Frammenti, 10 agosto 2012
Pronuncia. ròbot, con l’accento sulla prima o [Max Cassani, La Stampa 19/11/2010, pagina 31] Robot Karel Capek, lo scrittore ceco che per primo coniò la parola ”robot”, a indicare un automa meccanico in grado di svolgere lavori noiosi e ripetitivi
Pronuncia. ròbot, con l’accento sulla prima o [Max Cassani, La Stampa 19/11/2010, pagina 31] Robot Karel Capek, lo scrittore ceco che per primo coniò la parola ”robot”, a indicare un automa meccanico in grado di svolgere lavori noiosi e ripetitivi. Il termine deriva dal vocabolo ceco ”robota” che significa ”lavoro manuale senza intelligenza”, e venne usato nel gennaio del 1921 nell’opera teatrale ”R.U.R.” (Rossum’s Universal Robots): storia fantascientifica di una società dove le macchine pensanti sostituiscono l’uomo in ogni sua attività, fino a diventare padrone del mondo [www.agora.stm.it e La Stampa 16/3/2011] Numeri Nel mondo fino a dicembre 2010 sono stati venduti 8 milioni e 700mila robot non industriali: 5 milioni e 600mila per uso domestico (aspirapolvere, tagliaerba etc.), 3 milioni e 100mila per divertimento (giocattoli come Aibo, Pleo, Furby). Tra le applicazioni più evolute: New Asimo della Honda, ha un battery pack di 6 kg e un’autonomia di 45 minuti. Topio 3.0 è un umanoide vietnamita capace di giocare a ping pong, alto 1,88 metri, pesa 120 kg. Andy, la sex doll che respira e ha un battito cardiaco, prodotta dalla First Androids, costa 2.700 euro. [Wired gennaio 2011] Numeri/2 Nel 2004 i robot che lavoravano nelle fabbriche di tutto il mondo erano un milione e 410 mila (dati United Nations Economic Commission for Europe e l’International Federation of Robotics). Un altro milione e 310 mila stavano nelle case: 700 mila facvano le pulizie o tagliavano l’erba in giardino, gli altri 610 mila a forma di cani, gatti oppure – sempre di più – di esseri umani. La tendenza all’acquisto dei robot, sia da parte delle famiglie che delle industrie, Nel primo semestre del 2004 gli americani superarono del 18 per cento gli acquisti di tutto il 2003 e gli asiatici addirittura del 57 per cento (gli europei, invece, erano in calo del 3 per cento). Il Paese più robotizzato al mondo era il Giappone (in fabbrica c’erano 320 robot ogni 10 mila operai). Valore del business: 6,7 miliardi di dollari. [Giovanni Caprara, Corriere della Sera 21/10/2004] Crono Le prime macchine automatiche mosse ad acqua furono progettate nel 1206 da Al Jazari. Nel 1495 Leonardo Da Vinci disegna il modello di un automa meccanico con forme umane, mentre nel 1739 Jacques de Vaucanson realizza un’avveniristica anatra meccanica. George Devon nel 1954 crea negli Usa Unimate, il primo robot industriale programmabile, e nel 1975 nasce Puma, il primo braccio robot. Secondo le previsioni, nel 2025 i robot in Giappone potranno fare il lavoro di 3,5 milioni di persone. [Wired gennaio 2011] Galatea L’idea di persone artificiali risale almeno all’antica leggenda di Cadmo, che seppellì dei denti di drago che si trasformarono in soldati; e al mito di Pigmalione, la cui statua di Galatea prese vita. Compiti L’inventore americano Joseph F. Engelberger restò talmente affascinato dall’idea di poter costruire esseri artificiali in grado di aiutare l’uomo e liberarlo dai compiti ingrati e pesanti, da dedicare la sua vita a questa idea. Nel 1956 incontrò a un cocktail George Devol: i due presero a parlare dei libri di Asimov e il risultato fu che si misero d’accordo per costruire dei robot. Nel 1961 Engelberger presentò l’UNIMATE-1, primo robot industriale della storia. [http:// inventors.about.com 8/7/2002] Futuro «Il futuro si sta avverando molto prima di quanto pensassimo. Ed è molto più strano di quanto lo immaginassimo. Non robot ma dati. Informazioni. Informazioni...» (Reid Hoffman, fondatore di Linkedin). Tecnologie Il 26,7% di italiani pensano che robot e computer intelligenti Saranno le tecnologie che ci consentiranno di cambiare. [Wired maggio 2011] Tragedia «Cinquanta anni fa tutti pensavano che i robot avrebbero sostituito gli essere umani nei lavori, mentre le persone si sarebbero dedicate ai passatempi e al tempo libero. Che questo non sia accaduto è sicuramente la più grande tragedia dell’umanità» (Oliver Benjamin, fondatore Dudeismo, giornalista americano che adesso vive a Chiang Mai in Thailandia). [Francesco Tortora, Corriere.it 2/2/2011] Holmes James Tra i primi entrare dalle finestre del fortino di James Holmes sono i robot delle unità speciali «Atf» (Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives). Portando delle particolari «bombe ad acqua». Per oltre 120 minuti i robot operano dentro la roccaforte del killer. Si ascoltano a distanza almeno tre esplosioni sorde. Sono le trappole che Holmes aveva lasciato e a neutralizzarle sono le bombe che versano acqua mista a particolari sostanze, sotto la guida di due agenti, saliti a bordo di una gru dei pompieri per osservare da vicino l’avanzata sul terreno minato. Per gli agenti del Colorado è il primo successo su Holmes: fino a questo momento tutto era andato secondo i suoi piani, ma la grande esplosione finale che aveva immaginato, trasformando la sua casa in una palla di fuoco, è stata sventata dai robot federali. [Maurizio Molinari, la Stampa 22/7/2012] Holmes Katie «Mi trattava come un robot» (Così Katie Holmes a proposito dell’ex marito Tom Cruise). [Angelo Aquaro, la Repubblica 10/7/2012] Marte La missione su Marte da due miliardi di dollari di Curiosity, robot da 900 chili attrezzato con batterie al plutonio, 6 ruote capaci di avanzare 200 metri al giorno e un microchip con la scansione di due opere di Leonardo (l’Autoritratto e il Codice del volo) da mostrare a un eventuale marziano. [Dusi Rep 31/7/2012] Marte/2 Marte è un obiettivo così lontano? «Anche lo Sputnik arrivò come un fulmine a ciel sereno, e la Luna stessa sembrava irrealizzabile. Raggiungere Marte vuol dire costruirvi una base permanente. Una volta lanciate tutte le componenti sulla sua superficie, l´assemblaggio può essere affidato a robot comandati a distanza, usando un satellite del pianeta come punto di appoggio. Poi, dopo un viaggio di circa 9 mesi, arriverebbero le squadre di astronauti a completare il lavoro. Alla fine ci saranno missioni che partiranno per restare». (Buzz Aldrin a Elena Dusi). [Elena dusi, la Repubblica 22/5/2011] Conoscenza La sua struttura di Wikipedia “Open Wiki” che invita diversi attori umani e non umani ( quindi robot) a collaborare nella produzione e nella documentazione della conoscenza. [Nishant Shah, Il Sole 24 Ore 16/1/2011] Google I motori di ricerca come Google utilizzano software robot, detti crawler o spider, che analizzano il web, leggono le pagine, controllano i link e inviano i risultati ai data center, dove viene costruito una specie di indice del web. Il data center di Google è uno dei più grandi al mondo ed è il frutto di un lavoro che ha comportato un milione di ore di elaborazione informatica. Robot-firmatari Nella crisi dei mutui americana c´è l´uso dei cosiddetti "robot-firmatari": quei periti che dovrebbero esaminare i documenti sui mutui e sulla regolarità dei rimborsi, in realtà firmano a occhi chiusi centinaia di espropri al giorno, come dei robot. [Federico Rampini, la Repubblica 14/10/2010] Società robot Le Spv (Veicoli per scopi speciali) le società robot che non hanno dipendenti, non prendono decisioni economiche di rilievo, né hanno una collocazione fisica. Si chiamano veicoli perché servono anzitutto a trasportare fuori bilancio i crediti concessi da una banca, in modo che essa possa immediatamente concederne altri per ricavarne un utile [Luciano Gallino, La Repubblica 30/7/2012] Fisco «Io non chiedo sconti, né privilegi. Ho cercato la pace sociale, ma inutilmente: è come parlare con un robot. Il capo del fisco non mi vuole incontrare, ovvio che non abbia il coraggio di guardarmi negli occhi. Lui sa che non esiste nessuna violazione. Si persevera solo perché mi chiamo Maradona, se mi chiamavo Esposito era diverso». [Tommaso Cerno, L’espresso 14/6/0212] Robot Bilancia Alla l’Oréal di Saint-Ouen, alle porte di Parigi, un robot-bilancia prepara miscele e formule e simula diverse applicazioni successive misurando la qualità del fusto del capello. Finora ha pesato quasi un milione di campioni. [Laura Laurenzi, la Repubblica 29/3/2012] Operai Foxconn, colosso cinese che produce prodotti hi-tech, entro il 2012 avrà 300 mila robot al posto degli operai per fare i lavori più pericolosi o di precisione. Partner Meo, operaio Fiat: «La linea di montaggio è fastidiosa, non ti puoi allontanare, non sei libero di gestirti il tempo. Ma i robot hanno cambiato moltissimo ». Le tute blu li chiamano «partner», come in una convivenza che non diventa matrimonio. «Una volta montavamo le plance a mano, un pezzo alla volta. Ora che accorpano anche pedaliere e ventilazione, il partner li alza e li sistema mentre noi controlliamo con il joystick. Ai sedili ci spaccavamo la schiena per sollevare i pezzi e montarli, ora gli addetti devono soltanto fissare le viti. Al sottoscocca lavoravamo sdraiati, con le braccia sempre in alto e la faccia in su sempre sporca d’olio che colava, mentre adesso un supporto meccanico ruota il pianale di 90 gradi e me lo colloca di fronte: fissare un tubo o una marmitta comporta lo stesso sforzo di piantare un chiodo» [SFil, il Giornale 15/1/2011] Fiat Alla Fiat di Pomigliano in lastratura (quella che una volta si chiamava saldatura) lavorano quasi solo robot: sono più di 600. Tocca a loro saldare scocca, fiancate, tetto e avvitare sportelli e cofani. Per la Nuova Panda sono previsti oltre 3 mila punti di saldatura. Dice Paolo De Fazio, capounità: «Il reparto è molto flessibile. Oggi saldiamo la Panda, domani potremmo assemblare tutti gli altri modelli Fiat o Lancia o Alfa. Abbiamo una capacità produttiva massima di 1.300 auto al giorno, 60 ogni ora. Inoltre la manutenzione dei robot è semplice: sono tutti uguali e quindi facili da gestire». [Fabrizio Paladini, Panorama 28/6/2012] Volkswagen Fra i reparti della Volkswagen di Wolfsburg, il numero dei robot supera quello degli operai. [Ugo Bertone, Panorama n. 30 18/7/2012] Cammelli Nel gennaio del 2011 la polizia di Dubai ha arrestato tre persone, «asiatici» dicono gli inquirenti, accusate di vendere fantini elettronici taroccati per le corse dei cammelli. Sembra la trama di un film surreale ambientato negli Emirati Arabi, ma così non è. A quelle latitudini vige la consuetudine di organizzare corse di cammelli: ma seduti tra le due gobbe dell’animale non c’è un fantino in carne e ossa, bensì un robot [Romolo Buffoni, Leggo 26/1/2011] Dromedari Amante delle corse di dromedari ma stufo di vedere in sella agli animali fantini-bambini, lo sceicco Abdullah bin Khalifa al Thani del Qatar commissionò nel 2004 a una società svizzera il progetto di un fantino-robot. Acconto di 1,37 milioni di euro, il prodotto finito è un pupazzo molto simile all’originale equipaggiato di redini e frustino ma senza gambe: lo sceicco ne ha comprati 100, prezzo 5.500 dollari l’uno. [Michele Ferrante, La Gazzetta dello Sport 3/1/2004] PokerBot L’anno scorso il New York Times ha lanciato l’allarme contro i cosiddetti Poker bot che starebbero «prendendo sempre più piede nei giochi d’azzardo online». "Bot" sta per "robot". I "Poker bot" possono giocare 24 ore su 24, anche su più tavoli. E, ovviamente non mostrano il minimo cedimento psicologico, come invece capita ai giocatori troppo umani. Basta scaricarli per farsi sostituire nei tavoli digitali. Ma il Nyt sostiene che bisogna diffidarne perché a poker, a differenza degli scacchi, si gioca a carte parzialmente coperte, quindi per un computer è più arduo individuare le contromosse. Non solo. Ci sono in gioco variabili decisamente umane, come il bluff. [Antonello Guerrera, la Repubblica 16/3/2011] PoketBot/2 Uno di questi poker da scaricare da internet dice di chiamarsi «Gobot, il Robot che gioca tutto solo per ore e non commette alcun errore!». [Antonello Guerrera, la Repubblica 16/3/2011] Import Importiamo più dai tedeschi che dai cinesi: se alla fine del 2010 il mercato cinese aveva superato la Germania diventando il primo per le nostre esportazioni di macchine utensili e robot, nel primo trimestre del 2011 abbiamo assistito a un rimbalzo del mercato tedesco che lo ha riportato in alto. [Dario Di Vico, Corriere della Sera 28/06/2011] Pianoforti Al Castello Caetani di Sermoneta (Latina), si sfidano un pianista in carne e ossa – Roberto Prosseda – e il robot TeoTronico. Il pubblico dovrà decidere chi ha suonato meglio Mozart, Scarlatti e Chopin (qui dovrebbe vincere Prosseda), poi ascolterà i rulli di pianola incisi da Rachmaninov, Busoni e Hofmann più di un secolo fa (qui si dovrebbe capire come suonavano quei musicisti), infine verranno eseguiti gli studi di Conlow Nancarrow, scritti per pianoforti automatici ed eseguiti dal solo robot, dato che risultano impossibili agli umani. TeoTronico sarà il 26 agosto a Berlino per suonare insieme alla Berliner Symphoniker. Nota per Giorgio: Non sono riuscita a capire come sia finita. Su internet non ne trovo traccia. Titano «Forse un giorno si riuscirà ad avere un robot che prenda dei campioni del liquido che scorre nei fiumi di Titano e che a quelle temperature di meno 200 gradi centigradi non può essere acqua, probabilmente è metano liquido e questo metrobot ci porti a terra delle ampolle con del liquido di Titano chi lo sa, forse fantascienza, forse un giorno ci riusciremo, potremo vedere se in questo liquido per caso ci sono delle forme elementari di vita, se la vita è possibile in un liquido diverso dall’acqua non lo sappiamo. » (Margherita Hack alla Conferenza all’Accademia Nazionale dei Lincei della prof.ssa Margherita Hack: " I pianeti "alieni" e probabilità di vita nell’universo" 27/4/2012 ) Oro Tom Dettweiller, che nella vita faceva lo scopritore dei relitti sottomarini (aiutò anche a trovare il Titanic), da qualche anno ha scoperto che c’è oro anche sotto i mari e sta concentrando su quest’attività la sua Odyssey Marine Exploration di Tampa, Florida. Ha sperimentato i primi robot dotati di sensori e piccole pale che, telecomandati, vengono immersi fin laggiù raccolgono campioni di roccia (vicino agli Black Smoker, geyser di per alterazione chimica producono filamenti d’oro) e li portano in superficie. [Eugenio Occorsio, Affari & Finanza, La Repubblica 23/7/2012]. Fossa Sono tre i sottomarini senza equipaggio che hanno esplorato la Fossa delle Marianne, che hanno toccato il punto più profondo degli oceani. [Valentina Arcovio, La Stampa 27/3/2012] Roma L’ultima invenzione di Guido Gay, industriale e inventore di robot subacquei, che ha trovato il relitto della corazzata Roma, ammiraglia della Regia Marina al comando dell’ammiraglio Carlo Bergamini, si chiama «Pluto Palla» ed è un prototipo di robot subacqueo che può calarsi fino a 4 mila metri di profondità. «L’ho messo a punto nella ricerca del relitto del Transylvania, il piroscafo per il trasporto truppe della Royal Navy affondato nel 1917 da un U-Boot tedesco davanti a Savona». L’ha trovato nell’ottobre scorso, con i sub dei carabinieri. [Fabio Pozzo, Umberto Gentiloni, La Stampa 29/6/2012] Titanic Martedì 3 settembre 1985 il relitto del Titanic è stato scovato grazie a un sonar-robot. Yves Sillard, presidente dell’“Istituto francese per le ricerche e l’esplorazione marina”, spiega che il relitto del Titanic, il supetransatlantico affondato il 15 aprile 1912 dopo la collisione con un iceberg (1513 vittime, almeno 34 italiane), è stato ritrovato il primo settembre, 900 km a sud di Terranova (Canada), grazie a un sonar-robot racchiuso in un siluro lungo tre metri, un prodigio tecnologico capace di trasformare in immagine grafica qualsiasi massa metallica rilevata lanciando segnali anche lateralmente (i sonar tradizionali funzionano in senso verticale) e di individuare un relitto anche se coperto di sabbia o sedimenti. Trascinato a pochi metri dai fondali dalla nave appoggio “Le Suroit”, il “Sar” aveva iniziato le ricerche il 28 giugno. [Cinquantamila.it] Concordia Per esplorare le parti della Concordia rimaste finora inaccessibili (al marzo 2012), Gabrielli, commissario straordinario per l’emergenza, ha annunciato l’adozione di un robot: il Rov (Remote operator vehicle) che entrerà nella nave, perlustrerà il labirinto subacqueo e rinvierà al centro di controllo immagini e dati tecnici dalle viscere della Concordia. A oltre due mesi dal disastro, in presenza di condizioni meteo poco favorevoli, il robot rappresenta l’unica chance per ricercare le vittime rimaste intrappolate durante il naufragio segnalando ai soccorritori la loro esatta posizione. [Giuseppe Fumagalli, Oggi, n. 12, 21/03/2012, pp. 18-27] Petrolio/1 RoboFish, pesce robotico progettato dal gruppo di ricerca di Huosheng Hu, professore del Dipartimento di robotica dell’università dell’Essex, Inghilterra. Sta per essere tuffato nel Mediterraneo e serve a monitorarne il livello di inquinamento. Costo: 2,5 milioni di dollari. Si muove nell’acqua come un pesce normale, ma raccoglie informazioni su livelli di ossigeno, presenza di contaminanti e tracce di petrolio. Appena effettuata la raccolta dei dati, risale in superficie e trasmette tutto a un centro di ricerca oceanografico. Petrolio/2 SeaSwarm (lo sciame marino), studiato dal Mit per arginare la fuoriuscita del petrolio BP nel Golfo del Messico, attraverso l’utilizzo di robot galleggianti capaci di assorbire quantità enormi di petrolio grazie a un tapis roulant fatto con un nano tessuto, che scivolerebbe lungo la superficie dell’acqua raccogliendo il petrolio. [Vito De Ceglia , la Repubblica Affari&finanza 13/6/2011] Fukushima Asimo, il robot con fattezze umanoidi realizzato dalla Honda, in grado di camminare, correre, distinguere le voci e ragionare utilizzato a Fukushima per aprire e chiudere le valvole della centrale atomica con il suo braccio robotico. Asimo Il robot Asimo, chiamato così in onore dello scrittore di fantascienza Isaac Asimov. È prodotto in Giappone dalla Honda. E’ alto 130 cm e pesante 52 kg, viene mosso dagli impulsi cerebrali di un operatore, provvisto da una serie di elettrodi sulla testa. [Luigi Bignami, Oggi, n. 50, 15 dicembre 2010, pag. 92] Legge Prima legge dei robot di Isaac Asimov: «Mai danneggiare l’uomo». Seconda legge: «Un robot deve eseguire gli ordini che riceve dagli esseri umani, ma non quando tali ordini interferiscono con la Prima Legge». Terza legge: «Un robot deve proteggere sé stesso, finché la sua autodifesa non interferisce con la Prima o la Seconda Legge». Carta Il termine "robotica" venne usato per la prima volta (su carta stampata) nel racconto di Isaac Asimov intitolato "Bugiardo!"(Liar!, 1941), presente nella sua famosa raccolta Io, Robot. [Wikipedia] Generazioni Robot di prima generazione: Si definiscono così, i robot in grado semplicemente di eseguire sequenze prestabilite di operazioni indipendentemente dalla presenza o dall’intervento dell’uomo. Robot di seconda generazione: Questi robot hanno la capacità di costruire un’ immagine (modello interno) del mondo esterno, di correggerla e perfezionarla continuamente. È in grado di scegliere la migliore strategia di controllo. Il robot di seconda generazione è in grado di finire ciò che gli è stato programmato malgrado la presenza di fenomeni di disturbo non prevedibili a priori. Robot di terza generazione: Hanno un’ intelligenza artificiale. Questo robot è in grado di costruire nuovi algoritmi e di verificarne la coerenza da solo. [Wikipedia] Braccio Nel 2004, alla Brown University, un paziente tetraplegico riuscì a giocare a Pong utilizzando un braccio robotico controllato attraverso elettrodi impiantati nel cervello. Nel 2008 dei ricercatori della University of Pittsburgh esibirono una scimmia che mangiava guidando con la mente iLimb, un braccio robot. Si era convinti che di lì a non molto esseri umani amputati avrebbero potuto usare quegli arti per allacciarsi la cravatta e piloti avrebbero potuto far volare jet con la forza del pensiero. Nel 2006 l’agenzia americana Darpa (De- fense Advanced Research Projects Agency) aveva avviato un programma per costruire nel giro di quattro anni un braccio «controllato direttamente dai segnali neurali», fornito di capacità «quasi identiche a quelle di un arto naturale». La scadenza è ormai superata da due anni e quelle ambizioni appaiono totalmente irrealistiche. Con 153 milioni di dollari di fondi e anni di ingegneria, il massimo cui può aspirare un amputato, oggi, è un braccio pesante e goffo che si muove con lentezza, non ha sensibilità e spesso travisa le intenzioni del suo proprietario. [Michael Chorost, wired luglio 2012] Capsule Già esistono i nanobots (capsuline intelligenti) che possono essere iniettati nel corpo umano e distruggere selettivamente le cellule malate», spiega il professore Anirban Bandyopadhyay, giovane scienziato, 36 anni, che lavora in Giappone, a Tsukuba, presso il Nims. «Quello a cui sto lavorando è la creazione dei nanobrains, per esempio di nanochirurghi in grado di operare il cervello dall’interno, e in una emorragia cerebrale rimuovere i grumi e il sangue. Stiamo già facendo i test nelle cellule umane. E stiamo affrontando in modo assolutamente innovativo l’Alzheimer. I nanobrains potranno rimuovere le placche amiloidi, ma anche lavorare sui microtubuli, le piccole strutture di micro-elaborazione dei segnali all’interno dei neuroni e ripararli evitando la denaturazione di proteine, che è la causa della malattia». [Viviana Kasam, Domenica-Il Sole 24 Ore 3/6/2012] Pillole il caso dei robot-pillola che vengono inghiottiti dal paziente e poi guidati all’interno del suo corpo attraverso un telecomando. «Il design di molti mini e microbots si ispira allo strisciare dei vermi, ai rapidi movimenti degli insetti o ai movimenti natatori dei batteri», ha spiegato Menciassi che ha portato due prototipi finanziati dalla Comunità europea e da enti coreani. Uno si chiama Ares-Araknes (Ares è un anagramma in inglese che significa «Sistema robotico riconfigurabile per chirurgia interna»). formato da 15 moduli che vengono inghiottiti ad uno ad uno dal paziente e poi si assemblano all’interno dell’organismo. Il minitransformer dovrebbe svolgere le operazioni chirurgiche dall’interno nello stomaco e nell’intestino, in modo da non dover «aprire» il paziente, risparmiargli sofferenze e ridurre i tempi di degenza. Altro prototipo italiano: le capsule endoscopiche. Una «nuota» nello stomaco, l’altra si muove nell’intestino. «Ci siamo ispirati al mondo della biologia perché i vermi hanno sistemi di locomozione adatti ad ambienti non strutturati e scivolosi, dunque sono perfetti per il corpo umano », spiega la Menciassi. [Viviana Mazza, 07/09/09] Fegato Da Vinci, si chiama così il primo robot che ha trapianto un fegato da solo: il prelievo, e il successivo trapianto, hanno permesso di salvare la vita a un uomo di 44 anni. È successo all’Istituto Mediterraneo per i Trapianti, l’Ismett di Palermo. Da Vinci, un carrello, quattro bracci meccanici con altrettanti strumenti chirurgici era l’unico vicino al tavolo operatorio. I medici si trovavano infatti a distanza di qualche metro, davanti a una «console» che ha permesso di avere una visione tridimensionale ingrandita dell’interno della cavità addominale del paziente. A ogni comando di un «camice bianco» corrispondeva un movimento in tempo reale del robot, preciso e sicuro. [Valentina Arcovio, La Stampa 26/6/2012] Telechirurgia L’Università di Verona: dal primo marzo (2011) lavora a I-Sur un progetto finanziato dalla Comunità europea con 3.929.667 euro. Dura 42 mesi. È una nuova frontiera: quella dei robot chirurgici intelligenti. Dalla completa automazione, a cominciare da piccoli interventi. I chirurghi si focalizzeranno sugli aspetti più delicati dell’intervento e lasceranno alle nuove tecnologie (ai robot) semplici compiti come suture e incisioni. Si potranno anche migliorare precisione e velocità e incorporare i compiti automatici nei sistemi di telechirurgia, dove il chirurgo non può essere accanto al paziente, come nel caso di calamità naturali. [Mario Pappagallo, Corriere della Sera 15/02/2011] Ospedale/1 Il 13 giugno 2002 fu inaugurato a Viareggio l’ospedale del futuro: 69 mila metri quadrati di superficie, 1.100 posti auto, 1300 dipendenti, 265 posti letto. Per i corridoi si aggiravano dieci robot che circolavano ad una velocità di 6 km orari, in grado di raggiungere ogni parte dell’ospedale, 24 ore su 24, seguendo bande metalliche poste sul pavimento, salendo e scendendo dagli ascensori fino a raggiungere il destinatario per consegnare biancheria, cibo, attrezzature. [Simona Poli, "la Repubblica" 6/6/2002 e http://www.nove.firenze.it/vediarticolo.asp?id=a2.06.13.19.02] VERIFICARE SE FUNZIONA ANCORA Ospedale/2 All’Ospedale di Bolzano, la cucina distribuisce i piatti con il robot che li invia ai singoli settori (20 anni fa il sistema era già all’avanguardia e venivano a vederlo dal Giappone). [Edoardo Raspelli, La Stampa 4/11/2010] Telepresenza Sono i telepresence robot - come si definiscono tecnicamente a partire dal loro utilizzo più immediato: che è quello appunto di permettere la presenza di una persona in un luogo in cui non c´è. Non è un gioco di parole. "La bellezza della telepresenza è proprio questa" dice al New York Times l´amministratore delegato di iRobot. "La telepresenza sfida la nostra percezione di che cosa significa trovarsi in un particolare posto in un particolare momento". Come il fondatore di Anybots che presenzia all´allarme incendio in California standonsene comodamente in vacanza alle Hawaii. Il concetto di telepresenza però è ambiguo e proprio su questo insistono gli scettici che non vogliono arrendersi alla calata dei robot: non esisteva già, per esempio, la teleconferenza? Con i robot, per esempio, la persona in teleconferenza può muoversi nella stanza in cui sono riuniti i suoi collaboratori, e magari piombare alle spalle – certo, al momento piuttosto rumorosamente – di un dipendente particolarmente distratto. Un robot con un grande schermo è diventato l´alter-ego di Mike Beltzner. Il fondatore di Mozilla (l´azienda Internet che ha lanciato il browser Firefox) passa più tempo con il suo gatto nella sua casa di Toronto che nell´ufficio di Mountain View. Il New York Times assicura che i suoi dipendenti si sono affezionati a quello che hanno ribattezzato "Robo-Beltzner" e che altri manager già ricorrono a questa tecnologia per essere presenti alle riunioni nei diversi angoli del pianeta. [Angelo Aquaro , la Repubblica 6/9/2010] Telemedicina La telemedicina è già una realtà e sempre più professionisti negli Usa utilizzano un robot piazzato nella camera dei pazienti più a rischio per controllare le sue condizioni. Anche in questo caso il robot è uno schermo che sormonta una specie di Segway – il motore fatto solo di due ruote e manubrio. Ma i risultati sono strabilianti. La definizione di una scienziata come Jeanne Dietsch sembra geniale: "I computer hanno cominciato a sviluppare le ruote e a muoversi nell´ambiente". E il tipo di computer che prima o poi potrebbe diventare un compagno prezioso non solo per i malati ma anche per gli anziani: Aliz-e si chiama il progetto da oltre 10 milioni di dollari sviluppato dalla comunità europea e che anche il San Raffaele di Milano sta studiando per la riabilitazione dei pazienti. [Angelo Aquaro , la Repubblica 6/9/2010] Paziente In Giappone, nella facoltà di medicina dell’università di Gifu, hanno messo a punto il paziente robot, che reagisce agli stimoli come uno in carne e ossa. Il robot è in silicone e ha 24 sensori interni, che trasmettono gli impulsi a un sintetizzatore grazie al quale parla. Può simulare otto diverse sintomatologie, tra cui gastroenterite acuta e appendicite. La pelle è simile a quella vera, per far esercitare gli studenti nel palpare i malati veri. [Corriere della Sera 3/5/2006, pagina 27]. Sesso «Gli scienziati sostengono, e raramente si sbagliano, che un giorno faremo sesso con dei robot. Scusate, ma non è forse questo il matrimonio?”» (David Letterman); «La cosa peggiore quando si fa sesso con un robot è quando il robot ti dice: ”Non ti preoccupare, Dave, succede”» (David Letterman). [Onda n.28 2006] Vespasiano robot. Si chiama Shakeutron, è un robot e aiuta i maschietti a centrare con precisione l’interno del sanitario pubblico. Shakeutron ha infatti la forma di un vespasiano dotato di due braccia meccaniche e di una videocamera ad alta definizione. Chi desidera espletare i propri bisogni deve soltanto mettersi davanti. Le mani meccaniche apriranno la lampo dei pantaloni ed eseguiranno tutte le altre formalità del caso. Il marchingegno è (fortunatamente?) utilizzato soltanto in Giappone, almeno per ora. Chi l’ha progettato giura che la telecamera è utilizzata soltanto per garantire un perfetto funzionamento degli arti meccanici. La privacy degli utenti dovrebbe essere al sicuro. Almeno quella. [Macchina del tempo giugno 2005] AAA AAA pigro cercasi, astenersi sgobboni. Mansioni? Osservare, comodamente seduti un robot tagliaerba che rasa i prati da solo e raccontare le sue evoluzioni sui social network. Durata del contratto? Trenta giorni retribuiti 2.200 euro lordi. No, non è uno scherzo ma la campagna di reclutamento «Pigri si diventa» promossa della Fercad, azienda di Altavilla Vicentina, che distribuisce in Italia i prodotti da giardino dell’azienda svedese Husqvarna. [Alessio Ribaudo, Corriere della Sera 26/4/2012] Robot tagliaerba Sempre più successo riscuotono i robot tagliaerba per il taglio del prato: si tratta di macchine che tagliano autonomamente il prato e si gestiscono in modo automatico. Oltre al risparmio di tempo e fatica, si evita lo smaltimento dell’erba tagliata poiché, venendo tagliata continuamente, i pochi millimetri di erba che cadono a terra, si decompongono naturalmente e in fretta, senza compromettere la bellezza del prato. Inoltre rispettano l’ambiente perché hanno bassissimi consumi energetici e zero emissioni di Co2. Il Roomba Ambrogio, ad esempio, parte dai 1.290 euro del modello L50 (fino a 400 mq) fino ai 3.599 euro del modello L300 (fino a 3500-5000 mq). [VoceArancio 30/5/2012] Ecobot Ecobot, il robot in grado di nutrirsi (il suo piatto preferito sono le mosche) e trovare così l’energia necessaria per muoversi. un automa realizzato da un team di ricercatori dell’università di Bristol (Gran Bretagna), coordinati da Chris Melhuish. Ma come riesce a metabolizzare gli insetti? Il prototipo è dotato di otto contenitori con una sorta di liquame ad alta concentrazione di batteri anaerobici. Questi microrganismi digeriscono la chitina presente nell’esoscheletro dell’insetto. Il robot, così, ricava dalla chitina le molecole di zucchero da impiegare nella produzione di energia. Attraverso lo zucchero, infatti, i batteri avviano un meccanismo che produce elettroni da utilizzare per generare corrente elettrica. Ecobot, però, non è ancora in grado di cacciare le sue prede; per questo il prossimo obiettivo di Melhuish è quello di consentirgli di attirare le mosche con gli odori emessi dai liquami. [Macchina Del Tempo Dicembre 2004] Robot lavapavimenti. Ideali per mogli, mamme, suocere (e per l’economia domestica che può risparmiare sulla governante). Il principali modello: Roomba (spazza e lucida) e Scooba (che lava pure) di iRobot. L’iRoomba, non s’incarta coi tappeti, è più basso, passa meglio sotto i mobili e oltre a scopare, lucida pure. I modelli base partono da 299 euro, fino al 625 professional che ne costa 649. [Vocearancio] Dressman L’elettrodomestico che stirerà le camicie al posto vostro. Si chiama Dressman, è della Siemens, e è in grado di prendere una camicia spiegazzata e riconsegnarla perfettamente stirata. Si posiziona la camicia ancora umida sulle sua spalle e poi lui si gonfia sino a tendere perfettamente i tessuti. A questo punto comincia a scaldarsi e a soffiare aria calda fino a che la stoffa non è asciutta. Segue quindi un getto d’aria fredda per un minuto e la camicia è pronta. A seconda del tipo di tessuto, l’operazione richiede da 5 a 15 minuti. [Guido Guiso, Macchina del Tempo, agosto 2004 (n.8)] Doner Robot Il primo kebab robot al mondo, una macchina in grado di affettare carne per 120 porzioni di kebab all’ora, senza che gli addetti debbano avvicinarsi troppo, ma limitando il loro compito alla raccolta delle fette: «Chi taglia il döner kebab suda molto perché sta molto vicino alla griglia. Noi abbiamo eliminato questo problema» dice il creatore Ahmet Kalyoncu. Rapina Michael Crichton, ideatore di Jurassic Park, Twister e della serie tv E.r., secondo la rivista "Forbes" ha guadagnato negli anni ’90 tra i 12 e i 22 milioni di euro l’anno. Ha messo insieme la sua fortuna raccontando storie sui pericoli che arrivano da virus misteriosi, robot sfuggiti al controllo, tornado assassini e dinosauri mutanti. Lui però è stato svegliato nella notte da due uomini mascherati che gli puntavano una pistola alla testa: «La rapina mi ha ricordato che la vita è piena di sorprese alle quali non ti puoi opporre». [Corriere della Sera del 7/2/2000]. Robot guardiani Quelli che a prima vista sembrano dei giocattoli, possono diventare utili strumenti di difesa. Come il Rovio, un robot prodotto da Wowwee che ha le dimensioni di un ferro da stiro e grazie a tre ruote girevoli può muoversi in tutte le direzioni. Tramite una base wifi, Rovio obbedisce ai comandi che arrivano da qualsiasi computer connesso a Internet. Ha una webcam integrata, un microfono e un piccolo altoparlante che possono diventare i nostri occhi, orecchie e bocca quando non siamo in casa: in teoria, dalla nostra postazione, si possono anche scambiare due chiacchiere con l’ intruso. Un’ alternativa è Spykee, robottino dalle sembianze più o meno umane. Al posto della testa ha una piccola videocamera, gli arti inferiori sono dei mini-cingoli. Il tutto, anche in questo caso, controllabile a distanza con un software da installare su pc. «Volevamo un prodotto con cui i bambini potessero fare degli scherzi - ha detto Jennifer Briand, product manager di Spykee, al New York Times - è stata una sorpresa vedere che invece molti adulti lo utilizzano per sorvegliare casa quando sono fuori». [Alberto Giuffré, Corriere della Sera 30/07/2011] Assistente «Non ci potevo credere: ci siamo catapultati lì all´indirizzo sull´Highway 237 e chi ci siamo trovati sulla porta di casa? Un robot....» dice Verne un pompiere di Mountainview. Il simpatico assistente - due ruote con una telecamera e uno schermo montate sopra - ha ricevuto in silenzio i pompieri e li ha seguiti mentre ispezionavano tutta la villa. E alla fine ha educatamente ringraziato. Solo allora il vecchio Verne ha riconosciuto la voce che spuntava da quell´attrezzo: era Trevor Blackwell, il fondatore di Anybots, che dal suo paradiso alle Hawaii lo ringraziava per avere risposto così celermente all´allarme. Anybots è una delle aziende che stanno guidando la rivoluzione dei robot e l´insolita cronaca del "Portland Press Herald" diventerà sempre meno insolita nel giro dei prossimi mesi: perché i robot sono tra noi e ci stanno cambiando la vita. Il robot che ha ricevuto l´altra sera la squadra di Chestnut si chiama QB e appartiene a quella generazione di macchine che cominciano ad avere un prezzo più che abbordabile. Perché 15mila dollari non sarà certo il prezzo di un elettrodomestico: ma non sareste disposti a sborsare per un robot tuttofare almeno quanto sganciate per una utilitaria? L´ingegner Blackwell, canadese, classe ´69, naturalmente crede di sì e per questo nove anni fa ha fondato questa industria pionieristica rinunciando al retribuitissimo posto di dirigente di Yahoo. Ha visto giusto: perfino la Nasa si è innamorata del suo QB e sta studiando le sue possibili applicazioni. Ma la vera novità di questi apparecchi è che sono stati concepiti con l´occhio più alla terra che allo spazio. [Angelo Aquaro , la Repubblica 6/9/2010] Bionaso. Il Politecnico di Milano sta studiando un dispositivo annusa tutto, dai tumori alle fughe di gas, dalle contaminazioni alimentari all’inquinamento industriale. Il naso bioelettronico sarà in grado di effettuare, soltanto attraverso l’analisi dell’odore, diagnosi precoci di molte malattie, tumore compreso. Questo particolare robot sarà capace di capire se un cibo è avariato o contaminato, nonché prevenire sul nascere pericolose fughe di gas o di altre sostanze chimiche sia nelle aziende sia nelle nostre case. [macchina del tempo aprile 2005] Badger Badger mini-robot capace di individuare una fiamma di appena 20 centimetri a 10 chilometri di distanza. A differenza dei satelliti, funziona attraverso la rilevazione del calore e quindi non risente delle condizioni di visibilità. La Stampa" 19/7/2003 Cimitero. Nel cimitero di Yokohama funziona robot-san, un monaco computerizzato comprato in America per 460 mila dollari, si tratta di una macchina con sembianze umane che, ricevuta l’offerta, scende dal soffitto come un ascensore, muove la testa, gli occhi e le labbra, assume 16 diverse posizioni, suona il gong e recita quattro rituali a seconda del tipo di preghiera scelto dai parenti. [Villaggio globale n. 18, Sette 03/11/1994] Vedere Ci vorrà ancora una trentina d’anni, ma per allora sarà possibile avere un robot maggiordomo, magari un simpatico rompiscatole come «R2D2», il robot dorato di «Guerre Stellari»: parola di Tomaso Poggio, fisico italiano, co-direttore del «Center for Biological and Computational Learning» presso il McGovern Institute for Brain Research al Massachusetts Institute of Technology di Boston, il famoso MIT. Professore che cos’è l’intelligenza artificiale? «E’ una disciplina che ha come scopo quello di riprodurre l’intelligenza umana mediante una macchina». Può fare un esempio? «Costruire una macchina che vede, nel senso che riconosce le cose, le distingue e può descrivere l’immagine oppure un video». Sembra una prospettiva un po’ fantascientifica. «Quarant’anni fa era così. Oggi non lo è più. Ad esempio un mio studente, Amnon Shasha, ha fondato una società in Israele, chiamata MobilEye, che produce un sistema di visione per automobili capace di riconoscere e di evitare incidenti. Adesso sta cominciando a essere installato su alcuni modelli europei di lusso». [Francesca Vaccarino, TuttoScienze - La Stampa 29/12/2010] Robot giornalista/1 «Narrative Science» il roto che scrive articoli da solo: Il match si è concluso e i dati sono stati automaticamente immessi nel software da un gruppo di volontari. Al secondo tempo i Giants hanno recuperato il vantaggio dei Patriots, soprattutto grazie all’inarrestabile ricevitore Hakeem Nicks. Il computer non sa quale squadra ha vinto, lo deve dedurre. I dati sono sottoposti a un’analisi logica che estrapola la cronologia degli eventi, e valuta l’importanza di ciascuno. A questo punto ecco che entra in azione l’algoritmo giornalistico, grazie al quale l’articolo acquisisce un orientamento editoriale ma soprattutto una struttura semantica, ricca di espressioni idiomatiche tipiche del giornalismo sportivo. Il gioco è fatto in 60 secondi. Funziona così il software di «Narrative Science» — il pioniere del metagiornalismo, ossia delle news robotizzate (di cui aveva già scritto sulla «Lettura» Evgeny Morozov). L’articolo è pronto senza l’input di un essere umano. «Narrative Science» è nato nel 2009, frutto della collaborazione tra due professori di ingegneria elettronica e scienze informatiche all’Università di Northwestern a Chicago e il dipartimento di giornalismo, media e marketing della stessa università. Il chief technology officer e co-fondatore Kristian Hammond ha affermato che entro cinque anni, il 90% degli articoli sarà prodotto da software simili al suo, e che «uno di questi vincerà il Pulitzer». [Federica Cocco, la Lettura (Corriere della Sera) 13/05/2012]. Robot giornalista/2 L’autunno scorso la Columbia Journalism Review, la rivista della blasonata scuola di giornalismo newyorchese, aveva lanciato la “profezia del criceto”, secondo cui “il giornalismo sarà come un contenitore di notizie in tempi sempre più stretti e grazie a reporter sempre meno esperti”. Rimane un problema di costi: gli articoli realizzati dai robot sono cari, 10 dollari a pezzo, più di quanto vengano pagati (almeno in Italia) molti collaboratori, per esempio nella cosiddetta free press. [Michele Masneri, Il Foglio 14/9/2011] The Machine Un sistema per il robot cronista sportivo, in grado di scrivere articoli sportivi sul baseball firmandosi The Machine. Il programma è stato sviluppato alla Infolab, il laboratorio di intelligenza artificiale della Northwestern University di Evanston, nei pressi di Chicago. Un altro robot giornalista è stato sviluppato dai ricercatori dell’Intelligent Systems Informatics Lab (ISI) della Tokyo University: è un automa capace di registrare tutto ciò che accade e individuare in tempo reale anomalie e novità. Il robot non solo è in grado di scovare le notizie ma anche di capire quali sono le più rilevanti, dato che è stato cioè programmato in base al criterio della ”notiziabilità” dei fatti. [Vocearancio] iCub e CoMan Gli androidi «iCub» e «CoMan», poco più alti di un metro, evoluti nelle ultime settimane in modo significativo e pronti a un nuovo balzo prima dell’estate. «Crescono insieme — spiega Roberto Cingolani — ma ognuno ci consente di sviluppare in parallelo capacità diverse: il primo le facoltà cognitive di un bimbo e il secondo quelle del movimento». -iCub (Cub, cioè cucciolo) hanno cambiato pelle e ora la nuova, arricchita di sensori più potenti, rende il minuscolo umanoide più sensibile al tatto, più abile nell’interazione con l’ambiente e quindi in grado di effettuare operazioni prima impossibili. Ma anche le sue facoltà cerebrali sono state perfezionate con algoritmi più elaborati che interpretano meglio gli ordini vocali impartiti dai ricercatori. «Rispetto a un anno fa non c’è paragone — precisa orgoglioso Giulio Sandini, responsabile del gruppo Robotic Brain and Cognitive Science dell’Iit e uno dei padri di iCub —. Impara veloce ciò che gli insegniamo. Quando non capisce lo aiutiamo, ad esempio, a prendere una tazzina e in questo modo acquisisce attraverso l’azione». Il piccolo iCub pesante 22 chilogrammi adesso è stato dotato di gambe, così si muove autonomamente alimentato da batterie. Grazie alle nuove possibilità accrescerà la sua «intelligenza» perché aumenterà le esperienze prima limitate. Ma iCub, fotografato assieme alla cancelliera tedesca Angela Merkel e diventato simbolo della robotica europea, non è solo. Pur essendo nato nei laboratori dell’Iit ha già 25 fratelli sparsi in Europa (essendo frutto di un progetto dell’Unione) e negli Usa. -CoMan (da Compliant Humanoid) cresciuto sotto la guida di Darwin Caldwell e Nikos Tsagarakis mirava sin dall’inizio ad avere giunti flessibili e padronanza nella deambulazione. «CoMan rappresenta un passo in avanti verso la costruzione di robot più adatti a interagire con l’uomo» sottolinea Tsagarakis. Nei prossimi mesi molte sue parti metalliche saranno sostituite da fibre di carbonio, materiali compositi e di nuovo tipo che riprodurranno i legamenti. Tutto servirà a renderlo più agile, più leggero e meno avido di energia. [Giovanni Caprara, Corriere della Sera 24/4/2012] Altri robot Robonaut 2, il primo androide astronauta della Nasa, Justin, è prodotto dall’agenzia spaziale tedesca Dlr e monta due bracci robotici Kuka Lwr (Light Weight Robot), Dustbot, il robot-spazzino per la raccolta differenziata porta a porta Max Cassani, La Stampa 19/11/2010, pagina 31 Libri Tra i libri che parlano di robot: Preda di Michael Crichton (2004, con sciami di nano-robot che attaccano l’uomo); Engines of Creation (1986) dell’ ingegnere del Mit, Eric Drexler, dove si fantastica di nano-macchine e nano-robot mimetici delle macchine biologiche (dai ribosomi agli enzimi); Io Robot di Asimov; Odissea nello Sspazio di Kubrick (Hal), L’indice della paura Robert Harris con Virax che agisce proprio nel mondo degli hedge funds e della finanza, non è un incubo nuovo. Film Su imdb.com ci sono 11 film che hanno per titolo solo la parola Robot (1963-1975-1978-1982-2002-2005-2008-2 nel 2009-e 2 nel 2010). I film che contengono la parola robot sono invece 240 ma variano a seconda delle traduzioni nei vari paesi. Peter Pan «Il film l’ho costruito pensando a Peter Pan e a Pinocchio, il burattino che voleva diventare umano. Andrew è un robot che vuole invecchiare, essere libero, sorridere, piangereı (l’attore Robin Williams, protagonista del film ”L’uomo bicentenario”, tratto da un racconto di Isaac Asimov). Wall-E Grande successo il film della Disney - con il marchio Pixar - Wall-E, storia di un robottino rimasto solo sul nostro pianeta a ripulire la Terra e preso d’amore, a un tratto, per una sinuosa macchinina bianca di nome Eve. Cartoni Gli anime giapponesi ci hanno abituato ai ”robottoni” creati da Nagai Go, che tutti ricordiamo: Il grande Mazinga (nella foto), Jeeg Robot d’acciaio e Atlas Ufo Robot. In realtà, più che veri esoscheletri, si trattava di robot molto complessi. [Macchina del Tempo] Ufo Robot Il 4 aprile 1978 il secondo canale Rai trasmette, la prima puntata del cartone animato Ufo Robot Goldrake. [Cinquantamila] Terminator Primo esempio di realtà aumentata al cinema: il robot omicida interpretato da Arnold Schwarzenegger in Terminator nel 1984 che riusciva ad avere le informazioni sulla sua vittima direttamente sulla retina. [Vocearancio] Pugile Real Steel, film diretto da Shawn Levy e prodotto da Steven Spielberg che ha come protagonista Hugh Jackman nella parte di un ex pugile che, per sopravvivere, è costretto a addestrare e manovrare un robot, Atom, ripescato dal cimitero [quello dei robot] e a mendicare incontri a impresari di dubbia reputazione. Un ex, un perdente, un uomo dimenticato. Atom meno minaccioso dei suoi rivali sa come batterli e forse ha anche un’anima [Belpoliti sta 2011]. Recitare «Niente ti pesa quando fai qualcosa che ami profondamente. Se mi trovassi a dover recitare nei panni di un robot e a muovermi in un mondo di effetti speciali, allora sì che avrei delle difficoltà» (Meryl Streep). [Fulvia Caprara, La Stampa 15/2/2012] Cristo Mel Gibson, nel film ”The Passion”, per le scene più cruente della crocifissione ha usato un robot simile all’attore che interpretava Cristo. L’automa è costato circa 350 mila euro. [la Repubblica" 17/3/2004, pagina 49] Jesus il mini-robot costruito al Mit di Boston che è in grado di camminare sulle acque (a una velocità di 3,6 chilometri l’ora): l’aggeggio imita il comportamento del gerride, un minuscolo insetto che sfrutta la tensione superficiale di stagni e laghi per muoversi. Alto 137 millimetri, Jesus sarebbe in grado di misurare il livello d’inquinamento di un bacino e d’intervenire per ripulirlo. [Libero" 12/9/2004 pagina 18] CyberBar Cynthia e Rustus, i due cyber-baristi del Cynthia’s Cyber Bar, night club nei sotterranei di Londra, (interni simili a quelli di una navicella spaziale, ricoperti di metallo e con luci stroboscopiche). Basta premere un pulsante e i due robot parlanti cominciano a piroettare su sé stessi mescolando senza mai sbagliare 74 cocktail diversi (alcuni nomi: Uranus, Alien Vomit, Positronic Overdrive). [D di Repubblica del 29/01/02 a pagina 136] Animali-robot: robodog, un cane al carbonio di 12 chili, può trasportare un bambino, legge ad alta voce le email, capisce 60 comandi, porta il giornale. Ers-220 il cane della Sony abbaia, ringhia, scatta foto digitali e ha uno speciale programma che lo rende più curioso e lo fa maturare col tempo NeCoRo, un gatto che apprezza le carezze, reagisce ai movimenti del padrone ed emette 48 differenti suoni. [Guido Castellano e Caterina Guarnieri, Panorama 2/9/2004. pag. 152] Serpente Gavin Miller, un californiano, (nel 2002, ndr) ha trovato il modo, però, di fabbricare nel garage di casa un robot veramente spettacolare, di quelli che affascinano perché suscitano spavento: è un serpente che si muove come i rettili veri e ne ha anche l’aspetto, le scaglie, il colore, la lingua bifida. Gli altri tentativi, prima del roboserpente, erano stati una specie di fallimento. I robot si muovevano, è vero, ma riuscivano a imitare solo il modo di avanzare di certi bruchi detti geometridi, che a ogni ”passo” inarcano la schiena, puntano sulla metà posteriore, e poi spingono avanti la parte anteriore del corpo. I serpenti fanno più o meno la stessa cosa, però si muovono lateralmente, disegnando una ’S’ piatta, in genere sulla sabbia. [Mirella Delfini, La Macchina del Tempo n. 12 dicembre 2001 pag. 63] Medusa L’ultima novità tecnologica giapponese è un robot da guardia che assomiglia a una medsua. Prodotto dall’azienda specializzata TMSUK, Roborior è equipaggiato con sensori per inividuare gli intrusi, può chiamare il padrone di casa sul suo videofonino e trasmettere immagini dello scassinatore. Ha però anche le funzioni di un custode: può tenere d’occhio anziani, bambini e animali domestici. Rispetto ad altri robot guardiani già sul mercato, Roborior ha il vantaggio di costare poco (meno di tremila dollari) e di avere un design all’avanguardia. [l’Unità 13/12/2004, pag. 24] Anziani «I giapponesi hanno inventato un robot capace di badare agli anziani. Riesce a sollevarli e a occuparsi delle faccende domestiche. Un robot per gli anziani? Mio zio non sa ancora far funzionare la segreteria telefonica!» (Jay Leno). [Onda n.28 2006] Foca Scienziati di Tokyo hanno inventato ”Paro” (era il 2002), foca-robot capace di aprire e chiudere gli occhi e reagire ai richiami degli uomini. Realizzata a scopo terapeutico per bambini malati, la foca reagisce alle carezze «facendo le fusa», sorride, s’imbroncia e «abbraccia» le persone allargando lentamente le pinne. [r.f. su Libero del10/03/2002 a pagina 19] Elefante Il primo prototipo di «robot delle carezze», chiamato Probo, è stato presentato all’università di Bruxelles. E’ stato messo a punto dal Dipartimento di intelligenza artificiale. Progettato con sofisticate tecnologie, Probo è stato studiato per i reparti di pediatria. Alto 80 centimetri, completamente interattivo, è simile a un piccolo elefante (da cui il nome Probo, derivato da proboscide) ricoperto di soffice pelliccia, in grado di abbracciare e accarezzare i piccoli pazienti. Il suo software gli assicura un’identità virtuale, un «carattere» e una memoria personali. Così può svolgere i compiti per i quali è stato progettato: «assistere i bambini e prepararli per la routine medica», far loro compagnia, divertirli. L’elefantino robot è in grado di riconoscere, nel 90% dei casi, le espressioni corporee e facciali (dolore, tristezza, gioia) e di rispondere con sorpresa, emozione, sonnolenza. Per riuscire a interagire, Probo dispone di telecamere digitali, microfoni, sensori posti sotto la pelliccia, 20 microchip che azionano occhi, ciglia, orecchie, bocca e braccia. Il tutto collegato a un computer interno che comanda le reazioni ai «messaggi» che i suoi sensori captano dai bambini. [Fulvio Scaparro, Corriere della sera 23/4/2009] Emotional Per rispondere ad esigenze psicologiche sono in fase di sviluppo (soprattutto in Giappone) i cosiddetti “emotional robots”, automi dotati di telecamere oculari e appositi software che consentono loro di interpretare le emozioni umane e di simulare le espressioni facciali e gestuali con cui comunichiamo rabbia, gioia, tristezza e quant’altro. [Roberto Manzocco, Il Sole 24 Ore 17/3/2011] Entomotteri Robert Michelson cominciò con il seguire per la Nasa attraverso dei sistemi elettronici i viaggi marini dei trichechi manatus e poi concentrò la sua attenzione sulle api e le libellule, nella cui leggerezza ha trovato il massimo della sua ispirazione progettando gli entomotteri, piccoli insetti-robot, di una quindicina di centimetri, che volano sbattendo le ali leggere e arriveranno dove, né l’uomo né altri marchingegni possono lasciare la loro impronta. Queste creature nate tra le stanze del Georgia Institute of Technology di Atlanta, in Georgia (Usa) interessarono sopratutto il pentagono perché la loro furtività è preziosa sul campo di battaglia. Ma poi anche la Nasa, pensando alle future esplorazioni interplanetarie, guardò ai suoi lavori sostenendoli finanziariamente [Giovanni Caprara] Soldati Il presidente Usa, Obama, ha detto: «Se potessi, farei combattere solo i robot per risparmiare le vite dei nostri soldati». [Roberto Gervaso su il Messaggero] Scarpe Per la cultura occidentale che si ritiene superiore è morale che aerei robot colpiscano e uccidano, teleguidati diecimila chilometri di distanza, da piloti che non corrono alcun rischio, nemmeno quelli di infangarsi le scarpe. [Roberto Gervaso su il Messaggero] Condoglianze. Donald Rumsfeld volte ha dovuto ammettere di non aver fatto la cosa giusta, come nel dicembre 2004 quando ammise di aver usato un robot o automatico per firmare le lettere di condoglianze alle famiglie dei soldati morti in Iraq. [La Stampa 10/11/2006, pag.3 Claudio Gallo] Robot Killer Minacciosi rapaci high-tech volteggiano giorno e notte su Afghanistan, Pakistan, Iraq, Yemen, Somalia, Libia e altri paesi. La specie più diffusa è quella dei Predatori, droni dotati di videocamere e sensori all’infrarosso, gli occhi attraverso cui gli operatori li telecomandano da una base negli Stati uniti, a oltre 10mila km di distanza. Individuata la preda, essa viene attaccata con missili «Fuoco dell’inferno». Il Predatore di ultima generazione, denominato Mietitore (ovviamente di vite umane), ne può trasportare 14. Questi e altri droni stanno rapidamente proliferando: il Pentagono, che dieci anni fa ne aveva una cinquantina, ne possiede oggi oltre 7mila. Anche l’Italia usa in Afghanistan (e forse anche in Libia) droni Predatori, telecomandati dalla base di Amendola in Puglia. Grazie ai miliardi di dollari destinati alla ricerca e allo sviluppo, la specie si sta rapidamente evolvendo. [Manlio Dinucci, il manifesto 19/7/2011] Bombe La scena del robottino che va a caccia di bombe nell´Iraq devastato dai terroristi è diventata famosissima grazie ai reportage in tv e a un film da Oscar come The Hurt Locker. San Bernardo HyQ (Hydraulic Quadruped), cyber-San Bernardo di 90 chili, progettato per individuare i dispersi dopo catastrofi naturali. Lo sta assemblando Claudio Semini dell’Iit (Istituto italiano di tecnologia). Islamisti I robot da guerra – modello Qinetiq – sono diventati così bravi che gli islamisti hanno cominciato ad organizzare attentati perfino contro di loro: una guerra che ha spinto il Pentagono a considerare la possibilità di renderli ancora più intelligenti con un sensore capace di intercettare le radiofrequenze usate dai terroristi per farli esplodere a distanza. Esercito Muli robot: li sta reclutando l’esercito americano, si chiamano LS3 (Legged squad support system), sono stati commissionati dalla Darpa (Defense advanced research project agency). In grado di trasportare carichi da 181 chili per circa 32 chilometri su ogni tipo di terreno. Marc Railbert, ex professore del Mit di Boston oggi a capo di Darpa, ha sviluppato l’LS3 come evoluzione di Big Dog, un cavallo meccanico di 75 chilogrammi che quando percorre terreni scoscesi attiva automaticamente sensori di equilibrio per non cadere ed è dotato di motore da 18 cavalli (LS3 ne avrà uno da 40). [Financial Times, 9 novembre 2009] Clone Il primo clone-androide di pelle bianca è sbarcato in Europa. E’ Geminoid DK, di padre giapponese: a dargli vita è stato Hiroshi Ishiguro dei laboratori di «Intelligent Robotics and Communication» di Kyoto e «genitore» di altri due geminoidi, concepiti per studiare l’interazione uomo-robot e analizzare lo shock emotivo scatenato dal sosia di una persona in carne e ossa. La creatura è la copia di Henrik Scharfe, professore dell’università danese di Aalborg, ed è quasi perfetto, tanto che, quando l’uno e l’altro si presentano insieme, ci sono momenti di confusione. Professore, che sensazioni sta provando con un sosia così perfetto? «Mi sono sentito duplicato. Stavo seduto di fronte a lui, mentre i suoi capelli venivano tagliati, e mi sembrava veramente che fossero i miei a essere sforbiciati. E, quando un “operatore” fa assumere “in remoto” al mio Geminoide certe espressioni facciali un po’ esagerate, mi sento come se qualcuno stesse forzando il mio volto a muoversi in quel modo. Tutte le volte che il robot si muove da solo o è comandato dall’esterno, mi viene da ridere. È come avere di fronte un amico». Come lo userà? «Per una serie di ricerche sulle interazioni uomo-robot. Sarà testato nelle situazioni più disparate, dalle conferenze agli show tv. Non vedo l’ora di osservarlo alla prova». [Paola Mariano La Stampa 20/4/2011] Fuga Nel giugno del 2002 un robot del Magna Science Adventure Park a Rotherham, nello Yorkshire, ha tentato di fuggire dai laboratori del centro. L’automa, chiamato Gaak, alto 60 centimetri, faceva parte di un esperimento sul comportamento dei predatori con altri 11 robot. Noel Sharky, inventore di Gaak: «Le nostre macchine diventano ogni giorno più intelligenti, ma mai avremmo pensato che una di loro potesse trovare il modo di dirigersi verso l’uscita del centro». Gaak fu stato ritrovato all’ingresso del parco da un visitatore. ["Il Giorno" 21/6/2002, pagina 12.] Visite Turbot al Museo Bizantino di Atene accompagna i turisti alla scoperta delle splendide icone della tradizione greca. Turbot (acronimo per Interactive Museum Tele-presence Trough Robotic Avatars) ed è un robot nato nel 2002 dalla collaborazione tra le Università di Friburgo e di Bonn, il Museo tedesco di Bonn, la Fondazione per il mondo Ellenico, il Museo Bizantino e la Theon di Atene. Il robot ha due diversi impieghi. Può accogliere i visitatori agli ingressi dei musei e accompagnarli nella visita. I turisti possono impostare il loro percorso chiedendo di vedere solo le opere di un autore, piuttosto che quelle di un periodo particolare. Il robot si muoverà per la sale, si fermerà davanti alle opere scelte e le spiegherà. In alternativa è possibile collegarsi a Turbot attraverso Internet, selezionare il tipo di visita e seguire da casa il tour personalizzato nel museo. [www.ics.forth.gr/tourbot]. Inglese Il robot insegnante d’inglese: lo si sta già sperimentando in alcune scuole della Corea del Sud. Colorato, buffo e con un’ottima pronuncia, a Seul pensano che potrà mandare a spasso molti dei 30.000 insegnanti stranieri impegnati per diffondere l’inglese tra gli studenti [Vocearancio] Lingue i robot sudcoreani che insegnano le lingue straniere (non sindacalizzati tramite software apposito, minacciano di falcidiare il numero di insegnanti in carne e ossa), [Matteo Persivale, Corriere della Sera 14/11/2010] Lingue/2 Il Roila, la lingua universale del futuro che metterà in contatto uomo e robot. È stata coniata nei laboratori olandesi della Eindhoven University of Technology. Il nuovo linguaggio mescola africano, inglese e tedesco, ha una grammatica semplice e senza irregolarità, include sostantivi, verbi, aggettivi e quattro pronomi (io, tu, lui e lei) e ha un vocabolario di 850 parole di base. Goebbels Goebbels a Hitler nelle ultime ore nel bunker: «I Sovietici sono davvero dei robot motorizzati. Un pericolo mortale! ... Se perdiamo il porto occidentale, ci rimangono ancora i singoli magazzini con le scorte nei tunnel della metropolitana. Il porto occidentale era l’ultima grande riserva. Negli ultimi giorni abbiamo recuperato materiale dal porto occidentale sotto il fuoco di artiglieria. Ma ci sono 24 tonnellate di cereali in quei magazzini». [Libero 24/11/2009] Ballo Michael inventò il Ballo del robot all’età di 11 anni, ma il passo di danza che lo renderà celebre in tutto il mondo è il moonwalk (in italiano «camminata sulla luna»). [Foglio del lunedì] Jackson Nel 1988 è protagonista del film ”Moonwalker” (recitano con lui anche Joe Pesci e Sean Lennon). La trama: un certo Mister Big spaccia droga usando bambini, ma arriva Michael Jackson che dopo essersi trasformato in robot e cantato qualche canzone manda a monte i piani del malefico. [Foglio del lunedì] Ballerine Sono alte un metro e 60, costano 300 mila dollari, sono di plastica, con arti snodati e crinoline. Sono le ballerine robot che grazie a speciali sensori si muovono a tempo di musica, seguendo il partner.[A.D., A, 26/10/2006] Robot calciatori La Robocup mondiale di calcio per robot che si svolge ogni anno dal 1997. Per il calcio ci sono cinque leghe: Simulation League, Small Size League, Middle Size League, Standard Platform League (originariamente Four Legged League), Humanoid League. All’ultima edizione, organizzata nella città austriaca di Graz, hanno partecipato 407 squadre provenienti da 43 paesi, per un totale di 2472 partecipanti. Nella Humanoid League giocano robot con sembianze antropomorfe, divisi in tre classi a seconda delle dimensioni: KidSize, TeenSize e AdultSize. Dal 2002 Louis Vuitton sponsorizza la competizione. Dal 2004 al 2008 il Team Osaka ha vinto tutte le edizioni della Louis Vuitton Humanoid Cup. Nel 2009, a Graz, il predominio giapponese è stato interroto dai tedeschi Darmstadt Dribblers della Technischen Universität Darmstadt. Nella Middle Size League si gioca con una palla arancione (simile a quella che si utilizza nel calcio in caso di neve) dal diametro minimo di 21 cm. I robot, cinque per squadra, non devono essere più grandi di una scatola di 50 cm x 50 cm x 80 cm e non devono pesare più di 40 Kg. Il portiere può espandere la sua dimensione, ma solo per un secondo. La comunicazione fra i robot è supportata da wireless. Nella Small size League i robot sono più piccoli (non più di diametro 18 cm e altezza 15 cm, appena meno di un pallone da calcio) e giocano con una palla da golf arancione. Due telecamere poste sopra la testa dei robot sono collegate ad un computer che controlla la vista e i comandi del team. Simulation League: non ci sono veri robot, ma si giocano partite con computer simulatori collegati in network. Nella Standard Platform League tutti i team usano robot uguali, completamente autonomi (non controllati né dal computer né da essere umani), quindi le squadre si concentrano solo sullo sviluppo del software. Nel 2008 c’è stata la transizione dai robot a quattro zampe, simili a cani, della Sony AIBO agli umaniodi della Aldebaran Nao. Obiettivi Obiettivi dei promotori della Robocup: costruire entro il 2050 una squadra di robot umanoidi completamente autonomi in grado di vincere contro la squadra vincitrice della coppa del mondo (quella degli essere umani). Costo I costi dei robot calciatori variano in base alla tecnologia usata, alle specifiche tecniche e al tempo impiegato per costruirli. Il prezzo degli umaniodi della francese Aldebaran Robotics oscilla tra i 4000 e i 6000 euro. Questi robot sono quelli usati nella Standard Platform League, che vengono acquistati dai team e poi sviluppati. Quelli prodotti nelle scuole superiori possono avere costi bassi: ”kill bill, messo a punto nel 2007 della quarta C dell’istituto Von Neumann è costato più o meno 200 euro per tutti i componenti. Il sito Robotics world mette in vendita robot calciatori: MIROSOT-100 Soccer Robot Unit di dimensioni 73mm x 74mm x 63mm è in vendita a 1185,19 dollari, mentre un sistema completo, con campo da calcio e componenti hardware e software, costa 9471,85 dollari. Sciatore In Giappone, un’equipe di esperti in cibernetica ha realizzato un robot capace di sciare. Alto cinquanta centimetri circa, quattro chili di peso, potenti chip che gli permettono di fare capriole e torsioni in aria, l’androide usa la forza di gravità per prendere velocità sulla pista innevata e si serve di una rampa per spiccare il volo. Secondo Kazuo Yoshida (ricercatore all’Università Kaio di Yokohama), il robot potrebbe essere presto utilizzato per costruire e riparare stazioni spaziali orbitanti: «Per un robot, mantenere l’esatta posizione mentre volteggia in assenza di gravità, rappresenta lo stesso problema che cercare di atterrare sugli sci, dopo un salto o una piroetta». [Angelo Zinetti su Libero del 02/01/02 a pagina 19] Artista Il pennello scorre rapido sulla tela, l’immagine si forma per tratti di colore. Il ritratto è completo. E l’artista schiaccia un piccolo bottone luminoso sul manico del pennello. Il Led si spegne. La lezione è finita: «Vediamo cos’hai imparato». Il piccolo braccio meccanico emette uno squittio e impugna un pennello identico. Ripete gli stessi gesti, le identiche pennellate dell’autore, preleva gli stessi colori nelle vaschette e nell’identica misura. Alla fine l’artista è soddisfatto. Le due tele appaiono identiche. La lezione è finita. L’assistente robotico ha passato l’esame. [Giuseppe Caravita, Nòva24 22/7/2010] Robot Giocattoli Nel 2002, Secondo l’«International Herald Tribune», in tutto il mondo sempre più adulti acquistavano giocattoli per sé: la Mattel ricavava il 10-15 per cento dei suoi guadagni dalla vendita di giochi a persone di 30, 40 e 50 anni. A New York e Tokio, il 40 per cento dei pupazzi in vendita erano copie di robot e soldatini prodotti negli anni ’70-80 (Mazinga, Jeeg Robot, Capitan Harlock, Lupin, Godzilla etc.) [Mario Porqueddu "Corriere della Sera" 13/10/2002] Zhu Zhu Pets Criceti artificiali interattivi del mondo. Cepia, un piccolo produttore di giochi con sede a St. Louis li ha lanciati l’estate scorsa. I pupazzi hanno un’aria dolce e sbarazzina e hanno una particolare reattività: se stimolati, i criceti (ma ci sono anche scoiattoli, conigli, ricci) emettono squitti e rumori. Costano attorno ai 10 dollari. Hello Kitty Il robot della famosa gattina Hello Kitty: alto 52 cm, peserà 6 chili, e sarà dotato di sensori e una telecamera che gli consentiranno di riconoscere il suo padrone e altre 9 persone, a cui potrà esprimere "emozioni e sentimenti" grazie alle 20.000 parole immesse nella sua memoria. Difetti: il robot non potrà camminare. Il robottino costerà circa 400.000 yen (quasi tremila euro) e la società prevede che, solo su internet, ne venderà almeno 2.000 esemplari ["Ansa" 13/7/2004] Ordine «Amo l’ordine, ma non i robot» (Vanderlei Luxemburgo). [Marco Pastonesi, gazzetta.it 16/11/2005]