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 2012  agosto 15 Mercoledì calendario

La rivincita delle baby mogli - Le donne scelgono gli uomi­ni che le sceglieranno. È un dato di fatto che, rivelato apertamente, potrebbe provoca­re il risentimento di ogni donna, per esserne state svelate le strate­gie più segrete

La rivincita delle baby mogli - Le donne scelgono gli uomi­ni che le sceglieranno. È un dato di fatto che, rivelato apertamente, potrebbe provoca­re il risentimento di ogni donna, per esserne state svelate le strate­gie più segrete. Ma potrebbe susci­tare anche lo stupore avvilito degli uomini, colpiti nell’ego più auto­celebrato. D’altra parte è ora di dire le cose come stanno. Questo fenomeno imponente degli accoppiamenti ­intesi in senso sociale - tra giovani donne e uomini molto più grandi, ha diverse chiavi di lettura, ma tut­te­portano a una precisa e raziona­le logica femminile. Il che una vol­ta avrebbe subito provocato un ri­solino di sufficienza, consideran­dosi la logica unita alla femminili­tà un insuperabile ossimoro. La strada, invece, faticosissima che hanno percorso le donne, ha fatto loro conquistare leggi, opportuni­tà e capacità di considerazioni che gli uomini, nel frattempo, distratti dall’unica rivoluzione da loro per­cepibile, cioè quella sessuale, non hanno imprudentemente valuta­to. Prima di ogni altra cosa, le don­ne hanno constatato sul campo che, rispetto ai coetanei, hanno una capacità di maturazione mol­to più rapida: se non lo notano a scuola, lo capiscono bene all’uni­versità o lo apprendono, esaspe­randosi, con la nascita del primo fi­glio: si fa presto a diventare mam­ma «sufficientemente buona»,ma è un percorso più accidentato quello del padre responsabile e del coniuge solidale. È difficile che gli uomini rinuncino al calcetto, al bar con gli amici, alle «scappatel­le », alla carriera, sol perché im­provvisamente genitori. Le don­ne, per un po’ almeno, sono obbli­gate. E in più, sovente, diventano di fatto madri anche dei mariti. Poi si separano, perché capiscono di fare meno fatica senza un bambi­none in più da accudire. A quel punto riflettono, e il pensiero fem­minile si estende con semplicità nelle generazioni, sull’opportuni­tà di avere un «padre» che pensi a tutto, anziché essere una «madre» affaticata e doppiamente respon­sabile. Oggi, le venti-trentenni, ve­dono i loro coetanei, oltre che fana­ticamente adolescenti, depressi per la precarietà del lavoro, impau­riti dal costruire una famiglia e con­fusi dalla illimitata scelta di piace­ri sessuali. Perché rischiare di for­mare una famiglia con un coeta­neo? Ci sono arzilli e benestanti sessantenni, già rodati sul lavoro e nella vita, pronti ad offrire a un fi­glio un ottimo DNA sociale e alla vi­spa mogliettina uno status, anche reddituale, molto rassicurante. Neppure da dire che i sessantenni in questione si autolusingano nel credere di avere, malgrado l’età, il tocco magico e ormonale mante­nuto così bene da potere ancora se­durre giovani ragazze. Non sanno e non vorranno mai credere di es­sere stati puntati e sedotti con mali­zioso raziocinio. Lo stesso accade con le amanti. Una volta quasi tut­ti gli uomini «grandi» avevano un’ amante giovane che, tuttavia, co­nosceva perfettamente il codice comportamentale dell’amante: clandestinità, dedizione, silenzio, non porre problemi e, alla fine, una boutique. Non ci sono più le amanti di una volta: oggi le regole, anche per loro, sono la visibilità e la legittimazione; invece della bou­tique, un figlio bancomat, meno esposto alle altalene dello spread. Ci vuole poco a scegliere, e con­vincere, un uomo facendolo senti­re seducente, desiderabile e lonta­nissimo dalla vecchiaia, tanto da progettare un figlio. È ovvio che dobbiamo escludere le singole sto­rie di amore vero (ma cos’è, poi, l’amore se non un qualcosa che ci faccia stare bene o che crediamo ci farà stare meglio?), ma la circo­stanza che il fenomeno sia tanto di tendenza, non può passare inos­servata. Come il dettaglio, non tra­scurabile, che si sposano molto di più i vecchi ricchi, anche dopo gli 80 anni, che non i giovani in gene­re. Il calo impressionante dei ma­trimoni è un dato statistico indi­scutibile, che «tiene» grazie ai ma­schi ultrasessantenni, e che po­tre­bbe avere altre spiegazioni qua­lora fossero numerosi anche i ma­trimoni delle ultrasessantenni. Le quali, invece, se ex di un ricco, san­no sapientemente godere di un lauto assegno divorzile e forse, sot­to sotto, sono felici di non avere scelto, da anziano, quell’uomo preso in saldo da una più giovane, la quale, a un certo punto, avrà a che fare con gastriti e prostatiti. Ri­sparmiate fortunosamente alla ex, in zona Cesarini. Sempre che, un giorno, come molto sovente accade, l’acciacca­to «figliol» prodigo, abbandonato a se stesso dalla furba giovane mo­gliettina, non torni a bussare alla porta della ex, per farsi accudire tra le sue braccia, non più fresche ma materne. Il solito bambinone di sempre.