Paolo Mastrolilli, la Stampa 10/8/2012, 10 agosto 2012
AMERICANI IN BOLLETTA LASCIANO AGLI EREDI MENO DI 10 MILA DOLLARI
Gli americani muoiono in bolletta. Il 43 per cento di loro ha meno di 10.000 dollari, fra contanti e proprietà, quando arriva alla soglia della pensione o passa a miglior vita. Questo non è solo un dato statistico curioso, ma una vera emergenza nazionale, che mette a rischio la possibilità di ritirarsi dal lavoro per intere generazioni.
I numeri vengono dall’Employee Benefit Research Institute, che ogni anno produce un rapporto sul livello di fiducia degli americani nel loro futuro, intitolato Retirement Confidence Survey. Secondo questo studio, il 43 per cento dei cittadini degli Stati Uniti ha meno di 10.000 dollari messi da parte per gli anni della vecchiaia. Dunque, non solo muoiono in bolletta, ma si trovano senza un soldo in tasca prima ancora di smettere di lavorare. Diecimila dollari, infatti, sono già un lusso, perché il 27% degli americani ne ha risparmiati meno di mille. In queste condizioni, non stupisce che dal 2008 ad oggi il numero dei lavoratori che ha rimandato a tempo indeterminato la pensione è salito dal 14 al 24 per cento.
Secondo la retorica del sogno americano, gli anni della vecchiaia dovrebbero essere i «golden years», il momento dorato dell’esistenza in cui finalmente si godono i frutti di tanta fatica. Questa immagine ormai sta sparendo, e per le generazioni future si allontana ancora di più. I cittadini degli Stati Uniti, infatti, non arrivano in queste condizioni alla fine della loro vita perché spendono tutto prima come cicale, ma proprio perché non ce la fanno a mettere i soldi da parte. Da quando è iniziata la crisi, nel 2008, le percentuali di risparmio sono aumentate in tutte le famiglie che possono permetterselo, ma la maggioranza non riesce a pagare il mutuo di casa, le rate dell’auto, e spesso anche bisogni più elementari come l’alimentazione. Infatti si calcola che circa cento milioni di americani, ossia uno su tre, ricevono oggi qualche forma di assistenza dallo Stato, che va dall’assegno di disoccupazione ai «food stamp» per comprare il cibo.
In teoria la pensione dovrebbe essere assicurata dalla Social Security, a cui tutti gli americani vengono automaticamente iscritti. Anche questa rete, però, sta diventando sempre più debole. L’Employee Benefit Research Institute calcola che i lavoratori sotto i cinquant’anni probabilmente la riceveranno ancora, ma l’ammontare sarà così basso da garantire a malapena la sussistenza. Quelli sotto i quarant’anni, invece, dovrebbero prepararsi a garantire la loro sopravvivenza con altri mezzi, perché se le tendenze economiche e demografiche resteranno quelle di oggi, è assai probabile che la Social Security non esisterà più, o sarà ridotta ai minimi termini, quando finalmente arriverà il loro momento di riposarsi.
In questo quadro, mettere da parte i soldi durante la vita lavorativa diventa essenziale, non per integrare la pensione, ma in pratica per sostituirla. Eppure il 43 per cento degli americani si presenta a questo traguardo con meno di 10.000 dollari a disposizione, ossia neanche un anno di autonomia per la pura sopravvivenza. Secondo l’Employee Benefit Research Institute non è un problema di cattiva volontà, ma una vera impossibilità a mettere qualcosa da parte. La causa è la crisi economica, che da una parte riduce le fonti di reddito, e dall’altra assottiglia anche le reti di protezione sociale. In altre parole, non basta sollecitare gli americani a risparmiare, se non c’è nulla che avanza dalla sopravvivenza mensile. E, in queste condizioni, i «golden years» della pensione non appartengono più nemmeno al mondo dei sogni.
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