il Fatto Quotidiano 7/8/2012, 7 agosto 2012
AI TEDESCHI LA CRISI CONVIENE LO DICE LA BILD
La Germania è virtuosa. La Germania non vuole pagare per i debiti dei Pigs. La Germania ha fatto le riforme e pretende che gli altri facciano altrettanto. Cose magari anche vere, ma che dimenticano di citare un dettaglio di non poco conto: Berlino, dalla crisi degli spread, ci sta guadagnando. E parecchio. Il popolare e popolano quotidiano Bild – in un articolo della scorsa settimana segnalato dall’ottimo blog “vocidallagermania” – ha messo qualche conto nero su bianco. Ecco chi e quanto guadagna.
Lo Stato
La Germania oggi guadagna pure indebitandosi: non solo, infatti, i tassi a cui vengono piazzati i Bund sono inferiori all’inflazione (tasso reale negativo), ma nel caso di quello a due anni addirittura col segno meno (- 0.021 per cento). Il creditore, insomma, paga per poter prestare soldi alla Germania. Dice Folker Hellmeyer, capo analista di Bremer Landesbank, che la Germania negli ultimi 30 mesi ha risparmiato oltre 60 miliardi di euro per il rifinanziamento del debito (70-100 se si contano pure maggiori entrate e minor costo della spesa sociale).
Proprietari di case
I tassi per i prestiti ipotecari da settembre 2008 si sono dimezzati (dal 5.24% al 2.62%). Risultato: con la stessa cifra quattro anni fa si prendevano in prestito 100mi-la euro, oggi 155mila.
Credito
Il tasso medio per un prestito è del 6,56% contro l’8,29% del settembre 2008. In sostanza chiedere a una banca 10mila euro costa 361 euro in meno rispetto a quattro anni fa. Stesso discorso per i fidi bancari, che costano mediamente il 10,92% (la diminuzione è dell’1,54%): in soldi, chi ha uno scoperto di 2mila euro risparmia circa 31 euro.
Banche
Le banche tedesche possono rifinanziarsi presso la Bce pagando lo 0,75% di interesse (nel settembre 2008 era il 4.25%): su ogni 100 milioni fanno circa 290mila euro di risparmio ogni mese.
Imprese esportatrici
La relativa perdita di valore dell’euro, dovuta alle tensioni sui titoli di Stato, facilita le esportazioni di prodotti tedeschi nei paesi extraeuropei: in sostanza, in Asia o negli Usa, una Mercedes oggi costa meno rispetto a un paio d’anni fa.
Conclusione
Anche se in Italia questo punto di vista sulla crisi non è molto diffuso, non è affatto sconosciuto: “L’euro resisterà perché nessuno ha interesse a buttarlo giù, soprattutto la Germania che se è il paese più potente d’Europa lo deve proprio all’euro: prima noi svalutavamo e la stessa cosa facevano gli altri paesi europei, così la Germania non ha mai potuto accumulare un surplus di bilancia commerciale, mentre solo quest’anno ne ha fatto uno da quasi 200 miliardi di euro. Si parla molto, ma quando si arriverà al sodo la comunità degli affari in Germania non vorrà uscire dall’euro”. (Romano Prodi, 9 febbraio 2012).