Le audience sono in calo (in giugno 2012 appena 19 mila utenti unici) e uno degli azionisti, interpellato da ItaliaOggi, ammette che «abbiamo deciso di dare ossigeno ancora solo per un anno, attraverso l’aumento di capitale da un milione di euro, e poi si vedrà. Al momento, tuttavia, non vedo grandi prospettive».