Paola Bottelli, Il Sole 24 Ore 7/8/2012, 7 agosto 2012
RUSSI E CINESI A CACCIA DI VILLE IN ITALIA - A
metà giugno un cocktail a base di Dom Perignon e sponsorizzato da Rolls Royce al Radisson Royal Ukraina Hotel di Mosca, proprio di fronte alla sede del Governo russo. Ai primi di luglio, un’anteprima privata in New Bond Street a Londra delle opere di Giambattista Tiepolo, Guido Reni e Canaletto battute all’incanto pochi giorni dopo. Due appuntamenti ai quali Sotheby’s ha invitato il target più alto dei suoi affezionati collezionisti e ha approfittato per presentare la crème delle proprietà immobiliari italiane intermediate dalla branch milanese della divisione International Realty della prestigiosa casa d’aste.
Così, fra Mosca e Londra, banchieri e trader della City, avvocati d’affari con il sigaro nel taschino, oligarchi russi residenti a Mayfair e Belgravia e tycoon cinesi hanno visionato ville, palazzi e castelli sparsi in Costa Smeralda e a Portofino, nelle colline senesi e all’Argentario, sul lago di Como e su quello Maggiore. Per non parlare dell’Umbria dove sembra che Tom Cruise sia interessato al castello di Deruta. Non solo: negli ultimi mesi le famiglie straniere hanno ampliato il ventaglio delle ricerche a Milano, Firenze e Roma, a patto che gli "oggetti" – come si chiamano nel gergo del settore – siano davvero speciali. Secondo Carlo Giordano, amministratore delegato del gruppo Immobiliare.it, «dal 2009 la quota di potenziali acquirenti provenienti dall’estero è cresciuta del 23% e oggi l’11% di chi cerca un immobile di prestigio in Italia non è residente nel nostro Paese».
Le dimore intermediate dagli operatori del real estate di lusso sono ovviamente da sogno, arricchite da panorami mozzafiato, darsene, eliporti, riserve di caccia con cinghiali, caprioli, daini e fagiani, decine di ettari di parco, vigneti, abbazie affrescate e, addirittura, centri termali privati in grado di ospitare fino a cinquanta persone. Il valore? Non meno di 10 milioni, con punte che sono arrivate a 120, la cifra – sussurrata da tutti gli operatori ma mai confermata ufficialmente – alla quale Carlo De Benedetti avrebbe venduto lo scorso marzo la sua splendida residenza a Romazzino, nella Costa Smeralda ora passata sotto il controllo del Qatar, ad Alexey Mordashow, re dell’acciaio.
Del resto, la tendenza degli stranieri a far man bassa di case in Italia non è affatto una novità: dal 2005 al 2011, secondo Scenari Immobiliari, 26.900 famiglie straniere hanno comprato un immobile in Italia e per quest’anno si attende il record di 4.600 transazioni. La spesa? Nei sette anni, un totale di 9.430 milioni, con una stima di 2.100 per il 2012.
L’identikit degli acquirenti del primo semestre 2012, sempre secondo Scenari Immobiliari, è di un’ulteriore crescita dei tedeschi, che pesano per il 38% del totale, seguiti dagli inglesi con il 19% e dai russi con il 13 per cento. Sulle destinazioni, vince il Lazio con il 22% del totale, seguito dalla Puglia con il 21 e dalla Toscana con il 17.
«Un compratore su quattro viene dalla Germania - dice Mario Breglia, presidente di Scenari immobiliari – e si orienta verso il litorale adriatico, da Lignano a Cattolica, oppure sceglie la Toscana se ha forti disponibilità economica. E comunque, con un investimento medio di mezzo milione di euro, si punta su residenze particolari, dal casale al trullo, spesso utilizzati anche per lunghi periodi, ad esempio da chi è già in pensione».
Certo le dimore di lusso hanno storie differenti e, con l’introduzione dell’Imu, è drasticamente cambiato lo scenario di riferimento. «Sul mercato – dice Luca D’Angelo, chairman della neonata Milan Sotheby’s International Realty, che ha appena lanciato sito e applicazioni iPad e iPhone – ci sono oggetti unici, che in precedenza i clienti più sofisticati potevano soltanto affittare: la complessa situazione economico-finanziaria ha penalizzato anche chi detiene molti asset e ha deciso di alleggerire le posizioni. Ora le soluzioni sono realmente appetibili anche per i palati più viziati: proprio a Portofino stiamo trattando la vendita a una famiglia cinese di un "oggetto" oltre i 50 milioni. Comunque, il sentiment globale è che l’Italia sia in vendita, per fortuna non in svendita».
Questo genere di case, per decenni (o addirittura secoli) nelle disponibilità delle più note famiglie italiane – dalle dinastie industriali alla nobiltà – fanno gola ai consumatori dei mercati emergenti: solidi e affidabili, al contrario della coppia di coniugi arrestata nei giorni scorsi a Varese con 661.500 euro in contanti, suddivisi in banconote da 500, destinati, secondo la difesa, all’acquisto di un immobile a Stresa. I due erano ricercati dall’Interpol per una serie di truffe milionarie (lei, sostiene l’accusa, si spacciava per emissaria di Vladimir Putin).
«In Russia – dice Giancarlo Bracco, fondatore e partner di Immobilsarda, presidente della Fiabci Italia ed esclusivista di Christie’s International Real Estate – ci sono centinaia di migliaia di famiglie alla ricerca di case all’estero, e non soltanto fra i Paperoni, ma anche nel ceto medio e medio-alto».
In un’analisi presentata al congresso mondiale Fiabci lo scorso maggio a San Pietroburgo, ben il 37% degli intervistati considera la possibilità di rilocalizzarsi all’estero in modo permanente e il 31% di utilizzare la casa per le vacanze. E il 5,68% sceglie l’Italia come destinazione potenziale, dopo il 23% della Bulgaria, il 12% della Spagna e l’11% della Germania, mentre fra chi punta sull’investimento in una seconda casa inserisce l’Italia, con Francia, Svizzera e Usa, nei Paesi più ambiti nel segmento premium, quello fra uno e 5 milioni di spesa.
«Sono opportunità gigantesche – aggiunge Bracco – che dovremmo sfruttare come sistema-Paese, ad esempio snellendo la burocrazia e concedendo agevolazioni fiscali agli stranieri che scelgono qui la residenza, come hanno fatto Canada, Usa, Gran Bretagna: basti pensare che nel 2010 nelle scuole superiori e nelle università inglesi si sono iscritti centomila studenti cinesi».
Certo l’Italia non è la Gran Bretagna come modello di attrazione, ma per fortuna ci sono i tedeschi che non deludono mai. «Nel nostro Paese sono i clienti migliori insieme a svizzeri, austriaci, olandesi e inglesi – dice Marco Rognini, sales manager Italia di Engel & Völkers – interessati sempre più all’unicità delle tradizioni locali, ad esempio di trulli e masserie in Puglia e casali in Toscana. Spesso i tedeschi non possiedono la casa in patria, ma amano la seconda casa in Italia, che cambiano periodicamente, e negli ultimi mesi si stanno spostando anche verso l’Alto Lazio e l’Umbria».