Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  agosto 13 Lunedì calendario

Che chic le feste dei nerd Ora sono gli altri a sospirare per un invito «Siate gentili coi nerd, proba­bilmente finirete a lavora­re per uno di loro»

Che chic le feste dei nerd Ora sono gli altri a sospirare per un invito «Siate gentili coi nerd, proba­bilmente finirete a lavora­re per uno di loro». La frase di Bill Gates,che sintetizza l’inarrestabi­le ascesa dei secchioni degli ulti­mi tre decenni, per completezza dovrebbe avere una postilla: «È as­sai possibile che finirete con il pre­gare per andare alle loro feste». Il fatto è che i goffi occhialuti che da adolescenti finivano ai margini dei party, adesso le feste se le organizzano da soli. E fanno pure una spietata selezione all’in­gresso. Se non sono impegnati a incrementare i loro capitali, i sec­chioni alla Zuckerberg si sposta­no da un angolo all’altro del globo per frequentare eventi esclusivi, summit, conferenze, ma anche ce­ne e appuntamenti più informali. Tutti a porte rigorosamente chiu­se. Esserci è un ono­re. Lo sa bene il pre­mier Mario Monti che pur di entrare alla corte dei su­per nerd il 12 lu­glio scorso, per il grande evento nel­l’Idaho (la Allen Sun Valley Confe­rence), ha tentato goffamente di mi­metizzarsi tra i lo­ro vestiti ultra­casual. Questo e al­tro per e­sserci al summit blindatis­simo durante il quale ogni anno si riuniscono gli uomini più influen­ti del pianeta. Leggi i big di inter­net: il papà di Facebook Mark Zuc­keberg, il presidente di Microsoft Bill Gates con la moglie Melinda al seguito, l’ad di Apple Tim Cook, il cofondatore di Google Larry Pa­ge. I capi di Stato che anelano alla compagnia dei re dei new media del resto sono tanti: basti pensare a Obama che a febbraio dell’anno scorso ha cenato insieme al coté internettiano più esclusivo, a ca­sa del banchiere John Doerr. Tra gli ospiti attorno al desco c’era an­che il solito Zuckerberg, immorta­la­to in uno scatto a fianco del Presi­dente. La didascalia più azzecca­ta è stata quella dell’attore comi­co George Lopez: «L’uomo più im­portante del mondo ha incontra­to il presidente degli Stati Uniti». Ma anche Nicolas Sarkozy non è estraneo a corteggiamenti e ci­vetterie nei confronti della crème dei secchioni. Durante il G8 parigi­no del 2011 l’ha blandita con un evento dedicato all’importanza del web-l’e-G8- ,ma pare che la fe­sta vera sia andata in scena la sera, quando l’inventore di Napster Se­an Parker ha ricevuto i milionari della Silicon Valley al suo party pri­vato. I pochi fortunati ammessi al­la discoteca Matignon, a due pas­si dagli Champs-Élysées, hanno raccontato di fiumi di champa­gne, brindisi a base di silver tequi­la e donne mozzafiato. E, natural­mente, ingresso vietato ai belli e/o palestrati. Chissà se la stessa accoglienza è stata riservata a Bill Clinton, uno dei pochi invitati lo scorso maggio alla conferenza segretissima orga­nizzata dai fondatori di Google Larry Page e Sergey Brin. La formu­la prevede porte sbarrate alla stampa, e controlli severissimi al­l’ingresso. Non solo: tutte le infor­mazioni sull’appuntamento ven­gono fornite tramite un program­ma da scaricare sul proprio smar­tphone a cui si può accedere solo con una password. Imbucarsi sen­za invito è più difficile che scopri­re l’algoritmo segreto di Google. Tra gli eventi esclusivi c’è an­che il Founders Forum del fonda­tore di Lastminute. com Brent Ho­berman. L’appuntamento è dedi­cato ai capitani d’impresa che hanno creato dal nulla le propria società e le lussuose location cam­biano ogni anno: nel 2013 i «self made men» si troveranno a Mum­bai e a Rio de Janeiro. Ma l’apogeo della selettività si raggiunge davanti al portone di ca­sa di Martín Varsavsky, tycoon di origine argentina fondatore di set­te new media companies. Ogni giugno, con la moglie Nina, apre la porta della sua fattoria a Minor­ca a pochissimi privilegiati. L’ap­puntamento internettiano in sal­sa balearica si chiama Tech Talk e sono una cinquantina gli ospiti ammessi in casa. Se ci passate da­vanti rinunciate pure a bussare.