Giovanna Grassi, Corriere della Sera 05/08/2012, 5 agosto 2012
L’ESODO D’AGOSTO NON C’E’. SEI SU DIECI RESTANO A CASA —
La località turistica più gettonata per questa estate è la stessa per tutti: il salotto di casa propria. Quasi 6 italiani su 10 non faranno nemmeno un giorno di villeggiatura, tra giugno e settembre.
Lo spread ha depresso anche le classiche ferie di agosto: partiranno 15,4 milioni di persone, quasi un’elite ristretta, contro i 21,9 del 2011. Un crollo del 29,5%. A cui corrisponde un calo del giro d’affari complessivo del 22%. Sono i conti amari di Federalberghi. Per cui a concedersi una vacanza — perlopiù breve, nei quattro mesi estivi — saranno circa 27 milioni di persone, bambini compresi, pari al 44,7% della popolazione. L’anno scorso erano stati 33,2 milioni, equivalenti al 55%, quasi il 19 in più. Poi c’è una quota di indecisi pari al 6% (il doppio del 2011). La maggioranza — in linea con il tormentone estivo di «Resto a Roma, me conviene» sulle note di Endless Summer — rimane appunto a casa. Si tratta del 49,1% degli italiani (l’anno scorso erano il 41,9). Per loro nemmeno una notte passata lontano dal proprio letto.
Sul perché di questa estate a vacanze zero gli intervistati (un campione di 1200 soggetti) sono stati piuttosto schietti: il 51,6%, ovvero 3 di quei 6 che non si muovono, ci rinuncia per motivi economici (erano il 42,8 nel 2011). Un altro 17,1 lascia perdere per motivi di salute, l’11,1 lo fa per motivi familiari (che magari per molti è un giro di parole per non ammettere che non ci sono soldi), il 9,1 non parte per via del lavoro. «A memoria statistica non si era mai visto un calo così generalizzato e devastante» dichiara il presidente degli albergatori nazionali, Bernabò Bocca, che sollecita lo stato di crisi del settore. Non è solo il mese di agosto ad aver tradito. A giugno c’è stata una contrazione di partenze del 21,5%, a settembre sarà del 27,7, il mese meno deludente è luglio, che perde però il 13% di vacanzieri.
Tant’è che, pure in un sabato da bollino nero sulla carta, il traffico in autostrada è stato certo intenso, ma senza le tradizionali code chilometriche ai caselli, ricordo di estati più ruggenti. Niente ressa nemmeno agli imbarchi dei traghetti per la Sicilia. Secondo i calcoli di Confartigianato, proprio il caro trasporti, con l’aumento di tariffe e carburanti fino al 12,7%, ha rallentato le vacanze. Già nel primo quadrimestre del 2012 le presenze dei nostri connazionali nelle strutture turistiche erano scese di quasi il 10%.
Ma anche chi può permettersi di fare le valige, non è che si conceda follie o giri intorno al mondo. La durata media della villeggiatura sarà di 11 giorni (idem nel 2011). Nel 76,6% dei casi si resta in Italia, nel 18,5 si va all’estero. La spesa media per viaggio, vitto, alloggio e divertimenti sarà di 741 euro (35 in meno dell’anno scorso). La passione degli italiani resta il mare, meta prescelta dal 68% dei turisti, mentre il 15,6 va in montagna e il 4,2 cerca il relax tra terme e spa. Reggono le città d’arte con il 3,3%. La regina dell’estate nostrana è la Calabria, con circa il 13% di appassionati. Secondo il Veneto (10,7), terza la Sicilia.
Tra chi supera i confini dello Stivale, la metà (50,4%) va a visitare una delle grandi capitali europee, il 18% fugge verso mari esotici e tropicali. Stabili le crociere con il 7%.
Quanto all’ospitalità, resiste l’albergo, scelto dal 31,5% dei vacanzieri. La Coldiretti fa sapere che gli agriturismi ad agosto avranno 2,1 milioni di pernottamenti. Ma il 16,7 degli italiani si piazzano — presumibilmente gratis — in casa di parenti o amici, perché certe cose non cambiano mai.
Giovanna Cavalli