Italia Oggi 14/8/2012, 14 agosto 2012
IL CONTINENTE NERO CELA UN NUOVO TESORO: L’ORO BLU
Ohangwena e Oshana sono tra le regioni più secche della Namibia. Per questo la scoperta è davvero sorprendente: nel sottosuolo del paese africano ci sono infatti vaste riserve di acqua dolce. «Nella peggiore delle ipotesi, 5 miliardi di metri cubi d’acqua, ma probabilmente fino a tre volte di più», spiega Martin Quinger, l’idrogeologo responsabile di un progetto dell’istituto federale tedesco di geoscienza e risorse naturali.
Dopo aver effettuato una ventina di trivellazioni e utilizzato onde elettromagnetiche per le immagini, la sua équipe ha potuto rivelare, a fine luglio, l’incredibile scoperta.
Una scoperta che potrebbe cambiare la vita degli 800 mila namibiani (il 40% della popolazione) che vivono in queste regioni molto povere. L’estrazione di questa acqua pura, raccoltasi in un bacino sotterraneo nel corso di 10 mila anni, potrebbe sostituire il liquido salmastro trasportato da un vecchio canale e limitare il propagarsi delle malattie. Anche il bestiame sarebbe meglio abbeverato e lo sviluppo di colture irrigue favorirebbe la sicurezza alimentare, rallentando al contempo l’esodo dalle campagne.La scoperta fa eco alla pubblicazione, lo scorso aprile, delle prime carte che riportano l’insieme delle riserve d’acqua sotterranee del Continente nero. Secondo i ricercatori dell’istituto di studi geologici britannico, il volume totale delle falde acquifere presenti nel sottosuolo africano è cento volte superiore alla quantità d’acqua che cade in superficie ogni anno e rappresenta venti volte il volume di acqua dolce presente in tutti i laghi del continente.
Il vantaggio dell’acqua sotterranea è che può resistere più facilmente alle siccità in superficie. Inoltre, queste sorgenti sotterranee possono rinnovarsi, a un ritmo più o meno rapido a seconda del grado di permeabilità del suolo. Tuttavia, per un’estrazione a piccola scala le acque sotterranee non sono necessariamente una soluzione miracolosa, a causa del costo, che varia in funzione della profondità delle sorgenti. Nello Zimbabwe per esempio si deve sborsare tra 3.200 e 4 mila euro per installare una pompa a mano che alimenta 500 abitanti. Ancora troppo.