Marilisa Bombi, Italia Oggi 14/8/2012, 14 agosto 2012
RIFIUTI ELETTRICI, NON TUTTO SI BUTTA
Gli esportatori dovranno verificare il funzionamento degli apparecchi, per evitare che si tratti di rifiuti da smaltire invece che materiale usato da riutilizzare. Tuttavia, saranno anche semplificati gli adempimenti previsti per la raccolta ed il trattamento dei rifiuti elettronici. Queste, alcune delle novità contenute nella direttiva comunitaria 2012/19/Ue, sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, entrata in vigore ieri con l’obiettivo di aumentare la protezione dell’ambiente perché riguarda articoli che rientrano tra i rifiuti dal tasso di crescita più elevato ma presentano anche un grande potenziale in termini di commercializzazione di materie prime secondarie.
La raccolta sistematica, quindi, unitamente al corretto trattamento sono indispensabili per il riciclaggio di materiali come l’oro, l’argento, il rame e i metalli rari usati per la produzione, tanto per citarne alcuni, di televisori, computer portatili e telefoni cellulari. La normativa, che è stata pubblicata sulla Gazzetta dell’Ue lo scorso 24 luglio, si colloca nell’ambito della direttiva Raee (direttiva 2002/96/Ce), entrata in vigore nel febbraio 2003 e che prevedeva la restituzione gratuita dei rifiuti elettronici da parte dei consumatori. Oggi, l’obiettivo del nuovo provvedimento è quello di prevenire danni alla salute umana e all’ambiente dovuti alle sostanze pericolose contenute nei rifiuti elettronici aumentando il riciclaggio e il riutilizzo di prodotti e materiali. Ma l’intento della direttiva è quello anche di pervenire, a decorrere dal 2016, alla raccolta pari al 45% delle apparecchiature elettroniche. In un secondo tempo, dal 2019, l’obiettivo salirà al 65% delle apparecchiature vendute, oppure all’85% dei rifiuti elettronici prodotti e gli Stati membri potranno scegliere liberamente quale sistema adottare per la misurazione dello scopo raggiunto. La direttiva comunque entrerà in vigore, a regime, a partire dal 2018. Ciò in quanto, fino al 14 agosto 2018, l’ambito di applicazione è limitato ai prodotti espressamente individuati negli allegati alla direttiva stessa. Solo per questi, in pratica, fin da subito vige l’obbligo del loro conferimento presso i centri autorizzati. Si tratta, in particolare, dei grandi e piccoli elettrodomestici, delle apparecchiature informatiche e per telecomunicazioni, dei pannelli fotovoltaici, delle apparecchiature di illuminazione, degli strumenti elettrici ed elettronici (ad eccezione degli utensili industriali fissi di grandi dimensioni), dei giocattoli elettronici e dei distributori automatici. I consumatori potranno restituire i rifiuti elettronici di piccole dimensioni presso i negozi al dettaglio, eccetto nei casi in cui sistemi alternativi già in uso diano prova di essere almeno di pari efficacia. Al più tardi entro il 14 febbraio 2014 gli stati membri saranno tenuti a modificare la legislazione nazionale in vigore in materia di Raee per conformarsi alle disposizioni della nuova direttiva e ai relativi obiettivi.