Giuseppina Manin, Corriere della Sera 07/08/2012, 7 agosto 2012
MAGNANI-BERGMAN, LE RIVALI DEI VULCANI - «E
sco, vado a portare a spasso i cagnolini». Disse così una mattina del gennaio del 1949 Roberto Rossellini ad Anna Magnani, sua musa e amante gelosissima. Infilò la porta della stanza d’albergo dove avevano appena passato la notte e sparì. I cani li lasciò al portiere, lui corse all’aeroporto, prese un volo per New York, raggiunse Ingrid Bergman e, trepido come un innamorato, le chiese di diventare la protagonista del suo nuovo film, Stromboli. Un ruolo a forti tinte destinato in origine alla Magnani. Che così, in un colpo solo, si ritrovò senza amore e senza parte. Furiosa e decisa a vendicarsi, Nannarella riesce però a mettere in piedi in tempi record un altro film, speculare all’altro fin dal titolo, Vulcano. Da girarsi nello stesso periodo e quasi nello stesso luogo, alle Eolie.
«Mai estate fu più rovente», assicura Francesco Patierno, che i retroscena di quell’incandescente triangolo di passioni e di cinema ora rievoca in un documentario costruito su rare immagini di repertorio. La guerra dei vulcani, prodotto dal fratello Andrea Patierno con Cinecittà-Luce, avrà la sua anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia sezione «Classici», poi andrà ai festival di Toronto, Londra, New York, già venduto in dodici Paesi.
«Su quei due set divisi solo da un braccio di mare, andò in scena anche il dramma personale delle due attrici — riprende Patierno, l’anno scorso in concorso a Venezia con Cose dell’altro mondo —. Ingrid spaventata per quel "salto nel vuoto" che la rendeva bersaglio di critiche di ogni tipo, Anna straziata dal sapere il suo uomo ormai perso tra le braccia di un’altra. Magnani icona del neorealismo, protagonista di Roma città aperta contro Bergman, regina di Hollywood, volto già leggendario di Casablanca e Notorius. Uno scontro di dive che fece il giro del mondo scatenando infiniti gossip».
Nonché le furie dello stesso vulcano, che durante le riprese a Stromboli eruttò violentemente. Forse in risposta ai pittoreschi improperi che ogni sera Anna, non paga del piatto di spaghetti già rovesciato in testa all’ex amante, lanciava verso l’isola dirimpettaia. «Le due donne però non si incrociarono mai. Alla fine entrambi i film furono un flop. Ma mentre Stromboli fu per Ingrid, pur tra molti tormenti, l’inizio di una grande storia d’amore (restò incinta durante le riprese), per Magnani Vulcano segnò la fine di quello che forse fu il legame più importante della sua vita».
Epilogo crudele, la prima di Vulcano, il 2 febbraio 1950. Magnani arriva sorridente, pronta a ricevere applausi. Ma la serata comincia male, il proiettore va a fuoco, e finisce peggio. Quando il film ricomincia la platea è mezza vuota. I giornalisti se ne sono andati, tutti a seguire quella che è la vera notizia bomba. La Bergman ha appena dato alla luce il figlio, ai tempi illegittimo, di Rossellini: Roberto junior. Ingrid ha vinto ancora. Ma anche il suo amore brucerà in fretta. Mai scherzare col fuoco dei vulcani.
Giuseppina Manin