Davide Colombo, Il Sole 24 Ore 10/8/2012, 10 agosto 2012
SQUINZI: DIFFICOLTÀ MA IL SISTEMA È SOLIDO
L’allarme lanciato dalla Bce sul rischio insolvenza che si starebbe determinando per le aziende dell’area euro e, in particolare, per le italiane quotate, non sorprende i vertici di Confindustria. Che, tuttavia, confermano la capacità di tenuta del sistema, confermato anche dai segnali di attenuazione delle difficoltà di accesso al credito fotografati da Bankitalia nell Bollettino economico di luglio e frutto dei sondaggi condotti negli ultimi mesi. «Certamente la crisi finanziaria più forte e lunga degli ultimi anni si sta facendo sentire sulle imprese italiane – ha osservato ieri il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi –. Sono però convinto, come ho spesso ripetuto, che il nostro tessuto imprenditoriale sia solido e il rischio di insolvenza limitato». Insomma, se è vero che le prospettive del credito restano condizionate dal perdurare delle tensioni sui mercati finanziari internazionali, questo non significa che le società non continueranno a fare la loro parte. «Sono sicuro – ha aggiunto Squinzi – che gli imprenditori italiani continueranno a investire nelle loro aziende e a credere nel paese, così come sono convinto che il governo e le istituzioni finanziarie non faranno mancare il loro necessario supporto».
I dati sintetizzati da Bankitalia nel documento del 17 luglio (si veda l’articolo a pagina 3) parlano chiaro. Le imprese nazionali, nel loro insieme, vantavano un livello di debito ancora stabile a fine marzo, fermo poco sotto l’80 per cento del prodotto interno, un valore inferiore di circa il 20% rispetto alla media dell’Eurozona. Non solo. «Il leverage delle aziende – annotano i tecnici di Bankitalia – pari al rapporto tra i debiti finanziari e la somma degli stessi con il patrimonio ai valori di mercato, è sceso lievemente, poco sotto il 48%, un livello superiore di circa 4 punti percentuali a quello medio dell’area dell’euro».
Ieri dopo la diffusione del Bollettino dell’Eurotower, è intervenuto anche il vicepresidente di Confindustria e presidente della Piccola Industria, Vincenzo Boccia. Per allentare il problema della liquidità (non della solvibilità) delle imprese italiane si deve tagliare con decisione il nodo dei ritardi dei pagamenti della Pa ai fornitori di beni e servizi. «Bisogna affrontare la questione dei pagamenti della pubblica amministrazione verso le imprese che quota una cifra di 100 miliardi di euro» ha affermato Boccia facendo riferimento alle stime più diffuse che sommano i crediti commerciali con quelli finanziari. Un cumulato di fondi da rimborsare che è anche frutto dell’ultima stagione dei tagli lineari sulla spesa corrente. Naturalmente questa «soluzione interna» non basterebbe comunque ad alleviare le sofferenze delle imprese. Per placare l’instabilità dei mercati finanziari è fondamentale la riduzione dei differenziali pagati sui debiti sovrani: «Con uno spread alto – ha concluso Boccia – invitiamo solo alla rendita e si perde l’attenzione all’economia reale, con costi alti dei finanziamenti per le imprese».