Diego Gabutti, ItaliaOggi 7/8/2012, 7 agosto 2012
ECCO PERCHÉ IL TERZO POLO BOCCONIANO AVANZA
Sopravviveremo alla primavera elettorale del 2013 (o all’autunno elettorale del 2012, dovesse essercene uno)? C’è da dubitarne, almeno a sentire i leader dei due schieramenti, come pure il leader del terzo schieramento, quello tecnico e bocconiano, che danno per certa la rovina della nazione nel caso il fisco perdesse la partita e la nazione, stremata dai sacrifici, con le tasche rivoltate e una corda insaponata al collo, esalasse l’ultimo respiro prima che la Bce si decidesse a correre in suo soccorso.
Un tempo, quando il mondo era più semplice, si rischiava di meno. Delle due l’una: secondo il centrodestra, ci saremmo trasformati in una democrazia popolare stile Ceausescu o peggio se mai avesse vinto il centrosinistra, oppure saremmo diventati una plutocrazia dedita alla macelleria sociale, secondo il centrosinistra, nel caso avesse rivinto il Cavaliere. Oggi abbiamo tutti un nemico solo: lo spread. Comunque vada, chiunque vinca o perda, l’Italia è germanizzata.
Altro che «abbassare i toni», come vorrebbe il presidente della repubblica (tra gli ultimi tifosi del bon ton, oltre che dell’inno nazionale e della nazionale di calcio, e anche il primo ad alzare i toni, quando occorre): gli orchestrali della lotta politica in Italia sanno suonare uno strumento solo, la sirena d’allarme, e non c’è modo d’insegnargli un’altra musica. Non c’è partito o gruppo politico (nemmeno tra i più modesti, compresi quelli al limite dell’invisibilità, tipo i futuristi di Gianfranco Fini o i loro diretti rivali, i passatisti di Francesco Storace) che non fondi le proprie pretese elettorali su qualche dottrina salvifica col botto. Voi chiedete loro «un programma», come si usava un tempo quando partivano le campagne elettorali, e micaperché siete curiosi ma per capire che cosa più o meno si propongono di fare le varie cricche politiche una volta al governo, e quelli rispondono con i loro versetti coranici, chiamando l’Altissimo e la Storia a testimoni delle loro ragioni. Non sono qui per vincere le elezioni. Sono qui per cambiare il mondo. Vogliono evitare agl’italiani un destino peggiore della morte. Dio è con noi, idem la Storia. Pretendono d’essere presi animalescamente sul serio, quando persino i re per diritto divino venivano sbeffeggiati, durante le feste di corte, dai loro giullari. Essere votati, come fanti qualsiasi, non gli basta: esigono il rispetto che si deve ai santi.
Non conoscono la sobrietà né la compostezza. Per questo il terzo polo bocconiano avanza. Basta ascoltarli, guardarli in faccia e prenderli in parola per capire che non intendono governare l’Italia, ma vogliono salvarne l’anima, minacciata vuoi dalle «mutazioni antropologiche» berlusconiane, vuoi dal terrore comunista e dalla miseria che ne deriva. Ogni leader di partito, dubitando che i suoi elettori (persino i più generosi e boccaloni) si convincano di veder aleggiare sul loro capo un’aureola, vogliono che almeno ammettano di vedere un par di corna fosforescenti sulla fronte indemoniata dei loro avversari politici (negatori del bene, nemici del bello e del giusto). Fino a qualche tempo fa, con un timido eufemismo giornalistico, si spiegava agl’italiani che i due schieramenti si «criminalizzavano» a vicenda. Ma ormai la «criminalizzazione» dell’avversario, un espediente polemico che oggi ci appare quasi razionale, ce la siamo lasciata da un pezzo dietro le spalle, come l’ordine delle stagioni.
Ormai siamo passati agli anatemi e ai processi per stregoneria e non si salva più nessuno (nemmeno in tempi di «strana maggioranza», quando si governa insieme, mano nella mano). Tutti invasati da Satana. Tutti in ginocchio, come le streghe di Salem, a baciare il posteriore del demonio: la sinistra mette i bambini in pentola, oppure li condanna all’eutanasia forzata, peggio di Hitler e dei suoi serial killer ariani, mentre la destra vuole affamare i lavoratori e offrire in olocausto i giovani precari e i pensionati al Signore delle Mosche. Della politica non s’apprezzano i propositi (quando e se ci sono) ma si celebrano i misteri. Siamo diventati, grazie all’incanaglimento dei tempi, i protagonisti d’un dramma cosmico a fumetti. Chi vince conquista il paradiso. Chi perde brucerà all’inferno.