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 2012  agosto 10 Venerdì calendario

L’APP ARRIVA DA LONDRA MA È PENSATA A CATANIA


Secondo la tv americana Cnn, fra le tre applicazioni dell’estate 2012 che non possono mancare nello smartphone, c’è NearMe. Significa «vicino a me» ed è un servizio di «geolocalizzazione» che permette all’utente, a spasso per le strade di una città del mondo, di scegliere il supermarket, il negozio o il caffè più a portata di mano.
NearMe è diverso da tutti i suoi concorrenti, anche dai colossi del “vedere per comprare” come Foursquare o GroupOn. Ma la sua vera peculiarità è l’origine. Il servizio infatti non è nato in un garage della Silicon Valley ma nella mente di un ingegnere informatico siciliano di 37 anni, figlio di due insegnanti di liceo, che per realizzarlo ha lasciato Catania e si è trasferito stabilmente a Londra.
L’idea è nata da un sogno. «L’ambizione iniziale», racconta Antonio Virzì, «era applicare l’intelligenza artificiale e le reti neurali alla tecnologia mobile, nel tentativo di creare un motore di ricerca per smartphone. Ma la strada era troppo lunga, e, con il mio socio Dario Briguglio, ho cercato applicazioni commerciali più immediate».

Sviluppatori in Bielorussia. E le ha trovate, creando un modello di business originale. In Gran Bretagna, l’ingegnere ha stretto accordi con le grandi catene commerciali come Tesco, Orange, Bodyshop e Pizza Hut. Invece in altri Paesi, come l’Italia, si lega ai colossi come Vodafone, con cui sta siglando un contratto in questi giorni, ma collabora anche con i dettaglianti.
NearMe è una piccola squadra di cui fanno parte, oltre al fondatore, due soci inglesi: un imprenditore della pubblicità mobile che segue la parte commerciale e un designer che si occupa di quella creativa, oltre a un team di sviluppatori in Bielorussia e a un altro informatico di stanza a Dublino. Piccola squadra di valore: al punto da attrarre l’interesse di un investitore americano con il progetto di mettere a segno una «talent acquisition», un acquisto di talenti, proprio ora che NearMe comincia a decollare.
Il rullaggio tuttavia è stato lungo e faticoso, e ancor oggi Virzì, che ha investito nell’impresa tutto ciò che aveva, arrotonda come consulente di BSkyB. La gavetta? «Dopo la laurea, ho lavorato all’università, per H3G e per Vodafone. Ma avevo in testa di creare un’azienda. E mi sono fatto le ossa con una prima esperienza di servizi per telefonini». La svolta è arrivata con l’iPhone quando si sono aperti grandi spazi per gli sviluppatori. «Con Dario abbiamo creato NearMe e ci siamo subito resi conto che non avremmo potuto gestirla da Catania, da Milano o da Roma. A Londra abbiamo avuto una specie di iniziazione al mercato globale».
La storia in realtà è più complicata, perché, oltre al magnetismo della metropoli vibrante, nella storia di Virzì ha giocato un ruolo anche il fascino di una fidanzata siciliana che nella capitale inglese voleva a tutti i costi trasferirsi.
«Vero, le vicende personali hanno pesato. Ma soprattutto all’estero ho potuto realizzare quello che in Italia non mi sarebbe riuscito. I contratti con le grandi catene commerciali per esempio li ho ottenuti là». Ma c’è anche un altro aspetto: «Londra è stata come una boccata di ossigeno puro, una città aperta, accogliente, favorevole alla diversità dei punti di vista. Il contrario del mondo che ho conosciuto io, dove contano soprattutto le relazioni e l’uniformarsi al potere».
Certo, la vita di uno che fa la scelta di Antonio, che condivide un appartamento con un’amica nel quartiere di Clapham Junction, è una vita dura: quattordici ore al giorno e sovente sette giorni su sette. Le soddisfazioni però stanno arrivando e lo ripagano del faticoso esordio. Obiettivi a breve termine? «Lasciare la consulenza in modo da avere un po’ di tempo per la vita privata. E tornare più spesso in Italia. Che, come si dice, è il mio Paese».