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 2012  agosto 10 Venerdì calendario

La grandeur dei francesi non supera più le Alpi– Carlo VIII «conquistò l’Italia col gesso», scrisse caustico Francesco Guicciardini sull’agevolissima campagna di annessioni territoriali svolta dal re di Francia sul finire del Cinquecento, approfittando delle divisioni tra gli staterelli italiani

La grandeur dei francesi non supera più le Alpi– Carlo VIII «conquistò l’Italia col gesso», scrisse caustico Francesco Guicciardini sull’agevolissima campagna di annessioni territoriali svolta dal re di Francia sul finire del Cinquecento, approfittando delle divisioni tra gli staterelli italiani. Ebbene, nella vicenda Unipol-Premafin-FonSai salta agli occhi che i tempi delle conquiste facili, per i francesi, sono finiti. E non è la prima volta, in verità, che negli ultimi anni le «campagne d’Italia» vanno maluccio, per loro. Due anni fa, il colosso assicurativo mutualistico francese Groupama aveva comprato il 17% della Premafin, la holding di controllo della FonSai che faceva capo alla famiglia Ligresti, e un ulteriore 5% apparteneva al finanziere bretone Vincent Bollorè, che è anche (tuttora) capofila del gruppo dei soci francesi di Mediobanca. Oggi, due anni più tardi, Groupama deve prendere atto che l’offerta pubblica d’acquisto obbligatoria su FonSai, che la Consob le avrebbe imposto se avesse voluto crescere ulteriormente nel capitale di Premafin, è stata risparmiata (almeno per ora) all’Unipol; la grande mutua francese è dovuta uscirsene con la coda tra le gambe dalla finanziaria ex ligrestiana; e Bollorè si è ridotto all’1% rimettendoci appunto i quattro quinti di quanto aveva speso_ È pensabile che tutto questo rimanga senza conseguenze, per esempio nell’assetto di controllo di Mediobanca, cui fanno capo le Generali? Che Bollorè non cerchi una rivalsa, almeno sul piano economico? E che dire di Edf, che è stata costretta a innalzare il prezzo dell’opa su Edison? E del Crédit agricole, che si era «prenotata» la guida di Banca Intesa e ne è stata estromessa per la fusione col Sanpaolo, e costretta ad «accontentarsi» di Cariparma (per carità, ottimo colpo, istituto ben gestito ma pur sempre una compensazione)? Infine, cosa dire del colosso assicurativo Axa, secondo in Europa dopo Allianz e prima di Generali, che sarebbe stato il compratore naturale di FonSai ma neanche ci ha provato, per evitare l’ovvio «niet» delle autorità di vigilanza italiane, preferendo restarsene sulla sponda del fiume in attesa di sviluppi ormai del tutto esclusi? Insomma, il quadro reale dei rapporti Italia-Francia nel settore della finanza privata è tale da legittimare nel fronte nostrano un certo orgoglio, perché da tempo ormai la «grandeur» dei cugini è stata umiliata dai fatti su tanti fronti scottanti e ravvicinati. Ed è questa l’anomalia: la storia, non solo economica, insegna che a giocare col fuoco francese di solito ci si scotta. Impensabile che una reazione non ci sia: chissà se su Mediobanca o sul «bersaglio grosso», le Generali. Ma ci sarà.