Frammenti, 14 agosto 2012
Tags : Marilyn Monroe
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE “MONROE
MARILYN”
«Ancora ventisei anni dopo la sua morte, Arthur Miller non amava parlare in pubblico di Marilyn. Se lo ricordano i tantissimi intervenuti, a Milano, nello Spazio Krizia dove il 19 aprile 1988 il celebre drammaturgo presentava Timebends-Svolte , la sua autobiografia appena tradotta da Mondadori. Già all’ingresso veniva notificato ai presenti, uno per uno, il desiderio di Mr Miller di non ricevere domande su Mrs Monroe. E così fu. Eppure, nel libro, non sono poche le pagine in cui la bionda divina occupa la scena. E, rispetto all’acida commedia Dopo la caduta rappresentata già nel ’64 (Marilyn era morta nell’agosto del ’ 62), sono pagine tutto sommato affettuose, in cui le ferite - di Miller - sembrano in parte rimarginate. Si erano sposati nel ’56. Marilyn aveva da poco interpretato Quando la moglie è in vacanza, il film di Billy Wilder che mandò in frantumi il suo matrimonio con il campione di baseball Joe Di Maggio; Miller aveva finalmente ottenuto il divorzio dalla prima moglie, la compagna di liceo Mary Grace Slattery sposata nel 1940 e con cui aveva avuto due figli. Da tempo, fra Il Grande Cervello Americano e Il Grande Corpo Americano (la definizione è di Norman Mailer) si consumavano incontri clandestini. Poi, proprio quando la Commissione per le attività antiamericane voluta dal senatore McCarthy convocava a deporre l’autore del Crogiuolo, ci furono le nozze. Fu un’unione difficile, burrascosa, tormentata. Miller, fra l’altro, lamentava che in tutto quel periodo non riuscì a scrivere niente. A eccezione della sceneggiatura di The misfits- Gli sbandati, l’ultimo film di Marilyn (e di Clark Gable: 1961, regia di John Huston). Sono quelli, comunque, gli anni delle migliori interpretazioni di Marilyn: Fermata d’autobus e A qualcuno piace caldo. Ma anche di Facciamo l’amore, il tragico gioco degli equivoci che vede la Monroe perdere la testa per Yves Montand, mentre Miller e Simone Signoret fanno da comprimari. Marilyn vuole un bambino da Miller, a un certo punto rimane incinta, ma non porterà in fondo la gravidanza. Miller, fuori di sé, accuserà Billy Wilder di aver provocato l’aborto con i maltrattamenti inflitti alla moglie durante A qualcuno piace caldo. Il resto di quei pochi anni (il divorzio è nel ’61) è interamente occupato dalle crisi di lei, i suoi troppi farmaci, le sue insicurezze, la dipendenza nevrotica da Lee e Paula Strasberg, gli insegnanti dell’Actors Studio. Il matrimonio successivo con l’austriaca Inge Morath, una fotografa dell’Agenzia Magnum, fu una sorta di quiete dopo la tempesta. Una quiete di lunga durata, chiusa solo - nel 2002 - con la morte della signora, da cui Miller ha avuto due figli, un maschio afflitto dalla sindrome di Down, e Rebecca, che ha sposato l’attore Daniel Day-Lewis. Con la Morath, Arthur compie viaggi nel mondo, in Russia e in Cina, che si tradurranno in libri-reportage. Da qualche tempo, nuovamente vedovo, aveva trovato una nuova compagna, Agnes Barley, una giovane pittrice. Però lo spettro di Marilyn non era mai riuscito a esorcizzarlo. Tanto che, nella sua ultima commedia, Finishing the Picture (rappresentata a Chicago nell’autunno scorso) c’è ancora lei, protagonista dell’ultimo film Gli spostati, mentre il personaggio maschile continua a dire tutto quello che non andava nel loro rapporto. Secondo Norman Mailer, uno come Miller non poteva sopportare di essere messo in secondo piano dalla moglie. Forse, dice ancora Mailer, Miller ha veramente cercato di dare un aiuto a quella ragazza troppo bella e troppo disperata. Ma, forse, non le perdonava di avere un’immagine troppo più grande della sua. Che continuava a perseguitarlo. Nel 1966, per esempio, come presidente del Pen International Miller, scrisse per chiedere la grazia per lo scrittore nigeriano Wole Soynka, condannato a morte. Il presidente della Nigeria, Gowon, gli rispose chiedendogli se era proprio lui il Miller che aveva sposato Marilyn Monroe. Avuta la risposta affermativa, Gowon graziò Soynka» (Ranieri Polese, ”Corriere della Sera” 12/2/2005).
Proprio negli anni della persecuzione maccarthysta, nel 1956, ”l’uomo più fortunato del mondo” aveva sposato, in seconde nozze, la donna che tutti gli uomini del mondo meno fortunati avrebbero voluto sposare, Norma Jean, una Marilyn Monroe trentenne, fresca del divorzio da Joe Di Maggio e non ancora devastata dalla propria insicurezza, dall’alcol e dalle pillole. La relazione tra ”il gufo e la gattina”, come fu prevedibilmente battezzata quell’unione tra l’allampanato scrittore newyorkese ormai perennemente nascosto dietro i suoi enormi occhiali e la succulenta bionda californiana (Marilyn era nata a Los Angeles, il primo giugno del 1926) fu inevitabilmente la materia per ogni tipo di elucubrazione psicoanalitica, di interpretazioni metaforiche, di facili simbolismi. Ma se il matrimonio era costituzionalmente destinato a fallire, come accadde infatti nel 1961 in uno squallido divorzio messicano, nessuna biografia o memoria ha mai stabilito se questi due esseri umani si fossero amati davvero, oltre all’attrazione fra opposti. Marilyn cercava in lui quel visto di uscita dalla gabbia dei bamboleggiamenti sexy, di mutandine esposte da sbuffi di aria, di stupidità bionda da copione che gli studios le imponevano. Arthur, che per lei scrisse la sceneggiatura del pessimo Misfits (Gli spostati, 1961), chiedeva vita, corpo, carnosità per un’esistenza che rischiava di evaporare nell’intellettualismo. Ma se era Miller a nutrire i sogni di emancipazione di Marilyn, era Marilyn a nutrire il portafogli di Miller. Pagava lei, per esempio, gli alimenti alla prima moglie di Arthur Miller. La loro ”story” andò a intercettare, e ad alimentare, un tempo che produceva miti indimenticati e crudeli, i Kennedy, l’alba della rivolta di una nuova generazione di baby boomers inquieti e destinati al Vietnam, l’integrazione razziale, la noia della prosperità post bellica, il confronto sempre più scottante con l’Urss, verso i missili di Cuba. La vita di Arthur Miller non finì con il divorzio da Marilyn, come invece finì la vita di lei, suicida appena un anno dopo, nel 1962, ma nella sua produzione artistica, il periodo ”post Marilyn” non tornò mai allo splendore del periodo ”pre Marilyn”. Dovette trascorrere quasi un decennio, dal matrimonio del ’56, perché tornasse in teatro con Dopo la caduta, un lavoro ovviamente ispirato, nella protagonista che si autodistrugge, alla vita della ex moglie (Vittorio Zucconi, ”la Repubblica” 12/2/2005)
La ninfa fragile, morte di Marilyn Monroe (sta in ERBANI Francesco (a cura di). L’Espresso 50 anni. Prefazione di Nello Ajello. Fotografie. Copertine d’epoca. Indice dei nomi. Fonti fotografiche. Mondadori Printing, Pomezia (Roma) 2005.
Cronox
I VOLUME - 1955/1964
(589 pagine)
Leggende da rotocalco narrano che l’allora socio di Ranieri, Aristotele Onassis - in seguito romperanno clamorosamente -, si offrì di combinare per l’amico un matrimonio hollywoodiano che avrebbe fatto di Montecarlo una ribalta turistica di livello planetario. La prescelta era Marilyn Monroe. La vulgata vuole che lei rifiutò (Laura Laurenzi, ”la Repubblica” 7/4/2005).
Sempre del 1967 è la famosissima serie di serigrafie su carta Marilyn di Andy Wahrol.
Corriere della Sera Magazine 01/02/2007, Aldo Grasso
Faceva parte dell’orchestra che al Madison Square Garden accompagnò la serenata di Marilyn Monroe a John Kennedy nel ’62. (ABDUL-JABBAR Kareeem (Ferdinand Lewis Alcindor Jr)) (Emanuela Audisio, “la Repubblica” 31/12/2005).
Se l’esercito francese in Indocina aveva avuto il Bordel Militaire de Campagne, un bordello autorizzato che viaggiava al seguito delle truppe, i vertici americani (che pure durante la guerra di Corea avevano portato Marylin Monroe tra le truppe per «sollevarne il morale») erano troppo puritani per autorizzare qualcosa del genere
Marilyn. Il Los Angeles Times ha pubblicato le trascrizioni delle sedute di Marilyn Monroe col suo analista Ralph Greenson. Il passo più clamoroso riguarda Joan Crawford: Marilyn ci andò a letto, ”lei ebbe un orgasmo gigantesco, gridava come se fosse stata posseduta”, poi le chiese un secondo giro e Marilyn rifiutò spiegando che le donne non le piacevano molto. La sottomissione a John Kennedy risulta totale. Bob invece, con i suoi sensi di colpa cattolici, la stufava, voleva liberarsene e non sapeva come fare.
Anno II - Ottantunesima settimana
Dal 2 al 9 agosto 2005
Molti individui geniali o famosissimi – da Charlie Chaplin a Paul McCartney, da Leonardo da Vinci a Maradona, da Marilyn Monroe a Julia Roberts – sono mancini.
(Jacqueline Kennedy) «Chiese se poteva chiamarmi di tanto in tanto per una opinione indipendente. Voleva che sapessi che non era ingenua o sorda, come pensava molta gente alla Casa Bianca, sapeva dei tradimenti del marito. Fece molti nomi di donne, quella che la preoccupava di più era Marilyn Monroe»
Sara Gandolfi Sette, 06/05/2004 adige 26/12/2005
(Wanda Ferragamo) "Il suo passato mi ha sempre assillata, Ingrid Bergman, Kathaime Hepburn, Rita Hayworth, Bette Davis... Piedi e caviglie da sfiorare, gambe all’aria" e mostra la décolleté con 11 centimetri di tacco che Marilyn Monroe sfoggiava in A qualcuno piace,caldo. "Taglia 38, una bambolina, vede? Ho girato il mondo e speso oltre mezzo miliardo di lire per recuperare nove calzature che Salvatore le confezionò, il primo paio a un’asta di Christie’s nel 1999 m’è costato 42 mila dollari"
Panorama 08/03/2007, pagg.72-76 Stefano Lorenzetto
La Loos era convinta che le due persone più intelligenti del pianeta fossero Albert Einstein e Marilyn Monroe, ”talmente intelligente da poter fare la stupida”, diceva"
Il Giornale 11/03/2007, Stefano Lorenzetto
Per un certo abito che Marilyn Monroe indossava nel 1962 e che trentotto anni dopo fu acquistato per 1,2 milioni di dollari dalla società Gotta Have It, ci sono adesso offerte per cinque milioni che Peter Siegel, il patron di Gotta, respinge perché convinto di poterlo vendere forse già dall’anno prossimo a dieci milioni.
Giorgio Dell’Arti, 8/4/2008
ETERNITA’/1 Il fondatore di Playboy Hugh Hefner ha chiesto e ottenuto di essere seppellito nel cimitero di Los Angeles accanto a Marilyn Monroe, la prima ragazza ad apparire svestita sul paginone centrale della rivista nel dicembre 1953. «Chi non vorrebbe giacere per l’eternità acanto a Marylin?» ha spiegato (Laura Laurenzi, la Repubblica 3/3).
Leon Constantiner, un collezionista ebreo di New York proprietario anche dei 59 ritratti nudi di Marilyn Monroe scattati da Bert Stern pochi mesi prima del suicidio dell’attrice.
Stefano Lorenzetto, Il giornale 15/03/2009
A volte sono davvero curiose le associazioni di idee. Quando sento parlare di Gianfranco Fini mi vengono in mente due luoghi. Il primo è un ipermercato emiliano, il secondo un patio di Montecitorio. L’ipermercato è quello di Casalecchio di Reno, un comune alle porte di Bologna. Sei anni fa sorgeva, e penso sorga ancora, su una strada che ricordava un personaggio a metà fra lo spettacolo e la tragedia: via Marilyn Monroe.
Giampaolo Pansa, il Riformista 20/3/2009
Marilyn Monroe a 12 anni si comprò dei jeans e gli insegnanti la rispedirono due volte a casa a cambiarsi.
«Mi piaceva tanto ridere forte! Prendevo una bicicletta in prestito e volavo via. Cominciavo a ridere al vento, correndo come un fulmine e ridendo, ridendo! Adoravo il vento. Sembrava che mi accarezzasse» (Marilyn Monroe).
«Diamonds are a girl’s best friend» (Marilyn Monroe in Gli uomini preferiscono le bionde).
Marilyn Monroe all’entrata dell’Actors Studio faceva l’operaia
Secondo una classifica di Sky Movies e InStyle Magazine i dieci abiti più belli del cinema sono in ordine: l’abito verde di Keira Knightley in Espiazione, l’abito bianco di Marilyn Monroe in Quando la moglie è in vacanza,
Essere bionde sorridenti e disponibili, tutte denti e gengive e natiche entusiaste come cuccioli sotto un lenzuolo di seta, secondo la spettacolare definizione che delle terga di Marilyn diede un cronista dell’epoca, James Bacon, è garanzia che si entrerà nel novero delle dumb blondes, le bionde cretine su cui pullulano decine di libri di barzellette sconce o, al contrario ed è ancora più deprimente, saggi fintamente dotti sulle ragioni per cui già i cavernicoli prediligevano accoppiarsi con la femmina che ricordasse loro il sole fonte di vita e i greci aggiungessero un premio produttività alle prostitute dotate di parrucca bionda che faceva ricchezza lubrica, ed è tutto verosimile ma certo non materia per trattati.
• Claudia Koll. Dice di venerare Eleonora Duse. «Ho comprato una collezione di sue fotografie appartenuta a Marilyn Monroe e il baule con i vestiti che la Divina, nella sua vita da zingara di lusso, non abbandonava mai».
Fonte: La Stampa 12/05/2007, pag.21 Raffaella Silipo
Alla domanda di cosa portasse come camicia da notte, Marilyn rispondeva: Chanel N° 5. Aveva detto tutto» (Jean-Paul Guerlain)
Purtroppo il mondo femminile non resiste al tempo. Marilyn è Marilyn perché la morte l’ha sottratta alla decadenza. La Bardot non è più la Bardot, anche se è sempre la Bardot. (Sgarbi)
Marilyn Monroe viene trovata morta nella camera da letto della sua casa di Brentwood, a Los Angeles, all’età di trentasei anni. Probabile causa del decesso una overdose di barbiturici.
Siamo nel novembre del 1953, in piena Guerra fredda, quando giunge nelle edicole americane una nuova rivista priva di data e di numero progressivo: pezzo unico. Si chiama "Playboy" e vende in pochi giorni 50 mila copie. All’epoca in America vigono leggi severe contro la pornografia. Non esiste la controcultura con le sue provocazioni, e il Greenwich Village è solo un luogo un po’ bohémien. La Beat Generation deve debuttare, mentre Elvis guida ancora un camion a Memphis; inoltre, chi va in giro con una copia di "Tropico del Cancro" di Henry Miller rischia l’arresto.
A far salire le vendite di quel primo numero della nuova impresa commerciale è la fotografia di Marilyn Monroe scattata da Tom Kelley, e comprata a modico prezzo da Hefner in una casa editrice di calendari e poster di pin-up che vi ha rinunciato per non rischiare una denuncia per oscenità. Con quell’immagine, poi diventata celebre, Hefner inventa la pornografia moderna. Non perché ha usato un nudo umano, scrive Beatriz Preciado, 41enne filosofa spagnola, allieva di Agnes Heller e Jacques Derrida, nel suo libro "Pornotropia" in uscita con Fandango. Il padrone di "Playboy" inventa la pornografia moderna perché ha impiegato design e colore, e disposto il nudo in un pieghevole che fa della rivista solo un supporto: contrasto, colore rosso , ingrandimento, e soprattutto pagina doppia. Tutto questo è più pornografico del nudo stesso.
(Marco Belpoliti, l’Espresso 3/3/2011)
L’ARTE DEL COPIONE - A kiss on the hand / May be quite continental / But diamonds are a girl’s best friend”. Così cantava Marilyn Monroe, e qualche scena dopo – sempre nel film “Gli uomini preferiscono le bionde”– coscialunga Jane Russell con la parrucca color platino.
Mariarosa Mancuso, Il Foglio 12/03/2011
«Marilyn? Quella lesbica?».
Beppe Cottafavi, Il piccolo libro degli insulti, Mondadori 2000
«Marilyn ci ha staccato tutte morendo giovane. Ma io sono stata a un passo dalla morte molte volte. Arrivare a un passo dalla morte è la mia specialità. Anche questo conta qualcosa, non credete?».
c.a. bis., il Fatto Quotidiano 25/3
un solo abito sbagliato può dare alla propria vita una svolta indesiderata, vedi Marilyn Monroe quando si ostinò a farsi cucire addosso quell’abito di chiffon e cristalli per augurare buon compleanno al “suo” Jack che invece, dopo l’esibizione senza biancheria della sua bella davanti alla nazione, sparì consegnandola al fratello Bob.
Fabiana Giacomotti, Il Foglio 2/4/2011
1 giugno 1962
Il compleanno di Marylin
• Marilyn Monroe trascorre il suo 36º compleanno in compagnia dei figli del professor Greenson, il suo psichiatra.
Fonte: Il Giornale 22 maggio 2008, Sergio Rotondo
C’è Marilyn, bella, di una bellezza buffa e gonfia e patetica, che “stufa di far da troia clandestina, lei già più volte divorziata, sognava ricevimenti di capi di stato, con verginità di fenice, da First Lady”. E fatale fu il suo dividere corpo e lenzuola con i Kennedy – finita nuda, a pancia in sotto, “infilata di supposte letali”. E così: “Punita per aver segnato l’epoca con la sua nociva bellezza, o cara agli Dei per non aver conosciuto vecchiaia?”. (Ceronetti, Stefano Di Michele, Il Foglio 3/9/2011)
Lo abbiamo imparato da una scena in cui Marilyn Monroe vede qualche giovanotto alla tavola calda e urla alle amiche “Maschi!”, con gli occhi che fan scintille.
Era nel film “Come sposare un milionario”.
Mariarosa Mancuso, Il Foglio 1/10/2011
Ma nel corso di quasi due millenni, al di là delle moderne icone di culto immortalate anche attraverso il mito del cinema come Marlene Dietrich o Greta Garbo, c’è una sola immagine che può stare alla pari con quella di Antinoo: la Gold Marilyn di Andy Warhol. Anche Marilyn fu l’amante perduta da tutti; anche lei morì giovane nel fulgore della sua bellezza; anche lei si suicidò; anche lei è stata deificata da un culto universale simile a quello tributato ad Antinoo da Adriano. Anche a lei sono stati eretti monumenti e il più celebre fra tutti è la prima delle serigrafie del suo volto, la Gold Marilyn in cui Warhol, nel 1962, la consacrò su fondo oro, come un’icona bizantina. Una bellezza divina e trascendente, fatta per essere ammirata, adorata e per questo serializzata come fu la statua di Antinoo.
Francesca Bonazzoli
Il fotografo lo sa, perché le ha viste tutte. Douglas Kirkland ha 78 anni e una col- lezione di ritratti da museo delle dive. Ha scattato Marilyn Monroe una sera di novembre del 1961, avvolta in un lenzuolo che pretese di seta
Nel suo straordinario resoconto (non saprei come altro definirlo) su Marilyn, Truman Capote ripete più volte la domanda che immagina si sentirà rivolgere all’infinito dopo averla incontrata: «Com’è VERAMENTE Marilyn?». Lei sembra più preoccupata di lui dalla possibile risposta. Cerca di capire cosa le convenga o le faccia torto rivelare o proiettare di sé. Alla fine, dopo che ha pianto, riso, affascinato, conclude: «Dirai che sono una balorda». E lui: «Ovviamente, ma direi anche...». Qui il superbo narratore fa una pausa di suspence, manda avanti il tempo per usarlo come un’arma impropria, inscrive una parentesi in cui la luce svanisce e Marilyn sembra fare altrettanto, facendogli venire la tentazione di alzare la voce per richiamarla urlando il suo nome e domandandosi perché le cose siano dovute andare in quel modo, perché la vita debba essere così marcia. Poi fa un passo indietro: «Ma direi anche che sei una bellissima bambina».
GQ luglio n. 154 2012
E Marilyn? Lei ha girato due film, con la Monroe...
Marilyn è un caso a parte. Una ragazza difficile, sa: mai completamente rilassata e, negli ultimi anni, fors’anche mai completamente sobria... Una che aveva grossi problemi psicologici, grossi malesseri, grosse crisi d’abbattimento. Non era semplice lavorare con Marilyn, Marilyn non sapeva cosa fosse la puntualità, la convocavo per le otto di mattina e m’arrivava alle due del pomeriggio, io furente, la troupe furente, il produttore più furente di me e della troupe, e lei serafica, disarmante, con addosso qualcosa d’indefinibile, di particolare... La seconda volta che la chiamai il produttore minacciò di ritirarsi. Con una come quella, strillava, ci rimetti in nervi e quattrini. Se la tua preoccupazione primaria è la puntualità di un’attrice, gli dissi, posso scritturare mia zia di Vienna che sta sempre con l’orologio in mano. Ma non son sicuro che il pubblico gradisca... (Billy Wilder a Lina Coletti L’Europeo n. 3, 2005)
BRANDO — D’accordo. Ma ora un’altra domanda. Qualche tempo fa Burdick e io, seduti sull’orlo di una piscina, stavamo parlando del successo. Io ero rimasto molto colpito dalla morte di Marilyn. Era ricca, brava, sensibile, arguta, divertente. Quando morì, tutti in America rimasero profondamente impressionati perché sembrava incredibile che una persona così dotata potesse morire in quel modo. Ora la mia domanda è: che cosa pensa del successo? Lei è un uomo di successo e deve sapere che cos’è. Anche Burdick deve saperlo e anche George Englund, ora che ha diretto un bel film. […]
SUSSKIND — Per ritornare a Marilyn Monroe, di cui si è parlato un minuto fa, io credo che Marilyn, nonostante il successo si sentisse spiritualmente impoverita. Credo che il momento della sua maggior gloria abbia coinciso con il momento della sua maggior miseria. Si sentiva sola e miserabile perché non aveva nulla da desiderare. Probabilmente si svegliava la notte, ogni notte, per scoprire di non aver nulla davanti a sé. Così si spiegano i suoi molti matrimoni, così si spiegano i barbiturici e tutte le altre cose che ha tentato. Invece di sforzarsi di riempire un vuoto, Marilyn...
BURDICK — Io credo che il successo sia sopportabile, che siano sopportabili il danaro e anche la miseria. Ciò che invece non è sopportabile è il successo ormai privo di stimoli, acquisito, incapace di produrre un arricchimento interiore. In questo caso il successo significa morte. Ed è a questo punto che ci si comincia a confondere.
L’Europeo n. 3, 2005
Tony Curtis. di Marilyn Monroe disse la celebre battuta: “Bacia come Hitler” e ammette ora, con qualche disinvoltura, di essere stato suo amante, e che lei “era giusto una delle tante”
•••
Gli attribuiscono la frase: “Baciare Marilyn Monroe era come baciare Hitler”.Lo pensava davvero? “Non ho mai pronunciato una frase simile. In realtà, io e Marilyn eravamo stati amanti circa dieci anni prima di interpretare insieme A qualcuno piace caldo, quando lei aveva 19 anni e io 22. E ricordo che durante la lavorazione del film di Billy Wilder, Marilyn non stava bene, arrivava in ritardo sul set, non ricordava la parte e i produttori pensavano di licenziarla. Credo che tentò di prendersi una piccola rivincita quando nella scena sul sofà, nella quale ero vestito da donna e dovevo abbracciarla, lei non ebbe pietà e fece di tutto affinché io avessi un’erezione. E ci riuscì. Per questo dissi allora che baciare Marilyn era come scoparla, e chiedo scusa per l’espressione”
Del film ricordo la singolare ricerca del vestito femminile che avrei dovuto indossare. Mentre quelli di Marilyn Monroe erano stati ordinati a un sarto famoso, specializzato in vestiti per il cinema, il mio lo cercarono nel deposito di vestiti della Warner. Alla fine si chiese allo stesso sarto di Marilyn di prepararne uno per me. E il giorno che mi prese le misure, passò anche da lei. Rilevandole le proporzioni del sedere le disse che il mio culo era più bello del suo. Lei reagì furiosa, si sbottonò la blusa e mostrando il petto, esclamò: ‘Però non ha un paio di tette come queste!’”.
(Ann Bancroft) in La tua bocca brucia, dove si disputava il pilota Richard Widmark con un’esordiente di nome Marilyn Monroe. Sul grande schermo debutta nel 1952 con Don’t Bother to Knock di Roy Ward Baker vicino a Marilyn Monroe.
(Clark Gable) Il suo ultimo film, Gli spostati (The Misfits, 1959) lo vide a fianco di Marilyn Monroe, la quale da ragazzina aveva tenuto sul comodino per anni una sua fotografia autografata dicendo a tutti che si trattava del suo «vero padre»... La sera precedente al primo ciak insieme, la Monroe prese tanti di quei tranquillanti che si svegliò nel pomeriggio del giorno dopo...
TONY CURTIS L’INCONTRO-
A ottantatré anni, appena trenta di meno della storia del cinema, è una matassa di flashback, soprattutto d´area proibita, dietro le quinte. I primi che sbroglia sono due aneddoti da leggenda, entrambi su Marilyn Monroe, di cui non è stato solo l´invidiato partner in A qualcuno piace caldo nel ”59, ma, dieci anni prima, l´ancor più invidiato compagno, lui ventiquattro anni, lei ventuno, lui agli inizi di carriera, lei ancora sconosciuta, ma già unica, generosa Marilyn. «Siamo stati insieme sei-sette mesi, poi ciascuno è andato per la sua strada», ricorda Tony Curtis: «Era una ragazza stupenda, ne ero innamorato. Un momento magico della mia vita. È stato bellissimo anche rivederci, dieci anni dopo, e recitare insieme. Ma Marilyn era già diventata un´altra, piena di difficoltà nel suo lavoro, priva di autocontrollo. Anche in A qualcuno piace caldo, tendeva ormai a portare sé stessa nei suoi personaggi. E nella vita privata aveva la rara capacità di circondarsi di persone sbagliate, dall´influenza nefasta. Ero lontano da lei quando è morta. Sono sicuro che è stato un suicidio, non un omicidio: l´ultimo gesto del suo malessere, del suo mal di vivere. Nessuno ha ucciso Marilyn, è stata lei a farla finita».
Con la malinconia e la pena per un periodo in cui la Monroe era quotidianamente a rischio licenziamento per le costanti amnesie e i cosmici ritardi, riemergono gli aneddoti, entrambi gioiosi, legati al set del film di Billy Wilder. Il primo riguarda la celebre sequenza del divano, in cui Curtis, in abiti femminili nel ruolo di Josephine, deve abbracciare con innocenza la prorompente Zucchero Kandiski. È vero che Marilyn ricorse a ogni malizia per eccitarla e far così spuntare sotto la gonna un´erezione? «Verissimo! Era il suo modo di riaversi dalle frustrazioni. E, forse, di mettere alla prova quelle degli altri». L´altra voce che reclama conferma è la "sfida del centimetro" tra Curtis e Marilyn, al momento della confezione degli abiti: «Tutto vero. Dopo aver inutilmente tentato di adattarmi abiti "d´archivio", di Debbie Reynolds o Loretta Young, il sarto della Monroe si rassegnò al vestito su misura, prendendomi ascelle, fianchi, gambe. Passando subito dopo nel camerino di Marilyn, alla verifica del lato B sbottò: "Ehi, ma qui Tony ti batte!". E lei, aprendosi di colpo la camicetta: "Vediamo se mi batte anche qui!"». L´attore ride di gusto, mimando la scena: ritrova di colpo il volto birbone dei film della giovinezza, ora schiacciato sotto un cappellone texano che cela la calvizie, spesso immusonito, quasi sprezzante dei clic a mitraglia, che spiano l´icona invecchiata.
Mario Serenellini, la Repubblica 8/2/2009
Il primo numero di Playboy, fondato a Chicago dall’ungherese Hugh Hefner, uscì nel dicembre 1953, e aveva in copertina Marilyn Monroe. Tirò 53mila copie, che andarono esaurite in pochi giorni. Copie dello stesso numero sono vendute oggi su eBay a 67mila dollari.
Alberto Flores D’Arcais, Affari e finanza 11/5/2009
Oltre alla passione per i testi letterari, e per la loro trasposizione sul palcoscenico o sullo schermo, c´è un altro sentimento forte che lo anima: l´adorazione per Laurence Olivier. Immensa icona shakespeariana che proprio lui, Kenneth, ha appena finito di interpretare nel film My Week with Marilyn di Simon Curtis, centrato sul rapporto tra l´attore scomparso nel 1989 e la Monroe (a incarnarla è Michelle Williams) sul set de Il principe e la ballerina.
Andy Warhol amava Marilyn e l’ha trasformata nell’icona definitiva della pop art.
Solo nello scorso mese di novembre, sono state battute all’asta opere di Warhol per un ammontare di 100 milioni di dollari. E una serigrafia di Marilyn, identica a quella che mi regalò nel Natale del 1971, è stata appena venduta per 45 mila euro.
Teorico del disordine?
«Viva l’armonia dell’imperfezione. C’è qualcosa di più imperfetto del corpo di Marilyn Monroe? (Albertazzi a Dotto 28/3/2007)
Nel 2000 nella sede di New York l’asta di memorabilia di Marilyn Monroe raccolse 13,4 milioni di dollari (quasi 10 milioni di euro). Il pezzo forte fu l’abito bianco aderente e tutto luccicante (8 milioni e mezzo di euro) che l’attrice indossava il 19 maggio 1962, quando cantò Happy Birthday al presidente americano, John F. Kennedy.
Vidi da vicino anche la povera Marilyn, con la carnagione così delicata che pareva di panna montata. (Valentina Cortese)
Negli anni ricchi di speranze e poveri di dollari, aveva diviso la stanza con Marilyn Monroe. Le legava un profondo affetto, la Monroe raccontava che Shelley(Winters) le aveva insegnato quel modo speciale di stare davanti alla macchina da presa, con il capo reclinato indietro, lo sguardo abbassato, le labbra dischiuse.
Il primo numero, senza data di scadenza per non correre rischi, aveva come playmate, nella doppia pagina centrale, nientepopodimeno che Marilyn Monroe. Hefner, che aveva dovuto prendere in prestito seimila dollari per far nascere la sua rivista, comprò i diritti dell’immagine di Marilyn Monroe per 500 dollari da una ditta di calendari un po’ spinti con sede nei sobborghi di Chicago.
In pochi giorni Playboy vendette 54 mila copie. Dopo vent’anni, il numero del novembre 1972 raggiunse il record di 7 milioni e 12 mila lettori. Un po’ meno dei 7 milioni 405 mila 926 diavoli registrati con tanto di nome dalla Chiesa cristiana alla fine del 1300, ma tuttavia sempre un bel numero di lettori. Ancora oggi, quando culi, poppe e tutto quello che sta davanti, dietro, sotto e dentro si possono guardare su Internet gratis, e il diavolo ha preso forme ben diverse e più pericolose del sesso, Playboy continua a vendere nel mondo tra i quattro e i cinque milioni di copie, con un 14 per cento di lettrici donne.
(Andy Warhol) Le sue serigrafie ossessive di Marilyn Monroe (di un volto in particolare che lei offrì alla macchina fotografica, simile a una cameriera di drive in degli anni Cinquanta stanca di sfoggiare l’ennesimo invito sessuale rozzo ma non del tutto privo di interesse) trasformano Marilyn in una maschera tinta e ritinta, nel vistoso e triste teschio che rimane quando è vista senza desiderio.
Ricordo anche Philip Halsman e la sua straordinaria vocazione per la fotografia in movimento. La sua più straordinaria invenzione fu far saltarellare la gente. Si dice che per una copertina del 1959 fece saltare Marilyn Monroe per ben duecento volte.
Susanna Legrenzi Io donna, 30/10/2004
«Ho avuto una piccola infatuazione per Marilyn Monroe - accennò - mentre stavamo girando Love Happy. Mi ricordo che solo a parlare con lei sul set mi si drizzava». E durante un piccolo spuntino: «Non avrei mai pensato che mangiare un fico sarebbe stata la più grande emozione della mia vita». (Groucho Marx)
Persino Marilyn Monroe - lo abbiamo visto quando, nell´ultima asta dei suoi memorabilia, è stata impudicamente messa all´incanto persino la sua biancheria personale - utilizzava i famosi "pescetti": le imbottiture ovali rimovibili da sistemare all´interno delle coppe. Il reggiseno di Marilyn, che in Quando la moglie è in vacanza racconta di «tenere gli intimi in frigorifero» (Laura Laurenzi, la Repubblica 18/2/2006)
Recentemente ha ”aiutato” un collezionista a comprare una Marilyn di Andy Warhol per 80 milioni di dollari
First Panorama 23/11/2007, FRANCESCO BONAMI
Nel mirino del «comitato per le attività antiamericane» finirono anche Arthur Miller e Marilyn Monroe (al tempo sua moglie); quest´ultima si rivolse per aiuto a John F. Kennedy, a quei tempi senatore del Massachusetts, visto che nella commissione di McCarthy sedeva anche suo fratello Robert.
La Repubblica 24/12/2007, pag.24 ALBERTO FLORES D´ARCAIS
La divina Greta Garbo faceva la commessa in un grande magazzino di Stoccolma, mentre Norma Jean Baker. quando ancora non era Marilyn Monroe, si guadagnava il salario da operaia in una fabbrica di paracadute.
Novella
Non fu l’unico suicidio «eccellente» della psicanalisi, che ne è particolarmente ricca, come ha mostrato Luciano Mecacci nel suo ormai celebre Il caso Marilyn M. e altri disastri della psicanalisi.
Tommy Cappellini, il Giornale 3/9/2008, pagina 28
E le bambole di Marilyn?
«Ne ho tante. Quello che mi appassiona di più è il grande lavoro dietro di lei, quello che uno studio cinematografico è riuscito a fare con una donna. Prima di diventare Marilyn era una bella ragazza come ce ne sono molte. Poi cambia il trucco, i capelli, i vestiti, fa un certo tipo di film ed ecco che nasce un mito. stata anche il mio primo sogno erotico, avevo tredici anni».
Ha sposato Justine Mattera perché ricorda Marilyn? (Paolo Limiti)
Addio Tony Tony Curtis, star dei tempi d’oro di Hollywood, è morto lo scorso 30 settembre di una malattia polmonare. Aveva 85 anni. Ebreo, cresciuto nel Bronx, passato per l’orfanatrofio, aveva sposato, tra le altre, Janet Leigh, che gli aveva dato Jamie Lee, la bella e atletica protagonista di Un pesce di nome Wanda. Un anno fa, nella sua autobiografia, aveva raccontato l’amore con Marilyn Monroe, nato sul set di A qualcuno piace caldo. Marilyn, sposata in quel momento con Arthur Miller, aveva a un certo punto aspettato un bambino da lui che poi aveva perso.
Vanity n.42 del 6/10/2010
Marilyn Monroe si scatenava, i suoi piedi, coi calcagni inchiodati a turno sul pavimento, scandivano il tempo come frenetici metronomi.
GIUSEPPE VIDETTI , la Repubblica 5/6/2011
Più del 90-60-90 di Marilyn
(Maria Schell) Nei Fratelli Karamazov di Brooks è la bella e troppo amata Grushenka (parte offerta all’inizio alla Monroe),
La gioielleria Harry Wilson, dove Richard Burton andava a comprare regali per Liz Taylor e dove Aristotele Onassis comprò l’anello di fidanzamento per Jackie Kennedy.
Marylin Monroe che nella canzone Diamonds Are A Girl’s Best Friend cantava: «Parlami, Harry Wilson».
A qualcuno piace caldo, con Marilyn Monroe che suonava l’ukulele,
nel ”41 Norma Jeane Baker era ancora un’adolescente californiana problematica che flirtava col figlio dei vicini e ignorava, lei per prima, che un giorno avrebbe fatto innamorare il mondo sotto il nome di Marilyn Monroe.
(Colazione da Tiffany) Non per niente la prima scelta di Capote è proprio lei, Marilyn Monroe. Ma i produttori, Marty Jurow e Richard Shepherd, sanno che sarebbe una Holly pessima: la diva è incontrollabile ma, soprattutto, è una bomba del sesso. Già lo sceneggiatore, George Axelrod, ha i suoi guai a smorzare l´eroticità della situazione: la censura bloccherebbe tutto. E se non Marilyn chi?
ANGELO AQUARO la Repubblica 25/7/2010
Spazzatura che vola dalle finestre, sadici vigili e quadri che raffigurano forme di gorgonzola, come nella scuola Marilyn Monroe, del Bianca di Moretti, dove al posto del ritratto di Sandro Per-tini, troneggiava Dino Zoff al Bernabeu di Madrid.
Marilyn Monroe madrina del carciofo all’Artichoke Festival di Castroville (California).
Cronologia 1949 maggio
Il bacio più comico
Direi quello che Marilyn Monroe si sforza di far sentire a Joe, alias Josephine, alias Mister Shell (cioè Tony Curtis) in A qualcuno piace caldo: sdraiato sul divano dello yacht, lui sostiene che nemmeno il dottor Freud era riuscito a farlo uscire dal suo torpore sensuale, ma non aveva fatto i conti con chi si era esercitata «vendendo baci per il soccorso invernale».
Paolo Mereghetti, Corriere della Sera 31/12/2011
“L’enigma della morte di Marilyn Monroe”, di Francesco Mari, Elisabetta Bertol e Barbara Gualco (Le Lettere, 159 pp., 16,50 euro)
“Cursum perficio”: in latino, “ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede”. E’ un brano della lettera di san Paolo a Timoteo, scritto su alcune mattonelle all’ingresso della villa acquistata da Marilyn Monroe a Los Angeles un anno prima della morte. Era la prima casa che la pur ricchissima diva avesse posseduto durante la sua vita: un sogno di radicamento, drammaticamente conclusosi nella notte tra il 4 e il 5 agosto del 1962. E’ un particolare casuale, ma considerato abbastanza “suggestivo e significativo” da essere citato nel titolo di questo testo che tre docenti di Tossicologia forense e Criminologia forense dell’Università di Firenze hanno dedicato al mistero di quella morte, nel cinquantesimo anniversario. Un mezzo secolo in cui non sono mancate le rivelazioni più fantasiose. Nel fare una dettagliata ricostruzione di queste ipotesi alternative, i tre autori si attengono però strettamente al dato scientifico. Non c’è ovviamente alcun dubbio che Marilyn Monroe sia morta per avvelenamento, ma gli stessi dati dell’autopsia non recano le tracce di un’assunzione orale. Vi sono invece quelle incontrovertibili di un’assunzione per via rettale. Una delle verità alternative citate parla in effetti di sicari che avrebbero utilizzato una supposta avvelenata, ma gli autori ricordano anche che la diva si faceva praticare clisteri, e si soffermano su una governante particolarmente sospetta.
«Io non so chi abbia inventato i tacchi alti - cinguettava Marilyn Monroe - ma tutte le donne devono loro molto».
Chi può dimenticare l’erotismo di Marilyn Monroe che, in Quando la moglie è in vacanza, scende le scale sui suoi sandaletti dai tacchi alti guarniti di marabù? Anche la scarpa aperta dietro inizialmente fece scandalo perché enfatizza la nudità del piede.
La Stampa 23/12/09
nella villa di Santa Monica affittata con May Pang, e dove hanno soggiornato il fondatore della Mgm, Louis Meyer, l’attore Peter Lawford con la moglie Patricia Kennedy, e Jfk con Marilyn Monroe.
Stefano Montefiori, Corriere della Sera 20/07/2010
(Buffon) Cita Marilyn Monroe: «Meglio piangere su una Rolls Royce che in un tram affollato»
Massimo Nerozzi, la Stampa 13/11/2008
E in fondo Playboy, con la «Playmate», la ragazza del mese (nel primo numero, dicembre 1953, c’era Marilyn nuda)
Dopo «la straordinaria mancanza di risorse personali » di Marilyn (Arthur Miller)
il "mitico" Nembutal, il barbiturico ingerito da Marilyn Monroe. Nel suo sangue ne fu ritrovato l’equivalente di 40/60 pasticche e in seguito, per evitare l’effetto emulativo, i medici smisero di prescriverlo.
Anna Mazzone, Il Riformista 28/06/2009
Nella saga della maledizione delle Playmates spicca ovviamente Marilyn, la più bella, la più fragile, la più drammatica. Comparve sul primo numero della rivista assemblato artigianalmente sul tavolo della cucina da un giovane Hugh Hefner, indebitato. Il corpo di quella fanciulla disteso sul drappo rosso, che poteva essere contemplato per soli 50 centesimi, fece la fortuna di «Playboy». Non ne portò granché a Marilyn, che morì nel 1962 a 36 anni per un’overdose di barbiturici.
Bruno Ventavoli, La Stampa 20 febbraio 2007
È noto che fu Aristotele Onassis, socio di maggioranza della società che gestiva il casinò, a suggerire a Ranieri il matrimonio con una star hollywoodiana a scopo promozionale (fu contattata anche Marilyn Monroe, che però non la prese sul serio).
Ranieri Polese, Corriere della Sera 24/4/2007
Marilyn Monroe, che il marito Willy Rizzo fotografò per Paris-Match: «La prima volta che la vidi fu a New York nel locale El Marocco. Marilyn entrò come una nuvola di cipria. Sembrava che i suoi piedi non toccassero terra. Era
come sospesa in una celestiale leggerezza. Era vestita con un abito bianco
ricamato e sopra aveva una stola di volpi. Gioielli? Neanche uno. Non ne
portava. Truccata pochissimo, prima di scendere le scale si fermò per un attimo. Poi si mosse e io capii il motivo del suo irresistibile fascino.
Le altre donne venivano oscurate dalla sua bellezza e lei sembrava non
rendersene conto. Anzi, chiedeva scusa passando in mezzo ai tavoli. Non
ancheggiava, non mostrava seni prorompenti. Ballò un po’, poi così com’era entrata se ne andò» (Elsa Martinelli a Patrizia Saladini)
La conformazione giusta? «Modello Marilyn Monroe, quella magra non è mai stata, ma in sottoveste era uno schianto. Così ho rielaborato in versione carne e nera la toilette che indossava quando cantò ”Happy Birthday mister President”», racconta Valeria Marini
Antonella Amapane, La Stampa, 24/09/09
Anni prima, proprio in quel testo tradotto da Caronia, Ballard indagava «i punti di incontro tra i media e il nostro sistema nervoso», cercando di dare senso ad alcune morti mediatiche degli anni 60: da Marilyn a JFK. Nel libro, uscito nel ’70 in Inghilterra e nel ’72 negli Usa, e lì ritirato dal commercio, Ballard inserì lo scritto del ’68 «Perché voglio fottere Ronald Reagan»
Mario Porqueddu, la Lettura (Corriere della Sera) 01/04/2012
Porta un collant abbinato solo a un maxi pullover Marilyn Monroe nel film Facciamo l´amore, ma siamo già nel 1960
Laura Laurenzi, la Repubblica 8/3/2009
Nel ’57 sono andata in Usa per la Paramount. Quei contratti duravano 7 anni, lo firmò anche Marilyn Monroe. Eri loro proprietà esclusiva. (Ursula Andress)
«Il terzo fattore influente sul colpo di fulmine è il baby schema studiato da Konrad Lorenz. Ossia quelle caratteristiche che rendono un viso più dolce e attraente. Si notano facilmente nei volti di tutti i bambini favorendo risposte spontanee di cura, protezione e affetto da parte dell’adulto. Sorprendentemente si può constatare come questo comportamento istintivo sia suscitato anche dai cuccioli di animali e per questo viene definito un fenomeno ”cross specie”. Un meraviglioso esempio di tratti maturi integrati con quelli del baby schema è Marilyn Monroe, la donna più amata di tutti i tempi» (Raffaele Renna Perché ci innamoriamo-Guida pratica e scientifica alla scoperta del ”colpo di fulmine” (edizioni Il punto d’incontro))
Katarina, 40 anni di ghiaccio bollente. Il Giornale 03/12/2005. Monaco di Baviera. Due sole volte nella sua storia Playboy è andato esaurito in tutto il globo: la prima fu quando pubblicò le foto senza veli di Marilyn Monroe. La seconda quando apparve, nuda, Katarina Witt. Era il 1998…
Il Giornale 03/12/2005, pag.39 Marco Degl’Innocenti
Ma che cosa sarà che fa di un personaggio dello spettacolo una icona gay? Che cosa bisogna avere per entrare nel sacro recinto, insieme a Marilyn e Moira Orfei, Mina e Yma Sumac, Maria Callas e Loretta Goggi, Audrey Hepburn e Patty Pravo, Annie Lennox e Shakira, Mae West e Carmen Consoli, Tellulah Bankhead e Giuni Russo, Marlene e Donatella Rettore, Joan Crawford e Greta Garbo? Che cosa unisce tutte queste signore?
«Il talento, prima di tutto - discetta Canino -. Poi sono uniche, inimitabili, con look eccessivo, (e qui vengono in mente certe mises e certe acconciature di Mina). Perché una icona gay si rivela nel lungo periodo. E poi son sempre personaggi che hanno avuto una vita sentimentale difficile, movimentata, ma sono riuscite grazie alla loro personalità ad avere successo nella vita professionale».
Sergio Trombetta, La Stampa 13/12/2006, pagina 41
Noncuranza. "Una donna con la camicia bianca è una persona impegnata e ispirata. L’abbigliamento è l’ultima delle sue preoccupazioni. Penso a Kate Hepburn come a una donna con la camicia bianca. Ad Audrey Hepburn… a Jackie O. Certamente non a Marilyn Monroe" (lo stilista americano Isaac Mizrahi, intervistato su ”Harper’s Bazaar”, giugno 1998).
Marilyn Monroe. Nel 1957 ebbe il cane Hugo. Dopo di lui avrà Maf: nel testamento chiese che venisse restituito a Frank Sinatra, che glielo aveva regalato.
Elvira Serra, 18/10/2008, Corriere della Sera, p.27
alla Casa Bianca esistono (almeno) due passaggi segreti, e uno di questi al pianterreno si chiama «ingresso di Marilyn». Jfk amava moltissimo quella strettoia, e i suoi biografi ci hanno costruito mitologie.
nei Cinquanta inizia la teorizzazione del riccone da accalappiare. Immortali le protagoniste di «Gli uomini preferiscono le bionde», Marilyn Monroe e Jane Russell, che teorizzano l’inscindibile legame tra donne e diamanti, e «Come sposare un milionario», ancora la Monroe e con Lauren Bacall e Betty Grable: ciniche, ma poi il cuore prevaleva.
Adriana Marmiroli, la Stampa, 19/2/2009
PIGRIZIA. Tra i miti del passato, vince senza apprezzabili rivali, Marilyn Monroe, i cui ritardi leggendari non erano attribuibili a spocchia di diva, ma a un’incapacità congenita di sollevarsi da un letto o da un divano.
Henry Travers, Libero 9/6/2009
Marilyn con i sonniferi che le servivano a dimenticare di essere la donna più bella del mondo e, come le disse Arthur Miller, «la più triste che abbia mai conosciuto».
Matteo Persivale, Corriere della Sera 23/12/09
Le reliquie laiche dei personaggi del nostro tempo, più o meno trasformati in miti, vengono disputate sulla rete. Si va dalla biancheria intima di Marylin Monroe al pettine di Elvis Presley, dalle magliette dei calciatori a qualcosa che non è il caso di segnalare.
Armando Torno, Corriere della Sera, 3/5/2010
(Hank Jones) Era lui al piano il 19 maggio 1962 quando Marilyn Monroe cantò ”Happy Birthday Mr. President”, per il compleanno di John Fitzgerald Kennedy.
Il Foglio 29/05/2010
La notte prima di morire Marilyn Monroe cercò di recuperare l´amore perduto di Bob Kennedy con tutte le armi che lui e suo fratello John conoscevano già a fondo, servendogli però un segreto ancora più piccante: un bel gazpacho.
Finì come tutti sappiamo: la bionda più bella del mondo trovata morta all´alba del 5 agosto 1962. Il gazpacho, naturalmente, doveva essere solo l´antipasto: seguiva buffet rigorosamente messicano ordinato a domicilio nella dimora hollywoodiana di Brentwood.
angelo aquaro, la Repubblica 7/6/2010
Marilyn Monroe, non fu mai così bella come quella volta che andò in visita ai soldati americani di stanza in Corea.
Giampiero Mughini, Libero 10/6/2010
Nel febbraio del 1954 Marilyn Monroe, da poco sposata a Joe di Maggio e in viaggio con lui in Giappone, fece tappa
in Korea per intrattenere le truppe americane. Realizzò 10 spettacoli in soli quattro giorni cui parteciparono un totale di
100.000 soldati e marines. In seguito la Monroe avrebbe dichiarato che il viaggio in Korea "was the best thing that ever
happened to me. I never felt like a star before in my heart. It was so wonderful to look down and see a fellow smiling at
me." (Adele D’Arcangelo, tradurre per capire)
Per tenere in vita chi non c’è più si pagano 10 mila dollari la parrucca di Warhol color argento, 3 mila le radiografie di Marilyn Monroe, 7500 i baffetti di Chaplin.
Le grandi dive sono longilinee, con seno grande, vita stretta e gambe lunghe. Pensiamo a Rita Hayworth, Ava Gardner, Grace Kelly e Sofia Loren. Ma le superdive come Gina Lollobrigida, Elizabeth Taylor e Marylin Monroe sono piccole di statura, hanno seni un po’ più piccoli, vita stretta e fianchi larghi. Brigitte Bardot si colloca fra i due modelli, mentre conquista un suo spazio il tipo «Twiggy» di donna sottile, senza seno come Audrey Hepburn.
Vincenzo Pricolo, il Giornale 11/9/2010, pagina 16
Ma c’è un problema in più: ogni epoca ha il balbuziente che si merita. Un tempo i cacagli di turno rispondevano ai nomi di Aristotele, re Giorgio VI, Winston Churchill, Marilyn Monroe, Napoleone I.
Nino Materi, il Giornale 11/10/2010, pagina 26
Probabilmente l’ unica a disapprovare David Cameron sarebbe stata Marilyn Monroe che, a proposito di citazioni da archivio, amava ricordare: «Dicono che il denaro non faccia la felicità ma se devo piangere preferisco farlo sui sedili di una Rolls Royce piuttosto che su quelli di un vagone della metropolitana».
Fabio Cavalera, Corriere della Sera 16/11/2010
Monroe, che quella stessa «sconfitta» la visse per antifrasi, interpretando il ruolo dell’oca giuliva che non si accorge della crisi che arriva (e degli uomini che la umiliavano),
Paolo Mereghetti, Corriere della Sera 24/03/2011
i tacchi a spillo rinforzati in metallo, resi famosi da Marilyn Monroe
Luca Fornovo, La Stampa 13/6/2011
Il più grande, «Royono», che vediamo nei nostri porti in questi giorni, rimesso a nuovo, era considerato l’alcova navigante di JFK. Gli esperti di gossip assicurano che Marilyn Monroe fosse spesso a bordo.
VINCENZO ZACCAGNINO, La Stampa 22/7/2011
il set dell’ultimo film di Marilyn Monroe, Gli spostati, nel 1961 (fotografato da Erwitt)
Marilyn Monroe sussurava: «il sesso è natura e io seguo la natura ».
Karen Rubin, il Giornale 3/2/2012
Ma nessuno meglio di Marilyn Monroe seppe lasciare un’apologia del freddo. Nel film Quando la moglie è in vacanza dialoga con Ton Ewell. «Mi faccia mettere qualcosa addosso... Ora vado in cucina e mi vesto», sussurra la bionda. Lui: «In cucina?». E lei: «Sì. Quando fa caldo così, sa cosa faccio? Gli intimi li tengo in frigo».
Armando Torno, Corriere della Sera 7/2/2012
Marilyn Monroe balbettava soprattutto quando stava con Arthur Miller.
Giancarlo Dotto
Indignata per la messa in vendita su Internet delle "mutande caldissime di Marilyn Monroe" (morta il 5 agosto 1962 probabilmente per un’overdose di barbiturici nella sua villa di Brentwood), la senatrice democratica dello Stato della California Sheila Kuehl, ex stellina televisiva negli anni ”60, ha proposto una legge per garantire i ”diritti pubblicitari post-mortem” delle celebrità di Hollywood morte prima del 1985 (l’attuale legislazione californiana tutela l’immagine solo delle celebrità morte dopo questa data, assegnandone la gestione a familiari, eredi o società da loro designate).
Per esempio nelle mani di Andy Warhol, probabilmente il massimo esegeta della filosofia Polaroid, che ha quasi sempre usato come base per i celebri ritratti multipli, a Marilyn Monroe, Liz Taylor, Jackie Kennedy e ad alcuni dei più celebri stilisti italiani come Krizia, Armani, Valentino.
ricordiamo l’esempio di Joe Di Maggio, generoso secondo marito di Marilyn, moglie non certo fedele. Dopo la prematura scomparsa di lei, nel 1962 (e avevano divorziato da un pezzo), lui le fece deporre sulla tomba rose rosse ogni settimana. Finché non morì. Trentasette anni dopo.
Elvira Serra, Corriere della Sera 24/11/2008
Ma tra i maggiori acquirenti di Warhol figurano Gagosian, che nel 2007 spese 200 milioni di dollari per 15-20 opere del maestro pop americano, Mr Cohen, che ha acquistato una «Marilyn»,
Pierluigi Panza, Corriere della Sera 02/12/09
Solo dieci anni prima, Clark Gable aveva recitato, nel celebre film di John Huston «Gli spostati», la parte di un maturo ex cowboy che fa innamorare una divorziata e depressa Marilyn Monroe pur vivendo tra il gioco d’azzardo e la caccia ai mustang da avviare alla macellazione. Quella era ancora «frontiera selvaggia».
Glauco Maggi, La Stampa 9/12/2009
VARI - Lo schermo impuro. Divismo tra cinema e società. Presentazione di Renato Minore, testi di Vittorio Martinelli, introduzione Edoardo Bruno. Belle Fotografie. Cosmopoli, Roma 1998.
Veneziax
Angelina Jolie e Megan Fox, ad esempio, sfilano sui red carpet con i numerosi tattoo solo in parte nascosti dalle mise, in un gioco di vedo-non-vedo (ricordiamo, tra i tanti, l´enorme tigre sulla schiena della Jolie e il ritratto di Marilyn Monroe sull´avambraccio della Fox).
NON SI PUÒ PARLARE DI TONY CURTIS SENZA PARTIRE DA UNA QUINTA DI REGGISENO - La lavorazione fu tormentata. Il risultato sublime. “Avrei preferito baciare Hitler”, disse l’ebreo ungherese Tony Curtis (nato Bernard Schwartz da genitori poverissimi, cresciuto nel Bronx fra la pubblica carità e le risse di quartiere, morto ieri a 85 anni) ricordando le scene con Marilyn Monroe in “A qualcuno piace caldo”. L’attrice arrivava sul set in ritardo, perlopiù ubriaca e sull’orlo di una crisi di nervi, le scene dovevano essere ripetute decine di volte. Disperato, Billy Wilder chiudeva le battute di Marilyn nei cassetti; lei apriva il cassetto sbagliato e non riusciva a ricordare la frase “dov’è il bourbon?”.
Riccioli fissati con la brillantina, naso occhi e ciglia da sballo, Tony Curtis aveva un triplo ruolo. Era il jazzista che dopo aver assistito al massacro di san Valentino si traveste da Josephine, e assieme a Jack Lemmon-Daphne trova rifugio nell’orchestra “Susi e le sue dame del ritmo”. Poi il finto petroliere occhialuto che fa la corte a Zucchero Kandinsky, suonatrice di ukulele (Sugar Kane Kowalczyk nell’originale). Galeotta una conchiglia Shell raccolta in spiaggia, i due si danno appuntamento su uno yacht. Il miliardario usa il trucco più antico del mondo: “Le donne non mi interessano più. Qualcosa si è rotto qui dentro” (mano sul cuore, come ai tempi del muto). Lei lo bacia e lo ribacia (ha fatto allenamento vendendo baci per beneficenza al soccorso invernale), finché qualcosa succede. “Ancora niente?”. “Forse – dice lui, imitando la voce di Cary Grant – mi si sono appannati gli occhiali”.
Mariarosa Mancuso, Il Foglio 1/10/2010
E dopo il grande successo di visioni di The Apple Knockers and the Coke, un filmino anonimo del 1948 dove una giovanissima ragazza, che molti indicano come la futura Marilyn Monroe, gioca nuda con una bottiglia di Coca Cola, anche il settore «proibito» sta aspettando nuovi arrivi.
Paolo Mereghetti, Corriere della Sera 20/03/2011
La sorpresa più bella è Marilyn Monroe, in costume rosa di lastex e con un ombrello a pois, saltata fuori inaspettata dalle carte dell’archivio storico Pirelli. Ma la mostra «L’anima di gomma», aperta alla Triennale da oggi al 24 luglio, ide
Egle Santolini, La Stampa21/6/2011 (e altri)
Ciliegina (volgaruccia) sulla torta, che però funziona bene solo in inglese: una settimana prima di essere ucciso Lincoln era stato "in" Monroe, Maryland. Una settimana prima di essere ucciso Kennedy era stato "in" Monroe, Marilyn.
Umberto Eco, l’Espresso 30/6/2011
Marilyn Monroe che, seminuda e con i capelli al vento, viene fotografata con l’“Ulisse” di Joyce sulla spiaggia di Long Island (le ultime pagine, quindi lo scandaloso monologo di Molly Bloom). Un’idea peccaminosa di libertà, curiosità, salto nel buio, viaggio di Alice nel paese delle meraviglie, da cui non si tornerà mai come prima. E adesso, come ha scritto Mario Vargas Llosa disperandosi, il lettore è tremendamente femmina.
Annalena Benini, Il Foglio 12/7/2011
“Per me [...] le star di hollywood erano solamente ‘soggetti’ per il mio lavoro, per la mia macchina fotografica. Non li vedevo come inaccessibili, inarrivabili, lontani da me. Non provavo per loro alcun tipo di soggezione”. E questo spiega forse la sua capacità nel darci di attori e attrici famose tanto il lato divistico, quanto quello intimo e privato, magari con un tocco ironico eredità delle sue origini di ebreo russo. La sintesi di queste due facce si ritrova nella sequenza su Marilyn Monroe a una serata di beneficenza a Los Angeles nel 1953. Ci sono quattro immagini in cui lei è la personalità pubblica che conosciamo: la diva sorridente e allegra capace di far perdere la testa. Ma poi c’è un’altra foto [...] in cui sembra un uccellino spaurito, con angoscia e smarrimento a rannuvolarne il viso. Basterebbe da sola questa immagine a dirci la grandezza di Stern, ma non è che una delle tante.
(Rocco Moliterni, “La Stampa” 9/8/2010)
«I gioielli sono seri e noiosi come i mariti. I bijoux allegri e divertenti come gli amanti»: la citazione cult di Marilyn Monroe si adatta all’inverno del nostro scontento.
ROSELINA SALEMI, La Stampa 26/11/2011
Secondo i britannici la moda ha dovuto adeguarsi alla nuova morfologia del corpo che ha visto la vita delle donne allargarsi progressivamente. Un esempio? I 60 centimetri simbolo di bellezza di Marilyn e le altre icone di bellezza oggi sarebbero arrivati a 66-71 centimetri.
Per non parlare di quelle di James Dean con Ray-Ban da vista in una pausa di lavorazione del film
Il gigante
(1955) e di Marilyn Monroe con Arthur Miller a bordo della loro Thunderbird Covertible in viaggio verso l’infelicità.
Giuseppe Videtti, la Repubblica 14/7/2012
(Elton John) Tra i suoi brani più famosi: Rocket Man e Candle in the Wind dedicata in origine a Marilyn Monroe e poi riscritta per Lady Diana.
(Hugh Hefner) Ho acquistato una tomba nel cimitero di Westwood, accanto a quella di Marilyn: in paradiso spero proprio di sedermi tra lei e Pamela Anderson: le mie ex conigliette preferite» (Alessandra Farkas, ”Corriere della Sera” 10/3/2002)
E poi rossetto e ombretto, sempre sullo stesso tono. Perché rosa? Perché è il colore più «togli-stanchezza» che ci sia. Una volta, i grandi truccatori lo passavano sul viso delle dive di Hollywood, se le riprese continuavano fino a tarda notte. Il celebre Max Factor lo applicava anche come trucco da giorno ed era il segreto dello sguardo luminoso ostentato da Marilyn Monroe.
Salute di Sorrisi e canzoni, n. 32 dicembre 2001 pag. 78
Marilyn Monroe strizzava gli occhi e socchiudeva le labbra come per schioccare un bacio (tempo di durata del tic: 100 millisecondi).
Daniela Daniele su Specchio del 13/1/2001 a pagina 77.
Ma della sua carriera Brooks amava ricordare anche di essere stato il primo a dare un bacio cinematografico a Marilyn Monroe. Era il 1948, la Monroe era ancora una sconosciuta e il film era il musical Orchidea bionda di Phil Carlson.
(R.S. ”Corriere della Sera” 4/9/2003).
una delle uniche tre persone, tra quelle che ho conosciuto, ad avere una vera e propria aura intorno a sé. Una era mio padre, gli altri erano Marilyn Monroe e Elvis Presley. Stando vicino a loro potevi sentire la loro presenza anche senza toccarli. Era una sensazione particolare, molto strana. (Nancy Sinatra) (Stuart Clark, ”la Repubblica” 13/8/2004).
la visita che papà Lawford e il cognato Robert Kennedy fecero a Marilyn Monroe il giorno della sua morte. (Alessandra Farkas, ”Corriere della Sera” 24/11/2005).
Un po’ come Marilyn, che Margaret ha conosciuto davvero quando ancora non era nessuno. «Eravamo al Beverly Hills Hotel, modelle per un servizio fotografico sul bikini. Era una cara, cara ragazza. Le chiesi se potevo farle una fotografia, mi disse sì, se poi mi permetti di fotografare te. E così ho ancora due foto, inedite, di Marilyn prima del successo». Guai, però, a definirle amiche: «In questo ambiente stringere amicizie è molto difficile. Quando sento attrici che dicono di essere amiche non ci credo». Ha tre figli, cinque nipoti e un pronipote, ma dentro è rimasta una ragazzina. Il segreto? «Tanto buonsenso». Un buonsenso, tra l’altro che condivideva con Marilyn. «Mi ricordo che lei ed io tra una fotografia e l’altra ci riparavamo sotto l’ombrellone. Le altre invece erano sempre al sole ad arrostire» (Margaret Kerry, controfigura di Trilli Campanellino) Paola De Carolis, Corriere della Sera 3/2/2007 (Lettere)
MORGAN Sally Londra (Gran Bretagna) 20 settembre 1951. Medium • «[...] la più famosa medium della Gran Bretagna [...] “veggente” delle celebrità, quella che parlava con Lady Diana (ma non è escluso che le parli ancora adesso, visto che incontra regolarmente Marilyn Monroe)
(Vittorio Sabadin, “La Stampa” 1/10/2008).
la faccia e il mezzobusto del candidato colorate in quattro modi diversi come faceva l’artista americano con i suoi soggetti negli anni Sessanta; con Marilyn nel 1967
Marco Belpoliti, La Stampa 22/3/2010, PAGINA 29
Quando si parla di spie vip si nomina sempre anche Marylin Monroe. Quanto c’è di vero? «Pare accertato l’interesse che il leader indonesiano Sukarno aveva per la Monroe. Un’informazione che non deve aver lasciato indifferente la Cia, che quindi potrebbe aver utilizzato l’attrice per avvicinarlo o potrebbe averle ordinato addirittura di entrare in intimità con lui al solo scopo di spillargli informazioni. Ma vista anche le successive frequentazioni di Marilyn con i Kennedy, forse non sapremo mai la verità su quel che fece in vita e soprattutto su come morì davvero» (Andrea Carlo Cappi).
Marianna Aprile, Novella 2000, n. 16, 22/04/2010, pp. 28-30
Hillard per la verità ha usato soltanto il virgolettato di una lettera del creatore della Terra di Mezzo, tutto il resto è frutto della sua immaginazione. Insomma, si è difeso, la sua sarebbe un’operazione come quella che Joyce Carol Oates ha fatto con Marilyn Monroe in Blonde e Michael Cunningham con Virginia Woolf ne Le ore.
Cristina Taglietti, Corriere della Sera 28/02/2011
(Colazione da Tiffany) Per il personaggio di Holly, in un primo tempo si pensa a Marilyn Monroe. Il produttore Martin Jurow però si trova davanti a una Marilyn reduce da un ricovero per abuso di alcol e sonniferi. Paula Strasberg, amica consulente della Monroe, telefona alla produzione, minacciando: «Non c’è alcuna possibilità che Marilyn interpreti quel ruolo. Marilyn non sarà una squillo».
Azzurra Della Penna, Chi, n. 44, 19/10/2011, pp. 67-74
Marilyn Monroe aveva gli occhi un po’ spioventi dei bambini tristi e per tanti anni nessuno riuscì a capirlo: la truccavano solo da bella ragazza bionda. Ma il giorno che uno se ne accorse e glieli riempì di ombretto rosa, aggiungendoci due lunghe ciglia finte all’angolo esterno, ecco là che era nata la Marilyn sexy-infantile che ancora adesso, dopo tanti anni, fa sognare.
Salute di sorrisi e canzoni n. 34 Febbraio 2002 pag. 70-73
A giorni in edicola Escandalos de Hollywood, una videocassetta confezionata in Spagna che raccoglie gli esordi hard di alcune star di Hollywood: Marilyn Monroe che giocherella con una bottiglietta di Coca-Cola come una call-girl sui banconi dei nude-bar thailandesi, Jane Mansfield nuda in una vasca da bagno, Chuck Connors e Silvester Stallone che si esibiscono in prestazioni etero e omosessuali, Barbra Streisand che pratica sesso orale. L’edizione italiana è curata da Cesare Giromini, produttore di pellicole porno:
Giuseppe Nicotri, L’Espresso 24/06/1999
Marilyn Monroe era invece famosa per la sua abilità (con la bocca – ndr)
Il Giornale, 18/07/1998
Darwin Porter racconta anche di quando Marlon Brando pagò 15 dollari per portarsi in camera una prostituta che poi sarebbe diventata famosa col nome di Marilyn Monroe.
Matteo Persivale, Corriere della Sera 14/2/2006, pagina 25.
La cantante Mariah Carey è riuscita ad aggiudicarsi all’asta il pianoforte bianco di Marilyn Monroe pagando 520 mila euro.
Altri abiti venduti all’incanto: il vestitino bianco plissettato che Marilyn Monroe portava in Quando la moglie è in vacanza (54 mila euro)
nel suo salone Marilyn Monroe cantò ”Happy Birthday Mr President” in onore di John Kennedy. Non solo: per casa sono sparsi cimeli come la moto usata da Dennis Hopper per promuovere ”Easy Rider” e un portasigarette argentato che la stessa Marilyn regalò a Joe Di Maggio. (In vendita a New York una delle case più esclusive al mondo, la penthouse su tre piani in vetta all’ Hotel Pierre di Manhattan: sedici stanze, cinque bagni, cinque caminetti, salone delle feste da 350 metri quadri, quattro terrazze che guardano verso ogni punto cardinale. I proprietari, i coniugi Martin e Barbara Zweig, l’avevano comprata nel ’99 per 21 milioni di dollari. Ora intendono disfarsene per una cifra tre volte superiore (70 milioni di dollari).) (Riccardo Romani, Corriere della Sera 4/12/2006, pagina 24. )
Tra i pezzi più importanti, gli autografi di Clark Gable, Grace Kelly, John Wayne, Fred Astaire, Ginger Rogers, Steve McQueen, James Dean, Elvis Presley, Liza Minnelli, Elizabeth Taylor, Meryl Streep, Vivien Leigh, Sophia Loren, Greta Garbo (pezzo unico, valore: 10 mila euro), Marilyn Monroe (25 mila euro).
Forbes ha calcolato i guadagni dei divi morti. Al primo posto c’è Elvis Presley che in un anno ha ricavato 52 milioni di dollari (l’anno precedente erano 49 milioni), soprattutto dai diritti musicali, ma anche da una nuova linea di slotmachine che sfrutta la sua immagine e dalla radio Elvis Sirius Satellite Radio Show. Al secondo posto Charles Schulz: 33 milioni didollari. Poi c’è Heath Ledger con 20 milioni di euro soprattutto grazie agli incassi del film di Batman in cui recita nei panni di Jocker. L’immagine di Albert Einstein ha fatto guadagnare agli eredi 18 milioni di dollari. Segue il produttore Aaron Spelling (quello di Charlie’s Angels e Beverly Hills 90210, per esempio) che ha raccolto 15 milioni di dollari. Al sesto posto lo scrittore americano Dr. Seuss, autore di favole per bambini: 12 milioni di dollari. John Lennon ha guadagnato 9 milioni (nel 2006 furono 24 milioni), Andy Warhol 9 milioni, Marilyn Monroe 6,5 milioni, Steve McQueen 6, Paul Newman e James Dean 5 milioni.
Giusi Di Lauro, Libero 30/10/2008, pagina 20.
Fred Astaire al suo primo provino per il cinema fu scartato, a Harrison Ford dissero che non aveva la stoffa per diventare una star, a Marilyn Monroe consigliarono di fare la segretaria, Elvis Prestley fu licenziato dopo il suo primo spettacolo, con il consiglio di «tornare a fare l’autista di camion».
Giovanna Maria Fagnani, corriere.it 18/02/10 [http://www.corriere.it/cronache/10_febbraio_18/spielberg-disney-graduatoria-fallimenti-successi_ecf19640-1c89-11df-beab-00144f02aabe.shtml]
Marilyn Monroe ricorda nella pubblicità che «la nostalgia non è glamour».
Un sondaggio commissionato dalla Lovefilm, società di noleggio di dvd, ha eletto il tubino nero di Givenchy indossato da Audrey Hepburn nel film "Colazione da Tiffany" (1961), il miglior vestito femminile della storia del cinema.
Al secondo posto l’abito verde indossato da Keira Knightley in "Espiazione" del 2007, disegnato dalla costumista Jacqueline Durran. Il terzo è l’abito bianco plissettato indossato da Marylin Monroe che si alza sulle grate della metropolitana in "Quando la moglie è in vacanza" (1955). Fu disegnato dal costumista William Travilla che lo tenne in casa senza mai venderlo, fino alla sua morte nel 1990.
Raffaella Case, Gente, 15 giugno 2010, pag. 60
(il bikini) Fino a diventare, dopo la dirompente performance di Marylin Monroe in “Niagara” e quella mozzafiato di Brigitte Bardot in “Et Dieu créa la femme”, divisa per tutte le donne, ragazze, mamme e nonne, testimonial nelle spiagge del mondo,
Grandi passi avanti ha fatto la chimica applicata all’estetica dai tempi in cui Marilyn Monroe si schiariva, non solo i capelli, con la rude acqua ossigenata.