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 2012  agosto 08 Mercoledì calendario

LA VACANZA LOW-COST? È A BERLINO

Gli italiani, colpiti dalla crisi e dalle tasse, non vanno in vacanza. Parte un terzo in meno rispetto all’anno scorso, eppure continuano a venire a Berlino, come le ultime estati. La capitale è invasa da nostri turisti, da soli, in coppia, in comitiva, molte sono le famiglie con bambini. Non è una novità, la notizia è come fanno i tedeschi a compiere questo miracolo dei prezzi.

Una vacanza a casa di Frau Angela, con piccoli al seguito, costa meno di una settimana al mare, su qualche nostra spiaggia, anche se le compagnie low-cost hanno aumentato i prezzi.

Nel 2011, i turisti a Berlino sono stati 9,866 milioni, con un aumento del 9% rispetto all’anno precedente. La percentuale di stranieri è stata del 36,5%. Nei primi cinque mesi di quest’anno, gli ospiti hanno superato di poco i 4 milioni, con un incremento dell’11,5%, e la percentuale di stranieri è calata di poco al 35,7%. Gli italiani dimostrano un amore crescente per la Prussia: erano appena 38 mila nel 1994, nel 2006 erano già 182 mila, e 279 mila nel 2010. Un calo c’è stato a causa della crisi, ma comunque contenuto, e l’anno scorso erano poco più di 263 mila. Costretti a risparmiare, continuano comunque a venire da queste parti, e rimangono nel gruppo di testa tra chi viene a Berlino, insieme ai russi. Il tempo è quello che ci si può aspettare al Nord, ieri 21 gradi e pioggia, ma poi torna il sole, e si può andare in piscina (in ogni quartiere se ne trova almeno una, all’aperto o coperta) o, per gli avventurosi, tentare una nuotata in qualche lago o una gita in battello. Senza dimenticare che le città non chiudono per ferie come da noi, e c’è una grande offerta culturale anche in luglio e agosto. Mentre noi aumentiamo le tasse, qui le diminuiscono. L’Iva per il settore alberghiero è passata dal 19 al 7%, e gli hotel sono tornati a riempirsi, dal Baltico alla Baviera. Se fosse avvenuto da noi, sospetto che la differenza sarebbe rimasta in tasca agli albergatori, qui a goderne sono i clienti. Ogni volta che scrivo questo, ricevo lettere di insulti dall’Italia. Avranno ragione i lettori addetti ai lavori, ma nessuno riesce a spiegare, o vuole, perché un albergo a tre stelle costa la metà in Germania. Sicuramente ci sono eccezioni, anch’io ho trovato un storico hotel a quattro stelle a 90 euro per una doppia (a Palermo), ma sono eccezioni. Sulla Riviera Adriatica, gli operatori sono da sempre bravi nel limitare gli aumenti, ma nelle città d’arte, da Venezia a Roma, si spennano i turisti offrendo servizi insufficienti.

Alla fine della stagione si incassa di più se si diminuiscono i prezzi invece di stangare gli ospiti. Una vecchia regola economica, dimenticata anche dal nostro governo, che medita di portare l’Iva al 23%. Se crollano i consumi, quale sarà il vantaggio? Anche la Merkel, per la verità, ha voluto imporre una nuova tassa sui voli, ma l’effetto è stato deprimente, e si prevede che verrà abolita.

A Berlino si diversifica l’offerta. Si stanno moltiplicando gli alberghi di categoria superiore, ma c’è un’infinità di pensioni o di B&B a prezzi accessibili. Con 30 euro una famiglia trova una camera spaziosa, e spesso non si fa pagare nulla ai bambini, o al massimo un supplemento minimo per la prima colazione, che è generosa e gustosa. In un agriturismo in Toscana si parte da almeno il doppio. E non è vero che i costi di gestione siano superiori, tasse a parte per chi le paga.

Anche qui, qualcuno meditava di imporre una tassa di soggiorno, ma gli albergatori si sono ribellati. A Roma e altrove viene imposta ai turisti, e non si dà nulla in cambio. Si deve pagare per vedere il Colosseo, e farsi fotografare tra gladiatori con la pancia.

Quel che conta sono i costi collaterali di una vacanza. E si parte dall’aeroporto. A Berlino, in attesa del nuovo scalo di continuo rinviato, da Schönefeld o da Tegel si raggiunge il centro in bus o in metro, a partire da 2,40 euro. I taxi costano meno che in riva al Tevere, i mezzi pubblici sono più cari, ma i turisti vengono agevolati con sconti generosi. Si può mangiare a partire da 6-7 euro senza farsi avvelenare, e non è vero che i tedeschi non sappiano cucinare gli spaghetti al dente, o fare l’espresso. Pregiudizi del passato.