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 2012  agosto 17 Venerdì calendario

NON SEMPRE ESSERE PAPERONE AIUTA

A cosa serve essere un miliardario, si chiede la rivista Forbes, se non ti puoi comprare la presidenza? O anche solo la vice-presidenza? La riflessione prende spunto dalle bordate mirate dai democratici alla consistenza patrimoniale del candidato repubblicano alla presidenza Usa, Mitt Romney, che ha fatto convivere il suo impegno politico e la fede mormone con l’attività di uomo d’affari della Bain Capital.

In realtà, rileva Forbes, in un articolo intitolato «I politici più ricchi del mondo valgono miliardi, Mitt Romney no», essere miliardari non garantisce la vittoria, né in America né altrove.

Tutt’altro. Attualmente i miliardari nel mondo sono 1.226. Di questi, 425 sono americani, cinque dei quali sono stati candidati a una qualche elezione. Ma solo uno, il più ricco di tutti, Michael Bloomberg (patrimonio stimato in 18 miliardi di euro), è riuscito a farsi eleggere e rispetto a lui, calcola Forbes, il patrimonio di Romney è da 85 a 110 volte più piccolo.

Inoltre, dei cinque miliardari scesi in politica, uno solo, il texano Ross Perot (il cui patrimonio è una frazione di quello di Bloomberg: appena 2,8 miliardi di euro) ha tentato la corsa alla Casa Bianca. Perot si candidò come terzo incomodo fra Bill Clinton (democratico) e George Bush senior (repubblicano) nel 1992, dedicando alla campagna elettorale 49 milioni di euro. Non ebbe successo né allora, né nella successiva corsa disputata con Clinton e con il repubblicano Bob Dole nel 1996. Tuttavia, avendo attirato il 18,9% dei voti totali nel 1992, presumibilmente dal campo repubblicano, ebbe un peso determinante nell’assicurare la vittoria a Clinton.

Il politico miliardario più famoso del mondo, assieme a Bloomberg, è Silvio Berlusconi, ma iI paese che conta più ricconi dopo gli Usa è oggi la Russia, con 96 miliardari, quattro dei quali hanno tentato la strada della politica. Mikhail Prokhorov (10,7 miliardi di ) si unì al partito denominato Right Cause, un’aggregazione politica incentrata sul libero mercato, ma lo lasciò molto presto, deluso da quello che definì «un partito marionetta del Cremlino». È stato candidato come indipendente contro Vladimir Putin alle elezioni di quest’anno, ma ha preso solo l’8% dei voti. Nel breve passato della Russia post-comunista si segnalano inoltre l’effimero tentativo di Alexander Lebedev (800 milioni di ) di creare un nuovo partito politico assieme a Mikhail Gorbaciov e gli unici paperoni che sono riusciti a farsi eleggere al senato: Dmitry Ananyev ( 1,5 miliardi) e Andrei Guriev ( 2,8 miliardi). Esiste poi, com’è noto, una schiera di «miliardari ribelli» al potere di Putin di cui il più famoso e pericoloso per il «nuovo zar», Mikhail Khodorkovsky, dal 2005 è recluso in un carcere della Carelia per evasione fiscale.

Politici miliardari si trovano anche in Libano (che ha eletto due premier super-ricchi di seguito), Egitto, Cile e Georgia.