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 2012  agosto 13 Lunedì calendario

Quando il sesso era davvero scandaloso - In questa torrida estate 2012, trionfano nelle classifiche e sotto gli ombrelloni i roman­zi della trilogia di E

Quando il sesso era davvero scandaloso - In questa torrida estate 2012, trionfano nelle classifiche e sotto gli ombrelloni i roman­zi della trilogia di E.L. Ja­mes, nome d’arte di una astuta quarantenne inglese che confe­ziona pagine di un erotismo facile e morboso. Non mi stupisco: i no­stri tempi chiedono che tutto ven­ga ridotto a misure molto mode­ste e immediatamente consuma­bili. I libri non si sottraggono a que­sta triste regola. Ma è bene dire su­bito che i temi dell’erotismo e del sesso, temi eterni e da considera­re, almeno per me, fondamentali, meritano davvero di più. Giusto un secolo fa, nella primavera-esta­te del 1912, sulle rive del lago di Garda viveva la sua personale ri­nascita nell’eros D.H. Lawrence (1885-1930), che divenne il vero profeta di una nuova visione del mondo in cui la carne, l’istinto, la parte emozionale e naturale del­l’uomo vincono sulla freddezza ormai cadaverica di un razionali­smo industriale e tecnologico che spande morte e disperazione. Aveva da poco lasciato l’Inghil­terra, dove era nato in una fami­glia di minatori e dove aveva fatto il maestro di scuola, e il lago di Gar­da fu il suo primo approdo in Ita­lia. Non era solo. Aveva al suo fian­co Frieda, nata baronessa von Ri­chthofen (era sorella del celebre Barone Rosso, asso dell’aviazio­ne tedesca), sposata con il profes­sor Weekley, madre di tre figli, che ha lasciato tutto per seguirlo. Sino ad allora Lawrence, vissuto sotto il ferreo dominio affettivo della madre, ha frequentato giovani donne dall’aria spirituale,piccole intellettuali del suo stesso ceto. Con Frieda, è il completo rivolgi­mento. Frieda è una gran signora cosmopolita, conosce già le teorie freudiane, ha una sensibilità spre­giudicata e pagana. I due arrivano dalla Baviera dopo sette settima­ne di viaggio a piedi, lungo i corsi dell’Isar e dell’Inn, un sacco in spalla come i vagabondi, un for­nellino a spirito per cuocersi i cibi, i fienili per ricovero notturno, i ru­scelli per immersioni paniche nel­la freschezza delle acque. Si era nella Belle Epoque , e dove­va sembrare davvero scandaloso lo spettacolo di una baronessa e di un giovane scrittore, adulteri con­clamati, che se ne scendono in Ita­lia con i mezzi che cinquant’anni dopo avrebbero adottato i beat e gli hippy. Arrivati a Riva del Gar­da, Frieda si stupisce quasi che al­la pensione Villa Leonardi accetti­no due ospiti così male in arnese, lui con l’unico paio di pantaloni completamente lisi, lei con un abi­to di cotone tutto spiegazzato in fondo. Maestro nelle descrizioni dei paesaggi, così Lawrence si esprime in una lettera: «Il lago è az­zurro cupo, imporporato e limpi­do come un gioiello, con non so quanti pesci. I battelli vanno con vele color di cedro. Lago adorabi­le ». A Gargnano, Lawrence e Frie­da affittano dal signor Pietro Di Pa­oli un appartamento ammobilia­to in una costruzione chiamata Villa Igea, in mezzo a un giardino che è soprattutto un frutteto, cari­co di peschi e di cachi. La vita emo­tiva dei due è continuamente al diapason: lei nudista, aristocrati­ca, incapace di cuocere due pic­cioni o di stendere un lenzuolo, lui animato da spirito didattico e messianico, bisognoso sempre di predicare e teorizzare su quello che prova a livello istintivo. Le poe­sie di quel periodo testimoniano una guerra festosa, amorosa, vita­lissima tra di loro. Lawrence rinasce nell’amore di Frieda. Si libera e scrive tantissi­mo con la stessa naturalezza, così testimonia lei, con cui i fiori si aprono e gli uccelli volano. In quei mesi, pubblica Poesie d’amore e altre, corregge le bozze di Figli e amanti , annuncia un romanzo sul poeta scozzese Robert Burns di cui non scriverà che poche pagi­ne, progetta Le sorelle , che poi si sdoppierà in quei due capolavori assoluti che sono L’arcobaleno e Donne innamorate . Sempre in quei giorni legge Conrad e la sua reazione è incredibile: «Conrad mi rende furioso». Lawrence vede nel grande romanziere di S otto gli occhi dell’Occidente la tendenza sempre più diffusa a rinunciare a credere in qualcosa. Senza fede, non c’è via d’uscita dalla dispera­zione, per Lawrence. Ma la sua fe­de è una sola: quella nella sua vita con Frieda, nella libertà da ogni convenzione sociale, nella speri­mentazione di un sesso vicino alla sacralità della natura, nel vaga­bondaggio felice in cerca di sem­pre più ispirazione creativa. La sua fede è scrivere, trasforma­re la vita in scrittura e la scrittura in vita. Il soggiorno sul Garda fu il primo di una serie molto lunga di soggiorni in Italia. Lui e Frieda abi­tarono in seguito a Fiascherino, a Capri, a Taormina, a Ravello, a Spotorno, a Firenze. E dall’Italia partirono per un peregrinare sen­za fine che li porterà a Taos, sulle Montagne Rocciose, attraverso Ceylon,Australia,California,Mes­sico: tutti paesi da cui lo scrittore trarrà spunti straordinari per i suoi libri. Fuggendo sempre. Con­tinuando a scandalizzare i borghe­si, che lui scrive di detestare appe­na meno dei bolscevichi, con la sua vita, con il suo credo, con i suoi libri, e persino con i suoi qua­dri, quando si mise a dipingere. L’amante di Lady Chatterley , il più scandaloso ma non certo il più importante tra i suoi romanzi, in Inghilterra dovette attendere gli Anni Sessanta, quelli dei Beatles e dei Rolling Stones, per essere pub­blicato in edizione non purgata. Lawrence era davvero un uomo contro. Un visionario, erede di Blake e Whitman, uno per cui il mondo industrializzato stava ca­dendo in un baratro e l’unica via di salvezza per la nostra civiltà era nel tornare ad aver fede nelle pro­prie possibilità vitali, in una ener­gia creativa che è anche eros, liber­tà, senso del mistero, apertura al sacro. In Il genio Harold Bloom scrive:«La moda cambia,l’attuale sfavore di cui gode Lawrence non durerà a lungo». Spero che sia una profezia giusta. Abbiamo ancora bisogno della sua scorrettezza po­litica, del suo sogno di rinascita spirituale, della sua fede nella pie­na, erotica bellezza della vita. Dei suoi libri, insomma. Oggi più che mai.