Notizie tratte da: Peter Manseau # La bottega delle reliquie. Viaggio tra i corpi sacri del mondo # Fazi editore 2012 # pp. 221, 15 euro., 16 agosto 2012
Notizie tratte da: Peter Manseau, La bottega delle reliquie. Viaggio tra i corpi sacri del mondo, Fazi editore 2012, pp
Notizie tratte da: Peter Manseau, La bottega delle reliquie. Viaggio tra i corpi sacri del mondo, Fazi editore 2012, pp. 221, 15 euro.
Avanzi «Le reliquie sono resti di santi, di profeti e di saggi: ricordi e residui di donne e uomini consacrati. La parola stessa reliquus, significa “qualcosa di avanzato o di conservato”» (Peter Manseau).
Apogeo L’apogeo della venerazione cristiana delle reliquie, dall’XI alla fine del XVI secolo (quando la Riforma protestante mise fine al boom).
Impiccati Nel 1572 i calvinisti catturarono diciannove sacerdoti cattolici nella città di Gorkum, sulla costa olandese. Avendo rifiutato di rinunciare alla venerazione delle reliquie, i sacerdoti furono impiccati alle travi di un fienile. «Furono atti di giustizia poetica, anche se ciò non consolò gli impiccati, trasformare il posto dell’impiccagione in un luogo di pellegrinaggio per i cattolici e far scomparire i corpi dei “Martiri di Gorkum” per farli riapparire nel reliquiario in una chiesa di Bruxelles».
Statue “una volta viventi” I greci antichi conservavano parti di cadaveri per devozione religiosa nei confronti dei guerrieri morti in battaglia, le tribù Jivaro dell’Amazzonia per impossessarsi della forza dei loro nemici. Gli egiziani conservavano i re, venerati come divinità, le genti del Giappone prebuddhista lo facevano sui loro stessi corpi, perfezionando un metodo di auto-mummificazione che produceva statue “una volta viventi” venerate come raffigurazione dell’eternità».
Lingua Nella basilica di Padova si conserva, nella “Cappella delle Reliquie”, la lingua di Sant’Antonio, «una lingua che si diceva avesse il potere di dare la parola ai muti e l’eloquenza a chi soffriva di disturbi del linguaggio o di anchiloglossia. Una lingua talmente straordinaria, affermano le guide turistiche, che era stata ritrovata intera, rosea e sana, nonostante il corpo per il quale aveva parlato si fosse ormai ridotto in polvere […] La leggenda narra che al momento del ritrovamento, all’interno della tomba del santo, circa ottocento anni fa, la lingua fosse così umida e morbida da sembrare pronta a tenere un sermone per conto suo». Attualmente assomiglia a «un pezzo di liquirizia masticata».
Pezzo di dito «Si racconta di un vescovo inglese che, durante un pellegrinaggio in Francia, andò a visitare un monastero che esponeva un reliquiario contenente l’intero scheletro di Maria Maddalena. Impressionando positivamente i monaci con la sua devozione, si inchinò a baciare la mano della santa donna. Nessuno si accorse che alla fine del bacio aveva staccato con i denti un pezzo di dito. Lo tenne in bocca per il resto della visita al monastero, e tornato in Inghilterra ci fece un reliquiario tutto suo».
Pezzi Le avventure posi mortem di Francesco Saverio, uno dei fondatori dell’ordine dei gesuiti: seppellito e disseppellito più volte a Goa, in India, dove morì, il suo corpo è stato fatto letteralmente a pezzi per spedirne parti più o meno consistenti in varie parti del mondo, Roma compresa.
Classi Data la gran quantità di reliquie, a un certo punto si creò la necessità di catalogarle e classificarle. All’interno del cattolicesimo furono suddivise in tre classi distinte: prima, seconda e terza classe. Le reliquie di prima classe sono gli oggetti che possono essere stati in contatto diretto con Gesù Cristo, sia in vita che in morte o nella resurrezione: il legno della mangiatoia nella stalla dove la leggenda narra che sia nato; pezzi della croce o dei chiodi usati per la crocifissione; la Sacra Sindone di Torino, che i fedeli credono abbia avvolto il suo corpo quando fu deposto nella tomba. Altre reliquie di prima classe possono essere il corpo o una porzione di corpo di un santo. Se tale porzione era reputata particolarmente importante per la vita o l’opera del santo, aveva ancora più valore. Per esempio, il dito col quale Giovanni il Battista indicò Gesù quando disse: “Ecco l’Agnello di Dio” è custodito gelosamente in una chiesa di Firenze ed è considerato una delle reliquie più importanti d’Italia. Le reliquie di seconda classe, quasi altrettanto stimate, sono gli oggetti associati alla vita del santo ma non parte del suo corpo fisico. La reliquia di terza classe è qualcosa che sia stata in contatto con una reliquia di prima classe.
Dodici prepuzi Molte le reliquie concentrate attorno alla figura di Gesù. Curiosa la storia che riguarda il suo prepuzio ovvero la strisciolina di pelle ritagliata a Gesù come ad ogni altro bambino ebreo d’Israele all’ottavo giorno dalla nascita (1°gennaio secondo la leggenda): i prepuzi di Gesù ad un certo punto diventarono addirittura dodici (chiese e monasteri di tutta Europa hanno sostenuto in diversi momenti di averne uno) per essere poi più ridotti a quattro e per finire accantonati dopo il Vaticano II, ormai diventati «curiosità irriverente».
Ultima volta Si narra che un prepuzio di Gesù sia stato visto per l’ultima volta nel 1983 in Italia, nella cittadina di Calcata.
Falsi 1 Già ai tempi di sant’Agostino (nato nel 354 d.C.) c’era una tale richiesta di reliquie di santi che alcuni ecclesiastici poco scrupolosi cominciarono a procurarsi falsi pur di soddisfare la domanda. Nella sua opera Il lavoro dei monaci, Agostino lamenta che l’epoca era afflitta da «tanta gente ipocrita ricoperta del saio monacale [...] E ce ne sono di quelli che fanno commercio con le reliquie dei martiri (ammesso che siano dei martiri!)».
Falsi 2 Le false reliquie non erano un problema della sola cristianità. Marco Polo scrisse dei tentativi del Kublai Khan di procurarsi denti, capelli e una «ciotola magica», reliquie di Adamo, che appartenevano al re dello Sri Lanka. Costui, per non far arrabbiare il grande Khan, rimandò a casa il contingente cinese con «due molari che certamente non erano di Adamo e forse nemmeno umani».
Falsi 3 Tra le organizzazioni più attive nella lotta al commercio dei falsi ce n’è una denominata For All The Saints, con sede in Texas, che fra l’altro consiglia di fare acquisti «solo da un commerciante rispettabile specializzato in reliquie o antichità religiose (anche in questo caso bisogna essere molto accorti, perché pure i professionisti possono essere tratti in inganno)».
Raccolta La piccola parrocchia di El Paso, sede di For All The Saints, possiede attualmente una raccolta di più di quaranta reliquie che vanno da un minuscolo frammento d’osso del IV secolo appartenuto a Sant’Agostino a estese porzioni di pelle della santa del XX secolo Francesca Saverio Cabrini.
Studi La beata Margherita di Savoia, suora del XV secolo famosa per le sue estreme mortificazioni della carne. I suoi resti sono stati studiati da un gruppo di antropologi e zoologi per determinare gli effetti dello stress fisico durante la vita nel decadimento postumo dei tessuti.
Plastilina L’anatomopatologo tedesco Gunther Von Hagens che gira il mondo con “Body worlds”, mostra che ha per protagonisti cadaveri veri conservati con la plastilina e immortalati in pose di famose opere d’arte.
Elisir Nel XIX secolo, in Francia, la moda di mischiare materia mummificata in vari elisir preparati dai farmacisti. «Mummie tritate venivano aggiunte al tè, mangiate a cucchiaiate e applicate direttamente sulle ferite. Questa pratica era così diffusa che i resti mummificati – reliquie di altri tempi e di altri paesi – potevano essere acquistati un tanto al grammo».
Maometto Maometto permetteva che i suoi capelli, le sue unghie e le acque delle sue abluzioni fossero raccolti.
Pelo La più sacra reliquia del Kashmir: un pelo del mento del profeta Maometto custodito nel santuario Hazratbal. «In quanto reliquia islamica in una nazione hindu, il pelo di Hazratbal è diventato per i musulmani del Kashmir la loro stessa immagine. Tolto dalla sua cassaforte ogni primavera in occasione del compleanno del profeta Maometto, il pelo è esposto in alto al di sopra della cupola del tempio da un nishaandeh, “colui che dà il segno”. In migliaia, da ogni angolo della regione, affollano le sponde del lago Dal per essere abbastanza vicini da immaginare di vederlo».
Induisti L’induismo, di regola, non venera i resti dei suoi santi. Sono visti come rifiuti umani e come tali considerati tra gli oggetti più impuri in assoluto. Le spuntature dei capelli dei vivi non sono considerate diversamente dagli escrementi e i capelli dei morti sono doppiamente impuri: innanzitutto come scarti di un corpo vivente, e per la loro prossimità con un corpo morto.
Dente 1 A Kandi, nello Sri Lanka, il Tempio del Sacro dente che custodisce un dente del Buddha è visitato ogni giorno da oltre mille fedeli che per poterlo vedere devono passare attraverso una stretta costruzione che contiene un metal detector, una macchina per i raggi X, una tenda «dietro la quale si può preservare il proprio pudore nel caso di una perquisizione corporale approfondita».
Dente 2 I birmani si struggono talmente dal desiderio di possedere il dente del Buddha che si sono costruiti una copia. Questa copia, una volta l’anno, viene tolta dal suo sacrario nella città di Paungde e, posta sulla schiena di un elefante, viene fatta sfilare attraverso la città affinché benedica tutti quelli che la contemplano. «Migliaia di monaci e di altri devoti seguono in processione, riempiendo le strade di vesti color zafferano e rosso borgogna, del profumo dell’incenso e di una sinfonia di tamburi, gong e inni salmodiati».
Gemme Al contrario delle reliquie cristiane, sempre un po’ tendenti al macabro, le reliquie buddhiste sono abbastanza gradevoli da guardare. Nella maggior parte dei casi si presentano sotto forma di gemme, ovvero ciò che secondo la credenza rimarrebbe del corpo di un santo quando viene cremato. «Assomigliano parecchio a delle caramelle colorate o all’occasionale mentina malformata che troviamo nella scatolina delle Tic Tac».
Giganti I profeti dell’Islam, spesso descritti come più grandi del naturale. Per esempio Adamo, dopo essere stato esiliato dal giardino dell’Eden, si dice che fosse alto sessanta cubiti, ossia una trentina di metri. «Naturalmente questi corpi giganteschi avevano bisogno di tombe gigantesche. Sparse in tutto il mondo islamico, le antiche tombe di parecchi personaggi biblici erano grandi come camion con il rimorchio. In alcuni casi, sempre secondo la leggenda, erano bare grandi come SUV che poi si erano ingranditi miracolosamente nel corso degli anni [...]. Si narra che la tomba di Eva a Jedda misurasse più di centottanta metri, cosa che meravigliò infinitamente Charles Montagu Doughty, il poeta e viaggiatore inglese del XIX secolo. Davanti alla colossale tomba di Eva, Doughty speculò che “l’ombelico della grande madre” dovesse trovarsi a un’altezza “superiore di quella di un grande cedro del libano” e che alla nascita i suoi figli “fossero più grandi di elefanti”. “Se era così grande la prima donna”, si chiese con stupore e soggezione, “come doveva essere Adamo?”».
Cemento Nel 1975, la presunta tomba di Eva a Jedda sigillata con una colata di cemento dalle autorità saudite (secondo la confessione wahhabita, venerare i resti fisici degli antenati è idolatria).