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 2012  agosto 09 Giovedì calendario

CRISI LUKASHENKO-SVEZIA ESPULSI TUTTI I DIPLOMATICI


La Guerra degli orsacchiotti è diventata una cosa seria.
Il governo della Bielorussia ha rispedito a casa l’ambasciatore e ieri tuttii diplomatici della ambasciata svedese aprendo di fatti una crisi politica tra l’intera Unione Europea e Aleksandr Lukashenko, eterno presidente del paese, meglio noto come "l’ultimo dittatore d’Europa" (copyright Condoleezza Rice). I toni sono pesanti. La Ue convoca una riunione d’emergenza per domani. E il ministro degli Esteri svedese Carl Bildt rinuncia al linguaggio diplomatico: «Lukashenko si comporta da quel piccolo mascalzone che è».
È degenerata così una vicenda cominciata il 4 luglio, giorno dell’indipendenza bielorussa. Un piccolo aereo da turismo, preso in affitto da una società di pubblicità svedese, ha violato lo spazio aereo nazionale, beffato tutti i sistemi di controllo e sorvolato il paese in lungo e in largo. I due piloti, Tomas Mazzetti e Hannah Frey, hanno poi lanciato sulla città di Ivyanets, nei pressi della capitale Minsk, un centinaio di orsacchiotti di peluche con piccoli cartelli che denunciavano la brutalità del potere e che inneggiavano alla libertà d’espressione. Per dare il tocco finale i due si sono poi ripresi con una telecamera mentre, indossando maschere da orsi, volavano via oltreconfine. Video che impazza su Youtube con profonda arrabbiatura del Presidente.
Lukashenko non ha mai potuto soffrire l’ironia. Figurarsi che ha promulgato una legge che proibisce perfino di ridere in pubblico durante le manifestazioni ufficiali. E in questi giorni in cui gli è perfino impedito di assistere alle Olimpiadi di Londra in quanto "persona non grata", avrebbe deciso di occuparsi personalmente del caso. La prima vittima dello scherzo svedese è stato un giovane fotografo di Minsk, Anton Surjapin, 20 anni, colpevole di aver ripreso le immagini di un po’ di orsacchiotti e della grottesca scena dei poliziotti spediti alla loro ricerca tra campi e giardinetti di periferia.
Il ragazzo è tuttora detenuto alla "Amerikanka", la cupa prigione dei servizi segreti che in Bielorussia si chiamano ancora Kgb. Interrogati decine di giovani in qualche modo sospetti di aver preso parte alla beffa. Altri guai sono previsti per l’attivista Pavel Vinogradov che, in febbraio, distribuì i primi orsacchiotti ribelli di sua invenzione per le strade di Minsk. Se la cavò con dieci giorni di carcere. Adesso rischia molto di più. Ma la "pulizia" all’interno del proprio paese non basta a Lukashenko che denuncia un ruolo del governo di Stoccolma nell’attacco al suo potere. L’Europa è pronta a varare ulteriori sanzioni che graveranno su un paese devastato dalla crisi economica. Ma, fino a quando non avrà precisi segnali dall’alleato russo, Lukashenko è convinto di non avere niente da temere.