Barbara Ardù, la Repubblica 9/8/2012, 9 agosto 2012
BUROCRAZIA E CORRUZIONE, ITALIA PRIMA IN EUROPA CONFCOMMERCIO: "PEGGIORA IL SISTEMA GIUDIZIARIO"
Viviamo all’ombra delle tangenti, paghiamo o veniamo pagati al nero, alimentiamo un’economia sommersa e un’evasione fiscale tra le più alte al mondo (290 miliardi se si aggiunge anche quella contributiva). Un habitat malato dovuto alle inefficenze che l’Italia si porta dietro da anni: una burocrazia da impero, infrastrutture non adeguate, un sistema giudiziario che non aiuta le imprese a risolvere i contenziosi.
Evasione e sommerso sono il frutto di questi antichi mali è la conclusione cui arriva uno studio di Confcommercio, che ha elaborando i dati della Banca mondialee del World Economic Forum. Lo ha fatto costruendo alcuni indicatori e ne ha misurato l’influenza sul grado di evasione fiscale di 26 Paesi, quelli europei oltrea Stati Uniti, Canada, Giappone, Australia. I risultati sono abbastanza chiari, dove lo Stato funziona e i servizi che offre sono ben percepiti dai cittadini, dove la giustizia (soprattutto legata alle imprese) è veloce, dove le infrastrutture sono all’altezza, dove la burocrazia non opprime, la quota di nero e evasione, ma anche di tangenti e mazzette, scende. L’evasione fiscale e il sommerso economico, è la tesi di Confcommercio, altro non sono che il risultato dei mali nostrani. Che hanno un nome: la «dimensione della pretesa fiscale», la lentezza del sistema giudiziario e tributario, la «percezione», pessima, che i cittadini hanno per i servizi che ricevono. Tutti «fattori - scrive l’ufficio studi di Confcommercio - che impattano nella determinazione del sommerso e dell’evasione». Come dire che solo uno Stato efficiente invoglia a pagare le tasse, blocca le tangenti, fa emergere il lavoro nero. La «repressione» invece non migliora la coscienza dei cittadini nel fare il loro dovere col fisco.
Una conclusione cui Confcommercio è giunta misurando il "grado di soddisfazione" o la percezione dei cittadini su quattro servizi che incidono nella loro vita: le istituzioni, la sanità, l’istruzione e le infrastrutture. Ne è venuto un indice che li unisce tutti i servizi e anche qui l’Italia è in fondo. Ottiene 4,1 punti, il terzultimo posto, al top c’è la Finlandia. Su qualità e efficienza delle istituzioni (un indicatore che mette insieme burocrazia, eccesso di regolamentazione, trasparenza delle decisioni, sprechi, corruzione) e che viene considerato il più importante per la crescita economica, non si va molto avanti.
Si conquista a fatica il 24° posto, dopo Slovacchia e Messico. Siamo ultimi anche per qualità di strade ferrovie porti e trasporto aereo, lontanissimi da Paesi come Franciae Germaniae lanciati su una brutta rotta. Essendo ultimi non si può scendere ancora, ma in dieci anni un’Italia già sgangherata ha perso ben tre posizioni. Giù in classifica anche per efficienza giudiziaria, che comprende il livello di corruzione, la complessità burocratica, i tempi di attesa per la soluzione di controversie. E le cose negli ultimi dieci anni (2000-2010) sono peggiorate su quasi tutti i fronti.
Il tempo di attesa per una sentenza di fallimento o di insolvenza, per esempio, è quasi raddoppiato, passando da 1 a quasi 2 anni. Stessa musica per le pratiche amministrative: per pagare le tasse a un italiano occorrono cinque volte le ore che impiega un lussemburghese. Stracciato ne esce anche il sistema dei pagamenti. Per mazzette e pagamenti irregolari l’Italia è al penultimo posto, prima solo della Slovacchia. Sul podio, «dove la corruzione è ritenuta inesistente» sono piazzati invece i Paesi del Nord Europa. Ci sono solo due indicatori dove invece battiamo tutti sul confronto internazionale, la sanità e la scuola primaria dove in pagella c’è un sette.