Nicholas Kulish, la Repubblica 17/8/2012, 17 agosto 2012
“HEZBOLLAH POTREBBE ATTACCARE L’EUROPA” L’ALLARME DEGLI USA IGNORATO DA BRUXELLES
BERLINO — Mentre gli americani lanciano l’allarme sulla riemergente minaccia rappresentata da Hezbollah, l’organizzazione radicale degli sciiti libanesi, migliaia di suoi affiliati e sostenitori agiscono senza restrizioni in Europa, raccogliendo fondi che vengono incanalati verso la dirigenza del gruppo in Libano. Washington e Tel Aviv insistono che Hezbollah è un’organizzazione terroristica spalleggiata dall’Iran e responsabile di gravi fatti di sangue che lavora di concerto con il regime di Teheran per addestrare, armare
e finanziare la micidiale repressione della rivolta siriana portata avanti dal regime di Damasco. Eppure l’Unione Europea continua a trattare Hezbollah come se fosse in primo luogo un movimento
libanese.
Mentre da Israele arrivano dichiarazioni che acuiscono i timori di un attacco preventivo contro i siti nucleari iraniani, gli analisti dei servizi di
intelligenceavvertono
che l’Iran e Hezbollah risponderebbero a un simile attacco con azioni dirette contro obbiettivi in altri Paesi. Funzionari israeliani e americani hanno attribuito l’attentato contro il pullman di turisti in Bulgaria il mese scorso a Hezbollah e all’Iran, sostenendo che fa parte di un’offensiva non dichiarata che include azioni in Tailandia, India, Cipro e altri Paesi.
Dall’11 settembre in poi Hezbollah ha mantenuto un profilo basso in Europa, limitandosi a organizzare incontri e a raccogliere denaro che viene spedito in Libano, dove i funzionari dell’organizzazione lo usano per una serie di attività: costruzione di scuole e ospedali, erogazione di servizi sociali e — sostengono i servizi segreti occidentali — organizzazione di attentati terroristici.
I servizi di sicurezza europei sorvegliano i sostenitori politici del
gruppo, ma secondo gli esperti questi controlli non servono a tenere sotto controllo le cellule dormienti che rappresentano il pericolo maggiore. E il rifiuto dell’Europa di inserire Hezbollah
nella lista delle organizzazioni terroristiche sta complicando gli sforzi dell’Occidente per affrontare i problemi rappresentanti dall’attentato in Bulgaria e dal conflitto siriano.
Questa
drastica diversità di vedute riflette i tanti ruoli che ha giocato Hezbollah dal momento del suo ingresso in scena, dopo l’invasione israeliana del Libano nel 1982. L’ala militare di Hezbollah ha perpetrato una serie di rapimenti e sofisticati attenta-
ti in patria, ed è stata accusata di azioni terroristiche all’estero. Ma il gruppo ha anche cominciato a fornire servizi sociali che il debole e frantumato governo libanese non era in grado di fornire e da quel momento si è evoluto in una forza politica che può contare su due ministri e una dozzina di seggi in Parlamento.
Il segretario generale del gruppo, Hassan Nasrallah, ha detto che se le autorità europee inserissero Hezbollah fra le organizzazioni terroristiche «sarebbe devastante per l’organizzazione. Rimarremmo senza finanziamenti e senza supporto morale, politico e materiale». Mentre Stati Uniti e Israele sono convinti che l’Iran e Hezbollah stanno attrezzando la loro rete internazionale, rimasta a lungo dormiente, per azioni terroristiche su scala internazionale, gli europei fanno una chiara distinzione fra una rete terroristica internazionale come Al Qaeda e quello che viene visto come un conflitto che contrappone Israele e Stati Uniti da una parte e Iran, Siria e Hezbollah dall’altra.
La differenza di percezione fra le due sponde dell’Atlantico è talmente accentuata che gli americani sembrano più preoccupati per la minaccia che rappresenta Hezbollah per l’Europa che gli europei stessi. «Hezbollah potrebbe effettuare attacchi in Europa in qualsiasi momento, senza alcun preavviso o quasi», ha detto la scorsa settimana Daniel Benjamin, coordinatore delle attività antiterrorismo per il Dipartimento di Stato.
Secondo alcuni esperti, i responsabili della sicurezza del vecchio continente sono restii a mettere al bando il gruppo in virtù di una tacita deterrenza, in cui Hezbollah non fa attentati e le polizie europee non interferiscono con le sue operazioni organizzative e di raccolta fondi. «C’è il timore di attirare l’ira di Hezbollah, spingendola a compiere azioni nei loro Paesi », dice Bruce Hoffman, professore di Studi sulla sicurezza alla Georgetown University ed esperto di terrorismo. «Perché arrischiarsi a sollevare un sasso per vedere che c’è sotto?».