Alberto Flores D’Arcais, la Repubblica 13/8/2012, 13 agosto 2012
UCCISO TRA LA FOLLA A TIMES SQUARE NEW YORK, POLIZIA NELLA BUFERA
NEW YORK — Erano le tre di sabato pomeriggio e Times Square come sempre era piena di gente. I poliziotti in servizio sulla più celebre piazza di New York hanno fermato un uomo, Darrius Kennedy, afroamericano di 51 anni – capelli lunghi, jeans e camicia bianca – che stava fumando (secondo la versione della polizia) una sigaretta di marijuana. Mentre i poliziotti si avvicinavano, all’angolo tra la 44esima strada e la Settima avenue, ha rimesso in tasca il pacchetto di sigarette e improvvisamente ha estratto un coltello.
È stato l’inizio di qualche minuto di panico per centinaia di turisti e curiosi. Mentre gli agenti gli urlavano di deporre il coltello Darrius Kennedy ha iniziato a indietreggiare, brandendo il coltello, prima a piccoli passi, poi di corsa in mezzo alla folla terrorizzata e alle automobili di passaggio: «Prendetemi, sparatemi, sparatemi». Mentre decine di persone riprendevano la scena con cellulari e telecamere una dozzina di poliziotti lo hanno rincorso,
poi all’altezza della 37esima strada sono risuonati secchi una decina di colpi di pistola. Colpito al torace, Kennedy è crollato a terra gravemente ferito. Inutile
la corsa dell’ambulanza, quaranta minuti dopo è stato dichiarato morto al Bellevue Hospital.
Una scena da Far West. «Continuava ad agitarsi contro gli
agenti, hanno dovuto sparare perché temevano per la propria vita». Asa Lowe, testimone oculare, difende l’operato della polizia, altri raccontano come i poliziotti gli abbiano intimato più volte di gettare l’arma («poteva prendere qualcuno in ostaggio»), uno racconta che sulla t-shirt bianca di Kennedy c’era scritto “Ninjas killed my family”.
Il report della polizia è più dettagliato. Gli agenti hanno tentato di fermare l’uomo prima a parole, poi spruzzandogli contro degli spray urticanti, infine di fronte alla fuga e alla possibilità che potesse colpire passanti o gli stessi poliziotti hanno dovuto sparare. Secondo Paul J. Browne, portavoce
della polizia, l’uomo «continuava ad avanzare contro gli agenti in uniforme, rifiutandosi di consegnare il coltello».
Resta qualche dubbio, uno su tutti: c’era veramente bisogno di ucciderlo così? Visto che era praticamente circondato poteva essere catturato senza sparare, o almeno poteva essere colpito non mortalmente? L’uccisione di Kennedy è destinata ad aprire nuove polemiche sulla Nypd. Sull’uso un po’ troppo disinibito delle armi e soprattutto sulla politica del cosiddetto “Stop and Frisk”, la possibilità che hanno i poliziotti di fermare chiunque abbia un atteggiamento sospetto e di perquisirlo.
Le organizzazioni per le libertà civili contestano l’uso che se ne fa a New York, dove il 90 e passa per cento dei fermati “sospetti” fanno parte delle minoranze di afroamericani, latinos e asiatici. E nel caso delle donne (stando alle denunce) i poliziotti userebbero lo “Stop and Frisk” per vere e proprie molestie sessuali.