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 2012  agosto 14 Martedì calendario

SANREMO E VENTIMIGLIA LA ’NDRANGHETA C’È, IL TRIBUNALE NON PIÙ

Non bastano i numeri a salvare il tribunale di Sanremo dalla mannaia della spending review. E non basta nemmeno l’allarme sociale legato alla criminalità organizzata, le cui ombre minacciose si allungano sempre più sulla Riviera di Ponente. I Consigli comunali di Bordighera e Ventimiglia sono stati sciolti per (presunte) infiltrazioni mafiose, ‘ndrangheta in particolare, e ormai non si contano più le inchieste su attentati incendiari, estorsioni, usura, droga, operazioni edilizie. Non c’è da stupirsi, quindi, se il sindaco Maurizio Zoccarato si fa sfuggire frasi al veleno: «Sarebbe stato meglio se Sanremo si fosse trovata in Francia». Ovviamente, sparirà anche la sezione staccata di Ventimiglia, «zona calda» da monitorare per i traffici di droga e il passaggio di criminali patentati. Ne sanno qualcosa sulla Costa Azzurra, dove le antenne dell’Informazione interna (i servizi d’Oltralpe) hanno registrato movimenti legati a ‘ndrangheta e camorra. Tutto è iniziato con i latitanti. Sanremo è a una trentina di chilometri dal confine. Il procuratore Roberto Cavallone ha sottolineato che l’influenza della ‘ndrangheta si estende su Liguria, Basso Piemonte e Costa Azzurra: «I calabresi operano a cavallo di questi territori nel traffico di stupefacenti e di armi, oltre che nelle estorsioni. Il riciclaggio del denaro si fa attraverso delle imprese legali».

La giurisdizione del tribunale di Sanremo si estende su una popolazione di circa 147 mila abitanti (da S. Stefano al Mare a Ventimiglia), il doppio rispetto a quella di Imperia, in una provincia con 67 Comuni. Ma per la razionalizzazione voluta dal Governo sarà il capoluogo ad assorbire la struttura più importante, almeno sul piano delle cifre. Già, perché nella città dei fiori e del Festival le ultime statistiche evidenziano 6 mila procedimenti penali definiti (contro i 2 mila di Imperia) e più di 11 mila civili (2400). L’organico comprende una dozzina di magistrati ordinari: per la matematica ciascuno si occupa di circa 1400 fascicoli l’anno. Numeri che pongono il tribunale di Sanremo al secondo posto nella classifica ligure, dopo Genova, ma al primo per efficienza rispetto al volume di pratiche. E’ su queste basi che si è sviluppata la battaglia degli avvocati che non ne vogliono sapere di diventare pendolari della giustizia. Ieri è partita una lettera-appello per il Presidente della Repubblica: «Qui non si spara ancora per strada e non ci sono faide, ma l’infiltrazione mafiosa è molto più subdola e attinge il livello dei lavori pubblici e della politica locale scrive il comitato guidato dall’avv. Gabriella Colagrande L’esperienza ci insegna che non esistono infiltrazioni criminose di serie A e di serie B». Chiaro il riferimento ai tribunali del Sud salvati in extremis. «Anche la nostra realtà territoriale avrebbe meritato molta attenzione», aggiunge sconsolata Elvira Lombardi, presidente dell’Ordine degli avvocati di Sanremo, ricordando che il Consiglio di Ventimiglia è stato sciolto con provvedimento dell’attuale Governo e che il ministro Anna Maria Cancellieri ha appena deciso di rinnovare per altri sei mesi il commissariamento di Bordighera. «A parte l’impoverimento del territorio, di se per sè allarmante, è un’operazione che non regge dal punto di vista economico: una sede più grande viene assorbita da una più piccola», commenta il senatore sanremese Gabriele Boscetto (Pdl), penalista di fama. La spending review non tiene conto nemmeno della presenza del casinò, da tenere sempre sott’occhio. Diversa la posizione dei magistrati, espressa di recente con una nota dell’Anm provinciale: «L’accorpamento dei tribunali (indipendentemente dalla sede) ha numerosi punti a favore, non si tratta di eliminare un ufficio giudiziario a favore di un altro, bensì di organizzare il servizio in modo nuovo e più efficiente, concentrando le risorse». Ciò a condizione che non scattino tagli agli organici.