Aldo Grasso, Corriere della Sera 12/8/2012, 12 agosto 2012
l Grande inquisitore Palazzi vittima della giustizia sportiva– Il tifo tinge dei propri colori tutto ciò che tocca
l Grande inquisitore Palazzi vittima della giustizia sportiva– Il tifo tinge dei propri colori tutto ciò che tocca. Detto questo, tanto per ribadire che se in Italia un mascalzone patentato procura vantaggi alla nostra squadra è santo subito, il vero sconfitto del calcioscommesse è il Grande inquisitore, Stefano Palazzi. Napoletano, magistrato presso la Corte militare d’appello, da anni è il capo della Procura federale, l’indiscussa guida degli 007 della Figc. È descritto come magistrato preciso, pignolo, accentratore. La Disciplinare della Federcalcio ha in gran parte smontato il suo castello accusatorio, capovolgendo o alleggerendo le pene richieste e, soprattutto, mostrandone la fragilità intrinseca. Ci sono giocatori che si sono venduti alcune partite: è un vizio antico, la novità consiste nel fatto che oggi ci sono gli scommettitori che lucrano pesantemente su risultati taroccati. Giusto reprimere con tutti i mezzi prima la slealtà e poi il crimine. Il fatto è che la giustizia sportiva, per essere celere, si basa sugli indizi e non sulle prove ed è facile quindi incappare in palesi incongruenze e infischiarsene delle garanzie. Per esempio: tra la richiesta di condanna per illecito sportivo di tre anni e sei mesi per Bonucci (il che significa bruciare una carriera) e il proscioglimento ci corre un abisso che sa tanto di abbaglio; l’«omessa denuncia» è un non senso: o un allenatore sa che la sua squadra sta barando (e allora è complice) oppure non sa (e allora è incapace); l’istituto del patteggiamento è un insulto alla giustizia: prima Palazzi si accontentava di tre mesi di squalifica per Conte se questi avesse patteggiato, poi ne ha chiesti 15 di squalifica. Nella sua contraddittorietà, il patteggiamento sembra fatto apposta per corroborare le tesi fragili dell’accusa, sa di ricatto. Visti i tempi della giustizia italiana, Palazzi ha chiesto condanne su dichiarazioni «non riscontrate»: è lui la prima vittima di un sistema accusatorio che andrebbe rifondato e che, in passato, ha già fatto non pochi danni. Il Grande inquisitore si prende ora i pesci in faccia, com’è normale che sia, anche se nelle squadre ne capitano di tutti i colori. Perché, alla fine, è sempre il colore della nostra squadra a risultare immacolato.