Melania Di Giacomo, Corriere della Sera 15/8/2012, 15 agosto 2012
ROMA —
«Wind Jet continua per la sua strada e valuta altre ipotesi di cessioni», mentre Alitalia «ha confermato il suo interesse per la compagnia catanese ma non alle attuali condizioni». È il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, a riferire dell’incontro uscendo dalla sede del ministero. Alle otto di sera dopo oltre cinque ore di colloqui la situazione sembrerebbe allo stesso punto di venerdì scorso, dopo l’ultimatum dell’Enac alla compagnia di Nino Pulvirenti e l’annuncio dell’Alitalia della rottura delle trattative. L’incontro — due per la verità, uno con le compagnie presieduto dal sottosegretario Guido Improta, l’altro con i sindacati e gli enti locali, con l’unità di crisi di Giampietro Castano — è servito però a definire le posizioni e a tracciare la road map: Wind Jet chiederà il concordato preventivo presso il tribunale di Catania, e cercherà altri possibili partner. Intanto i passeggeri vanno «riprotetti» fino al 31 agosto. Mentre l’Alitalia, che non è disposta ad acquistare una bad company, non ha perso l’interesse per gli asset della low cost, le rotte e i potenziali clienti.
Il percorso dovrà avere tempi ben scanditi, dal momento che ci sono in gioco 500 posti di lavoro più l’indotto. Occorre quindi preservare i livelli occupazionali, oltre che evitare ulteriori disservizi: una situazione per questo in predicato di amministrazione straordinaria, e che dovrà trovare una rotta entro settembre. Inoltre secondo quanto garantito dal ministro ai sindacati, entro agosto ci dovrà essere una comunicazione sulle iniziative intraprese da Wind Jet, e a breve dovrà essere istituito un tavolo permanete sullo stato di crisi del trasporto aereo.
Che non si potesse sperare in un esito positivo e immediato l’aveva preannunciato, perentorio, l’ad di Alitalia, Andrea Ragnetti: «Francamente con Wind Jet non c’è nessuna possibilità di riprendere un dialogo». Arrivando aveva messo subito in chiaro che non sarebbe uscita nessuna ricucitura con i rappresentanti della compagnia catanese. «Soltanto un ingenuo — ha aggiunto — può pensare che Alitalia abbia cercato scientemente di far fallire Wind Jet, che invece è fallita o fallirà semplicemente per cattiva capacità gestionale». Alitalia lamenta invece di dover sopportare un costo di 80 mila euro al giorno per assicurare i voli sostitutivi ai passeggeri di Wind Jet (che pure devono pagare una tariffa agevolata).
Gli ultimi bilanci d’esercizio della compagnia catanese sono stati chiusi in perdita e con numeri in costante aumento: -3 milioni nel 2010 e oltre -10 milioni stimati nel 2011. In totale i debiti a fine 2010 si attestavano a 134,8 milioni, di cui 28,2 milioni con le banche e 68,3 milioni con i fornitori. Antonino Pulvirenti — ha scritto Radiocor — aveva venduto nel 2009 per 10 milioni alla compagnia aerea il marchio Wind Jet detenuto attraverso la Meridi, la società di supermercati a sua volta azionista del 37,5% del vettore aereo. Un costo peraltro che la compagnia non era in grado di sopportare, e che è stato dilazionato.
Tra trattative e ultimatum sono i lavoratori a farne le spese. La compagnia ha confermato la sospensione, «a fini cautelativi», della licenza. Lasciando a casa personale di terra, tecnici, assistenti di volo e piloti, che hanno scritto una lettera aperta ai passeggeri che stanno subendo disagi negli aeroporti: «Sembra poco credibile che qualche capriccio momentaneo costringa te a pagare un iniquo sovraprezzo», «e noi a sostare in aeroporto per fare presente che gli aeroplani non volano da soli». E ancora: «La nostra compagnia non è fallita». Una affermazione che per adesso sembra voler dar forza alla disperazione.
Melania Di Giacomo