Maurizio Ferraris, la Repubblica 14/8/2012, 14 agosto 2012
E SE FOSSE MEGLIO IL VECCHIO FOGLIO NEL CASSETTO?
A voler proporre una immagine un po’ apocalittica, tutta la varia umanità che popola oggi il web si trasformerà in un cimitero, assecondando il detto famoso di Keynes: «Nel lungo termine saremo tutti morti ». Resterà il nostro corpus digitale che però, rispetto al corpus cartaceo tradizionale, ha due problemi fondamentali.
Il primo è la fragilità. A parte i problemi di hardware, c’è il continuo rinnovamento del software. E poi basterebbe un passaggio di proprietà nella gestione dei dati per rendere inaccessibile
un corpus, per non parlare delle conseguenze catastrofiche, persino per i morti, di una crisi energetica. E anche senza ipotizzare nulla di ciò, le eredità digitali hanno costi di manutenzione tanto più elevati quanto più ci si allontana da chi ha un qualche interesse a quelle eredità. Quanto saremmo disposti a pagare per l’aggiornamento dell’archivio digitale di un trisavolo?
Il secondo problema del corpus digitale è la sua ampiezza e varietà: il web non seleziona, conserva tutto, finché conserva. E dunque può rendere accessibile alla prima generazione di eredi,
in particolare al partner (cioè a lettori che, diversamente dai bisnipoti, sono fortemente interessati e coinvolti), notizie che il defunto non avrebbe affatto desiderato che si conoscessero, provocando una disaffezione che può comportare l’immediata distruzione del lascito.
Dunque, ben vengano i saggissimi consigli dei notai, ma io ne aggiungerei uno. Se volete che qualcosa di voi sopravviva nel tempo, scegliete il meglio, stampatelo su carta di buona qualità, e mettetelo in un cassetto.