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 2012  agosto 14 Martedì calendario

SLITTA LA SENTENZA DELLA CORTE TEDESCA FONDO SALVA-STATI IN ALTO MARE E IN ITALIA È ANCORA RECORD DEL DEBITO

MILANO — La legittimità del fondo salva-Stati, che dovrebbe garantire la rete di salvataggio dei Paesi della zona euro, viene rimandata sine die.
La notizia, giunta quando i mercati avevano già chiuso, rischia di creare nuova incertezza nella già instabile sorte dell’Esm, un’istituzione nata con lo scopo di puntellare le emissioni dei Paesi più a rischio e tenere sotto controllo gli spread. Ancora una volta la colpa va alla Germania, dato che la Corte costituzionale tedesca, per un impedimento di natura procedurale, ha fatto trapelare che la decisione sulla legittimità
dell’Esm e sul trattato “fiscal compact” non arriverà il 12 settembre, come inizialmente previsto, ma «molto oltre», senza però stabilire una data precisa. Dopo mesi di discussioni tra i Paesi Ue e tenendo conto che la Germania si è riservata il diritto di veto sull’Esm, ecco che il rinvio suona come un allarme su una misura che invece era stata creata proprio per arginare il panico dilagato sui mercati e sedare le speculazioni sui bond sovrani dei Paesi più a rischio.
Intanto, ieri il debito pubblico italiano è lievitato a livelli record, ciò nonostante l’asta per i Bot tricolori è andata a ruba con richieste superiori del 50% rispetto all’offerta. A giugno secondo il bollettino di Bankitalia il debito pubblico ha toccato un nuovo record volando a quota 1.972,9 miliardi di euro, 6,6 miliardi in più rispetto ai 1.966,3 dello scorso maggio. Un dato che peraltro si scontra con il fatto che, sempre stando ai calcoli di via Nazionale, le entrate fiscali del periodo gennaio-giugno sono invece salite a quota 180,159 miliardi, il 2,08% rispetto ai 176,479 miliardi del primo semestre dell’anno scorso. Solo a giugno, soprattutto grazie all’Imu, le entrate fiscali sono salite di 2,1 miliardi (+5,8% rispetto al 2011). Tuttavia anche se il debito italiano continua ad aumentare, l’appetito per le emissioni tricolori sul mercato resta alto. Ieri mattina il tesoro ha collocato con successo 8 miliardi di Bot a un anno, con un rendimento in aumento e pari al 2,767%, (rispetto al 2,697% del mese precedente). E anche in virtù di rendimenti interessanti, ieri le richieste per il Bot che scadrà nel 2013 sono state molto superiori all’offerta e pari a 13,5 miliardi. A questo proposito, anche il dato sul Pil greco (che tra aprile
e giugno è sceso del 6,2%, meno del previsto e meglio rispetto al — 6,5% di gennaio-marzo) ha rasserenato gli animi degli investitori facendo aumentare il loro appetito per i titoli più a rischio e con un maggiore rendimento.
Se però ieri i mercati obbligazionari hanno tirato un sospiro di sollievo, in Germania — oltre a prendere tempo sull’Efsf — aumenta il malcontento nei confronti di Atene, tanto che numerosi esponenti politici avrebbero
chiesto al governo di porre un veto nei confronti di nuovi aiuti alla Grecia. E così alla fine della giornata lo spread tra i decennale italiano e quello tedesco ha chiuso stabile poco sotto quota 450 punti (dopo però aver testato anche un minimo a 440) con un rendimento del Bot pari al 5,89%. Sul fronte dei mercati azionari, invece, tutte le maggiori Piazze europee ad eccezione di Madrid (+0,31%) che però era stata la più bersagliata dei giorni
scorsi, hanno chiuso in frazionale ribasso. Francoforte (-0,50%) è stata la peggiore, seguita a ruota da Parigi (-0,27%), Londra (-0,26%) e Milano dove il Ftse Mib ha terminato la seduta in calo dello 0,16% a quota 14.532 punti. Ma ora che tutto l’impianto del Fondo salva Stati viene rimandato dalla Corte tedesca in data da stabilire, sui mercati del Vecchio continente potrebbero abbattersi nuove turbolenze.