G. D. D., Il Sole 24 Ore 7/8/2012, 7 agosto 2012
ATENE SPINGE LE PRIVATIZZAZIONI
La coalizione di Governo greca tenta di serrare le fila e di trovare un accordo per varare nuove misure di risanamento. Oggi, i leader delle tre forze politiche che sorreggono il premier Antonis Samaras - Nea Dimokratia, Pasok e Sinistra democratica - torneranno a riunirsi dopo il summit di ieri per mettere a punto l’ennesimo piano di interventi.
Dopo i ripetuti tagli alla spesa pubblica e rincari delle tasse, l’attenzione sembra concentrarsi sulle privatizzazioni, per fare cassa senza deprimere ancora di più i consumi e l’economia. Evangelos Venizelos, leader del Pasok, al termine della riunione di ieri pomeriggio ha sottolineato che la vendita di attività in mano allo Stato può dare una spinta a investimenti, crescita e occupazione. E il ministro delle Finanze, Yannis Stournaras (Sinistra democratica) ha confermato che il Governo si prepara a varare un provvedimento per accelerare l’iter per la privatizzazione di 10 asset, senza però dire quali.
Passare dalle parole ai fatti non sarà comunque semplice, come dimostra il passato recente. Nel giugno del 2011, in cambio degli aiuti internazionali, Atene aveva annunciato privatizzazioni per 50 miliardi entro il 2015, ma di fronte alle difficoltà incontrate, l’obiettivo è stato più che dimezzato a 19 miliardi. E resta ancora ambizioso, secondo il responsabile dell’Autorità incaricata di gestire il programma, Costas Mitropoulos, che si è dimesso a metà luglio in polemica con l’inerzia del Governo. Istituita ad agosto dello scorso anno, l’Agenzia è riuscita a raccogliere appena 1,8 miliardi.
Il Governo greco sta a fatica cercando di rispondere da un lato agli stimoli della troika Ue-Bce-Fmi e dall’altro alle pesanti critiche piovute dalla Germania. Domenica, al termine dell’ispezione dei tecnici internazionali sullo stato di attuazione degli impegni presi da Atene, il Governo greco ha riconosciuto la necessità di rafforzare gli sforzi per il rilancio dell’economia e per il risanamento dei conti. Più o meno nelle stesse ore, l’esponente della Csu e ministro delle Finanze della Baviera, Markus Soeder, in un’intervista alla Bild am sonntag, dichiarava che la Grecia uscirà dall’Eurozona entro l’anno e che questo servirà da lezione per Italia e Spagna. Nell’autunno del 2013, in Baviera (come in Germania) si terranno le elezioni. I sondaggi danno la Csu al 43 per centi.
Il presidente greco Karolos Papoulias, ieri, ha replicato indirettamente affermando che la crisi che colpisce il suo Paese è sistemica e riguarda l’euro e che per «evitare lo stallo» bisogna fare altri passi verso l’integrazione.
Il Governo Samaras deve individuare entrate o risparmi per 11,5 miliardi per il 2013 e il 2014 se vuole conservare il piano di aiuti internazionale. E deve farlo entro settembre, quando i tecnici della troika torneranno ad Atene, prima dell’Eurogruppo in programma tra poco più di un mese.
Oggi il Governo offrirà 625 milioni di euro in titoli di Stato a 26 settimane e questo mese potrebbe offrire 6 miliardi in bond di questo genere, due più del previsto, per far fronte ai suoi bisogni di rifinanziamento. Tra l’altro, Atene deve trovare 3,2 miliardi per il rimborso di obbligazioni comprate dalla Banca centrale europea e in scadenza il 20 agosto.