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 2012  agosto 15 Mercoledì calendario

Senza Germania l’Europa in recessione – L’Europa è a un passo dalla recessione, invece ci sono già dentro Italia, Spagna e Portogallo

Senza Germania l’Europa in recessione – L’Europa è a un passo dalla recessione, invece ci sono già dentro Italia, Spagna e Portogallo. La Grecia è addirittura al quinto anno di fila. I Pil dell’eurozona, pubblicati ieri dall’Eurostat, registrano un calo dello 0,2% nel secondo trimestre rispetto al primo quarto dell’anno, mentre la diminuzione sullo stesso periodo 2011 è stata dello 0,4% per la Ue a 17 e dello 0,2% per l’intera Ue. I dati dell’Istituto Europeo di Statistica fotografano un’unione monetaria spaccata in due, con i Paesi periferici in difficoltà e quelli del Nord che resistono, come la Francia per ora «solo» in stagnazione (0%), oppure che crescono più delle aspettative, come la Germania (+0,3%), l’Olanda e l’Austria (+0,2%), salvando Eurolandia dalla recessione. Ci sono tuttavia novità negative — a dimostrazione che nessuno è immune dal contagio — per il Belgio (-0,6%) e anche per la Finlandia (-1%), paladina del rigore a tutti costi, uno degli Stati fortemente contrari al fondo salva Stati con licenza bancaria. Stessa posizione della Germania, che due giorni fa ha fatto stare con il fiato sospeso l’eurozona per le indiscrezioni su un possibile rinvio, ben oltre il 12 settembre, del via libera al fondo salva Stati Esm e al Fiscal compact da parte della Corte di Karlsruhe (la Corte Costituzionale tedesca), a causa del ricorso di un gruppo di accademici. «Il rinvio della data della sentenza non è previsto al momento», ha spiegato ieri un portavoce del tribunale. Bloccare il fondo salva Stati avrebbe significato legare anche le mani alla Banca centrale europea per un eventuale intervento sul mercato secondario a favore di quei titoli di Stato (italiani e spagnoli) sotto pressione. La paralisi avrebbe avuto conseguenze pesanti, i mercati stanno puntando sugli aiuti della Bce. Per il Pil dell’Italia la stima Eurostat è di -0,7% rispetto al primo trimestre e -2,5% in confronto allo stesso periodo di un anno fa. Caliamo più della Spagna (-0,4% e -1%). Cipro (-0,8%), Finlandia (-1%) e Portogallo (-1,2%) hanno fatto peggio, ma noi conquistiamo la maglia nera sulla produzione industriale, che a giugno è crollata: -8,2% rispetto allo stesso mese del 2011. È il dato peggiore dell’intera Europa a 27 (-2,2%) e dell’Eurozona (-2,1%). In Germania la flessione è stata dello 0,4%, in Francia del 2,6%, nel Regno Unito del 4,6%. Gli analisti guardano già al prossimo trimestre e sono abbastanza pessimisti verso la spirale che si è innescata tra i Paesi periferici in profonda difficoltà e la crisi del debito, che rischia di allargarsi: stimano un ulteriore calo del Pil, intorno allo 0,3%, che questa volta farebbe entrare ufficialmente l’eurozona in recessione. Infatti per parlare di recessione è necessaria una contrazione del Pil per tre trimestri consecutivi. L’ultimo periodo risale a tre anni fa, nel pieno della crisi finanziaria post Lehman Brothers, poi però l’eurozona aveva ripreso a crescere nel terzo trimestre del 2009. Lo stop è arrivato di nuovo negli ultimi tre mesi del 2011 ed è solo perché nel primo trimestre di quest’anno il Pil è rimasto invariato (stagnazione), che tecnicamente non si può parlare ancora di recessione. Il rischio di un rallentamento tocca anche la Germania. Venerdì scorso era stato proprio il ministro dell’Economia tedesco, in una nota, a spiegare che la spinta si è con evidenza indebolita per il rallentamento dello scenario internazionale. E ieri Philipp Rösler, nel commentare i dati Eurostat, ha sottolineato che «proprio sullo sfondo del difficile scenario europeo e globale resta fondamentale dare nuovi impulsi alla crescita e rafforzare la competitività» del Paese. Francesca Basso