Paola Zanca, il Fatto Quotidiano 7/8/2012, 7 agosto 2012
POVERI SENATORI “CI FANNO LAVORARE ANCHE IL LUNEDÌ”
Ore 20,50 di mercoledì primo agosto. Al Senato si approva il rendiconto 2011 e il progetto di bilancio per il 2012. Tutti soddisfatti perché hanno speso solo lo 0,22 per cento in più rispetto all’anno scorso, 546 milioni di euro. E poi il taglio dell’indennità, l’obbligo di rendicontazione, il passaggio al sistema contributivo. E ancora la sforbiciata alla tipografia e ai dipendenti di Palazzo Madama: l’anno prossimo andrà anche meglio. “È la prima volta – dice il pd Marco Stradiotto – che il Senato approva un bilancio di previsione inferiore al consuntivo dell’anno precedente”. Eppure, c’è chi è convinto: si poteva fare di più. E chi gioisce del pericolo scongiurato di altri tagli. Ecco un resoconto (stenografico) della discussione di una settimana fa.
Benedetta trasparenza
Il senatore Giuseppe Astore (ex Idv passato al Misto) se la prende con i palazzi del potere “inaccessibili”: “Vi ho scritto delle lettere a dicembre, ma anche a gennaio, marzo e giugno 2012. Sbeffeggiandomi, mi avete fatto telefonare da qualcuno per dirmi che di lì a poco avrei avuto gli atti richiesti. Era stata fatta una semplice richiesta per prendere visione degli atti del Consiglio di Presidenza e del Collegio dei senatori Questori. Neanche in Sudafrica, nel Bangladesh o nel più piccolo Comune di questa Nazione negano gli atti”.
Le bestie del lunedì
Ancora Astore, questa volta rivolto a Schifani: “Credo sia importante e fondamentale che ci difendiate come parlamentari. (...) Invece la sensazione è che si voglia dire che siamo a posto, perché i parlamentari vengono chiamati anche di lunedì (come fossimo bestie che devono essere tirate), per dimostrare all’opinione pubblica che lavoriamo”.
Il ristorante svuotato
L’incontenibile Astore: “Ieri, ho chiesto il contratto della mensa, che è uno dei servizi che ci interessano di più. Io non vado a mangiare nei ristoranti di lusso a carico di qualcuno; voglio mangiare nel ristorante del Senato, fin quando posso, e volevo sapere come funzionava e il prezzario. Mi è stato negato. (…) Oggi al ristorante non c’è più nessuno, mentre prima era un luogo animato. Non mi riferisco al prezzo (La senatrice Sbarbati lo interrompe: “Anche al prezzo!”) Mi riferisco all’organizzazione seria di un servizio. Non ho vergogna di sottolinearlo, perché io ho diritto al ristorante, come vi hanno diritto tante persone. Si deve pagare il giusto, e non come sta accadendo oggi, cosa che poi determina una fuga totale”.
Posate e facchini
Di professione imprenditore, Alberto Filippi (Coesione nazionale) non si capacita della lista delle spese. “Per le pulizie e il facchinaggio ci sono circa 3.700.000 euro nel 2010; 3.500.000 nel 2011 e 3.400.000 nel 2012. (...) Credo che la battuta di darci degli sporcaccioni rischia di far sorridere più di qualcuno. Passo poi al lavaggio auto. A proposito, ho chiesto al Servizio di Ragioneria quante auto blu ci sono e mi hanno risposto – ma credo non sia vero – che ce n’è solamente una. Bene, l’autolavaggio è costato 62.000 euro nel 2010, 61.000 euro nel 2011 e 70.000 euro nel 2012. Allora mi chiedo perché, invece di lavarla, quest’auto non la compriamo nuova ogni anno, così forse ci costa anche meno. Per i traslochi, viene da chiedersi se li effettuiamo una volta ogni tanto, oppure se avvengono continuamente. Ebbene, sembra che qui i traslochi avvengano continuamente, perché per questo motivo sono stati spesi 1 milione e mezzo di euro (...). Quello che mi fa sorgere più dubbi è il capitolo delle manutenzioni. Sono previste manutenzioni ordinarie e straordinarie, ma la particolarità è che le manutenzioni straordinarie ci sono sempre, quindi sono anch’esse ordinarie. Il costo delle posate è sceso: l’anno scorso, le posate – che si cambiavano ogni anno – sono costate 40 mila euro (a casa mia le cambiamo una volta nella vita e costano anche di meno); quest’anno la spesa è stata di 7 mila, ma temo che – come ha detto il senatore Astore – dipenda più che altro dal fatto che è sceso il numero delle persone che va al ristorante”.
La settimana gialla
Il Pd Marco Stradiotto parla della “settimana gialla” degli europarlamentari che “si riuniscono due settimane al mese” e “nelle due altre settimane” lavorano “in Commissione o sul territorio”. Dice che anche da noi ci si dovrebbero organizzare “in modo diverso” perché “è inutile passare tante ore nell’Aula del Senato”. Il presidente Schifani apprezza: “Senatore Stradiotto, lei introduce un tema estremamente interessante, quello della settimana bianca”. La Sbarbati si sgola: “È gialla, non bianca!”
I voli low cost
Si vota sull’uso esclusivo dei voli low cost. Il senatore Franco Marini mette le cose in chiaro: “Con la famiglia sono abituato a prendere l’Alitalia o altre compagnie normali nella classe turistica: non vorrei trovarmi in difficoltà, se passasse quest’ordine del giorno, perché continuerei a prendere l’Alitalia”. Il questore Angelo Maria Cicolani lo tranquillizza. Boccerà la proposta perché “le compagnie low cost non fanno convenzioni: non è proprio nella loro natura. Il tipo di politica della compagnia low cost mira al riempimento dell’aereo e, quindi, non possono essere fatte convenzioni”.
Il fascista Gramellini
Chiude in bellezza il senatore Carlo Giovanardi: “Segnalo il buongiorno che il più grande giornale italiano ci ha dedicato questa mattina (...): ‘Osservata da fuori, la pantomima sterile di queste settimane non è solo l’ultimo rantolo di una corte di parassiti, chiusi nel castello dei propri privilegi e insensibili al dramma cupo che si sta consumando sull’altra sponda del fossato, nelle famiglie (...)’. Qui in Senato, davanti al Presidente e ai colleghi, voglio dire a Massimo Gramellini, che scrive queste cose, che arriva con novant’anni di ritardo rispetto ai fascisti che scrivevano cose simili dell’allora democrazia parlamentare. (Applausi dai Gruppi Pdl e Pd). È indecoroso, indecente e vergognoso leggere giudizi di questo tipo dopo un dibattito appassionato come quello di oggi, che dimostra - bisognerebbe farlo capire anche all’esterno - che la democrazia e i parlamentari non sono ciò che ogni giorno i grandi giornali nazionali tentano di linciare con parole degne del peggiore fascismo”.