Giovanni Caprara, Corriere della Sera 15/8/2012, 15 agosto 2012
Il sogno di Londra-New York in 60 minuti – Come teatro del test la base sperimentale di Edwards, alle spalle di Los Angeles
Il sogno di Londra-New York in 60 minuti – Come teatro del test la base sperimentale di Edwards, alle spalle di Los Angeles. Dalla pista si solleva un bombardiere B-52 con aggrappato sotto l’ala un velivolo ipersonico capace di arrivare a Mach 7, cioè 8.575 chilometri/ora sfrecciando per 5 minuti. A bordo nessun pilota. Quel velivolo è un piccolo prototipo di nome WaveRider con il compito di dimostrare che il nuovo motore scramjet di cui è dotato funziona. C’è grande attesa per il test, avvenuto ieri ma di cui nella notte non era ancora stato comunicato l’esito. L’impiego avverrebbe su missili, caccia militari ma anche su aerei passeggeri. Che in un’ora potranno collegare Londra a New York o in 46 minuti attraversare gli Usa. Sessantacinque anni fa dalla base sperimentale di Edwards dell’aviazione americana, alle spalle di Los Angeles, Chuck Yeager partiva con l’aeroplano a razzo Bell X-1 e superava per la prima volta la barriera del suono, Mach 1. Da allora si insegue il sogno di battere stabilmente il muro dei Mach 5 e ieri mattina un bombardiere B-52 si sollevava dalla stessa pista californiana con aggrappato sotto l’ala l’X-51A, un velivolo ipersonico capace di arrivare a Mach 7, cioè 8.575 chilometri orari con l’obiettivo di sfrecciare per trecento secondi. Ora c’è grande attesa per i risultati. A bordo non ci sono piloti. È solo un piccolo prototipo battezzato WaveRider con il compito fondamentale di dimostrare che il nuovo motore «scramjet» di cui è dotato funziona. Se l’impresa riuscirà potrà avvicinarsi il momento del suo impiego nella fabbricazione di missili, caccia militari ma anche di aeroplani passeggeri che in un’ora potranno collegare Londra a New York o fare la traversata da una costa all’altra degli Stati Uniti in soli 46 minuti. Il primo interesse è, ovviamente, del Pentagono che già da un ventennio si è posto la meta di poter arrivare in un’ora in qualsiasi angolo della Terra. Da qui, poi, le applicazioni civili non dovrebbero tardare se si dimostrano i vantaggi economici. Per questo da dieci anni sono stati avviati con due miliardi di dollari sei programmi che uniscono l’agenzia di ricerca della Difesa americana Darpa, la Nasa, la Boeing e la Pratt & Whitney Rocketdyne. L’X-51A viene portato in quota dal bombardiere. Una volta rilasciato si accende un motore a razzo che ha in coda, il quale lo lancia a oltre quattro volte la velocità del suono. È solo a quella velocità che può entrare in funzione il motore scramjet alimentato prima con etilene e poi con il combustibile JP-7 usato anche dall’aereo spia Blackbird SR-71. Il motore non ha parti in movimento come i normali jet con turbine e compressori, ma solo un’adeguata forma nella quale brucia il combustibile quando raggiunge la velocità ipersonica, cioè oltre i cinquemila chilometri orari (cinque Mach). Ma la strada è lunga e difficile. Il primo volo compiuto nel 2010 si è avvicinato ai cinque Mach per 143 secondi, ma non li ha superati. L’anno scorso il secondo test è finito male perché il combustibile non è arrivato nel propulsore. E sempre la scorsa estate un altro esperimento con un modello diverso, il Falcon, finì prematuramente nell’oceano per un guasto. In passato il predecessore X-43 ha volato per 10 secondi: troppo poco. «Abbiamo imparato e corretto e ora siamo pronti alla grande prova — dice Robert A. Mercier, dell’Air Force Research Laboratory, in Ohio, alla guida dell’operazione —. Disporre dello scramjet sarà come passare dall’elica al motore a getto e rivoluzionerà profondamente l’aviazione».