Sara Ricotta Voza, la Stampa 10/8/2012, 10 agosto 2012
SETTE GIORNI A TAVOLA? 46 EURO
La crisi è un incubo da cui ci risveglieremo forse più furbi, più magri e persino un po’ meno poveri di quanto pensiamo. Lungi dall’essere un’ingenua speranza, l’affermazione è sostenuta da dati e cifre che mettono nero su bianco il costo reale e assoluto della dieta alimentare settimanale di un consumatore italiano medio. Che è 46 euro (45,95 per la precisione), cioè qualcosa in più dello scorso anno (2,6%) ma sempre meno dell’aumento del tasso di inflazione (3,2%).
I calcoli sono stati fatti tenendo conto degli ultimi dati statistici e degli alimenti e delle quantità indicate da una dieta tipo elaborata da un pool di esperti. Una dieta equilibrata, ovviamente, non pensata per tenere l’italiano a stecchetto, ma per assicurargli il necessario fabbisogno energetico, che è di 2300 calorie al giorno.
Vi sembra poco? Vi sembra molto? Quando si parla di media il buon senso impone di tenere conto delle differenze tra età e stili di vita, tra un anziano e un giovane adulto, tra un thriatleta e un riflessivo cultore di pennichella&passeggiatina.
In ogni caso, vale la pena di fidarsi perché dieta e dati sono stati elaborati da Carocibo, l’indicatore di Last Minute Market, a sua volta laboratorio industriale dell’Università di Bologna di cui molti docenti (nutrizionisti e economisti agroalimentari) hanno assicurato la supervisione scientifica. La dieta che trovate a fianco andrebbe quindi stampata e attaccata al frigorifero.
Certo, si potrebbe obiettare che il pesce che passa il convento non è ricciola ma «filetto di platessa» (450g, 7,42 euro), che la frutta di stagione non è ciliegia di Vignola ma «mela» simplex (4 chili, 6,8 euro). Salumi e formaggi però contemplano il principe degli affettati (prosciutto crudo) e il re dei grattugiabili (parmigiano). E poi si potrebbe anche abbassare ancora il costo aprendo più spesso il rubinetto anziché le bottiglie di acqua minerale (10,5 litri, 4,2 euro).
Insomma, mangiare bene in tempi di crisi si può, anche perché uno dei costi più alti nella spesa alimentare italiana non è certo alla voce «caviale» ma alla voce «spreco»: 1.693 euro all’anno, tanto costa a ogni famiglia lo spreco di cibo domestico, il 27% dei 6.272 euro spesi complessivamente per i beni alimentari (che in Italia sono la seconda voce di spesa dopo l’abitazione). Questo e altri dati vengono presentati proprio oggi a Trieste con la Carta Nordest Spreco Zero, un decalogo di buone pratiche promosso da Last Minute Market per la Giornata contro lo spreco 2012 che si terrà sabato 29 settembre all’interno di Trieste Next – Salone europeo dell’innovazione e della ricerca scientifica. La Carta, che riprende i contenuti della Risoluzione votata dal Parlamento europeo lo scorso gennaio, impegnerà 100 sindaci del Nordest, capofila il sindaco di Trieste Roberto Cosolini e i governatori del Veneto Luca Zaia e del Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo, per l’adozione di misure concrete contro lo spreco alimentare.
I cittadini del Nord-Est saranno quindi punta avanzata di buone pratiche in Europa: in piena sintonia con l’impegno sottoscritto dal parlamento europeo tramite la risoluzione per dimezzare gli sprechi entro il 2025 (info:www.unannocontrolospreco.org www.triestenext.it).
Un bel traguardo, che se raggiunto ci permetterà di uscire dal circolo vizioso in cui molti italiani si sono autoinfilati causa crisi, e cioè: guardare ossessivamente solo il prezzo a scapito della qualità. Per poi sprecare. Con un po’ di attenzione, confortati non da pie illusioni ma dai dati appena usciti, possiamo invece evitare di sprecare, risparmiare e mangiar meglio.
"POOL DI ESPERTI"
"Nutrizionisti ed economisti hanno lavorato insieme per stilare l’elenco ideale"
"TRIESTE, 29 SETTEMBRE"
"Il salone dell’innovazione rilancerà questi dati per la giornata anti-spreco"
"2.300 calorie al giorno"
"La ricerca di Carocibo è stata tarata sul fabbisogno energetico medio degli italiani, cioè 2.300 calorie al giorno, e calcolata sulla settimana per poter includere tutti gli alimenti"