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 2012  agosto 14 Martedì calendario

SI SVUOTANO LE CARCERI AMERICANE

Per ridurre i costi e la sovrappopolazione rilasciano detenuti al ritmo di 700 mila all’anno. E alcuni penitenziari hanno deciso di rimpiazzare il 10% delle proprie guardie con dei più economici cani lupo.

Eclissata dalla campagna presidenziale, una vera e propria rivoluzione sta interessando il mondo delle carceri degli Stati Uniti.

Il loro finanziamento, stimato in 51 miliardi di dollari (41,2 miliardi di euro), è divenuto infatti un fardello insostenibile per la maggior parte dei 50 stati dell’Unione. Ma la preoccupazione di tagliare i costi si traduce in una sfida immensa per la società americana. Si tratta, come scrive il Los Angeles Times, «di un test senza precedenti per la capacità delle autorità di supervisionare le persone liberate, delle associazioni di aiutarle nel loro percorso di recupero, degli stessi detenuti di volersi rifare una vita e delle comunità ad accettarli al loro interno».

Se negli Stati Uniti vive il 5% dell’umanità, la popolazione carceraria a stelle e strisce rappresenta la metà dei detenuti del pianeta. Tra il 1973 e il 2009 essa è cresciuta del 700% per raggiungere 1,6 milioni di persone dietro le sbarre, col favore di leggi più severe, di un aumento della criminalità e di una esplosione degli arresti legati al traffico di droga. Nel 2010, per la prima volta in 38 anni, il numero dei detenuti è però leggermente calato (-0,3%) grazie a un declino relativo della criminalità in numerose città, a un ricorso a pene alternative, a scarcerazioni per buona condotta e al calo del numero di liberazioni sulla parola annullate.

Perfino il Texas, stato notoriamente molto repressivo, ha rinunciato a costruire otto nuove prigioni in cinque anni, dirottando le somme investite in programmi di reinserimento, di disintossicazione e di percorso post-carcere. «Un fenomeno del tutto nuovo», afferma soddisfatto Marc Mauer, direttore dell’associazione Sentencing Project, secondo il quale sempre più condannati definiti violenti riescono a ottenere scarcerazioni anticipate.

Il fenomeno ha un’ampiezza inaudita in California, primo stato in termini di popolazione carceraria, con 143 mila detenuti. Nel maggio dello scorso anno, giudicando che le condizioni di detenzione violavano le «esigenze costituzionali», soprattutto in termini di sanità, la Corte suprema ha ordinato il rilascio di 33 mila prigionieri in due anni. La maggior parte di essi, condannati per reati «minori, non violenti, non sessuali», prosegue la pena nelle prigioni delle contee locali anziché nei penitenziari federali. Lo stato californiano può in tal modo risparmiare 1,1 miliardi di dollari (circa 890 milioni di euro) di qui all’anno prossimo.

Questi «alleggerimenti» non sono però possibili negli istituti di massima sicurezza, che per tagliare i costi devono ingegnarsi in altro modo. Nel penitenziario Angola, in Louisiana, dove il 75% dei 5.300 detenuti sconta l’ergastolo, sono stati soppressi 105 posti di guardiano, su un totale di 1.200. Il direttore del carcere, Burl Cain, pensa di aver trovato la soluzione rimpiazzando le guardie con dei cani lupo. Un’idea che presenta un vantaggio enorme in termini di costi: se il salario medio di una guardia si aggira intorno ai 34 mila dollari (27 mila euro) all’anno, il programma dei cani lupo costa 60 mila dollari (48 mila euro) annuali, spese comprese. E con i loro canini aguzzi e i crudeli occhi arancione, questi cani riescono a far paura perfino ai più coriacei criminali.