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 2012  agosto 07 Martedì calendario

Andare nello Spazio? Serve a fabbricare giubbotti... - «Curiosità» vive e vegeta su Marte. Due anni di tempo per cercare acqua e vita, sia pure sotto le spoglie più improbabili e ne­gli spifferi più riposti del Pianeta Rosso

Andare nello Spazio? Serve a fabbricare giubbotti... - «Curiosità» vive e vegeta su Marte. Due anni di tempo per cercare acqua e vita, sia pure sotto le spoglie più improbabili e ne­gli spifferi più riposti del Pianeta Rosso. So­no trascorsi quindici anni - ed era proprio il 7 agosto - quando Bill Clinton aveva giu­rato che sarebbero stati gli americani a sco­vare le prove che, miliardi di anni fa, su quel pianeta qualcuno aveva vissuto. I ten­tativi dal 1960 sono stati quarantacinque, e il suolo marziano non è stato l’unico a in­teressare le (possibili) somiglianze con la Terra. Palle di neve, energia oscura, vulca­ni che emettono metano. Ma quali sono le applicazioni concrete, quali le «ricadute» ­si chiamano così - di missioni che costano (è il caso di Curiosity su Marte) due miliar­di e mezzo di dollari? Cosa si va a cercare e cosa si trova per caso, nello Spazio? La «microgravità», la condizione cioè in cui la forza di gravità è assente, permette al­la scienza di esplorare particelle assolutamen­te presenti anche dalle nostre parti, ma che la forza di gravità, appun­to, impedisce di osserva­re. Nello Spazio questo è possibile. Ma come si vi­vrebbe mai, o come cam­bia l’attività del cervello, in una dimensione as­sente di gravità? Era il 1998 quando uno Shutt­le ha preso il cielo per stabilire cosa sareb­be accaduto ai neuroni di topi, grilli, pesci, lumache. Un esame utile per la ricerca neu­rologica, in particolare per le malattie dell’ invecchiamento e del morbo di Alzhei­mer. Una confezione di chewing-gum al fluo­ro, una pentola antiaderente, una giacca impermeabile con chiusure di velcro: an­che questi dettagli della vita quotidiana so­no il frutto delle missio­ni in orbita. Di quella del 1969, il program­ma Apollo. Quella mis­sione infatti partorì 160mila brevetti in 30mila oggetti. Dallo sviluppo dello Space Shuttle sono scaturiti invece materiali per l’isolamento termico, sistemi super efficienti per scovare fughe di gas, e addirittura bonificare i terreni dalle mine antiuomo: è stato possibile sfruttan­do il carburante inutilizzato dai razzi dello shuttle. Parola della Nasa: ogni dollaro in­vestito in orbita ne porta tre qui, sulla Ter­ra. La tecnologia spaziale, quella grazie alla quale fruiamo di telefoni cellulari, naviga­tori satellitari, previsioni meteorologiche, ha cinquant’anni di tradizione. E certo non riguarda solo le applicazioni che dallo Spazio ricadono sulla Terra, ma anche le forme di vita che dalla Terra potrebbero migrare (e resistere) nello Spazio. La flora, per esempio. Sono trascorsi quattro anni dai primi esperimenti di coltivazione di al­cune piante nello Spazio. Lo Space Shuttle della Nasa, che ha pre­so il volo per la prima volta nel 1981, ha per­messo il lancio di satelliti e sonde interpla­netarie, ma anche la costruzione di stazio­ni spaziali come la ISS, tutta dedicata alla ricerca scientifica.A quanto pare,poi,viag­giare nello Spazio dopo la sfortunata ca­gnolina Laika allunga la vita. O perlomeno questo capita ai vermi della Stazione Spa­ziale: il compito del verme Caenorhabditis Elegans era quello di mostrare i mutamen­ti muscolari che anche un essere umano avrebbe potuto subire nell’ambiente spa­ziale. Ebbene, l’invecchiamento dei suoi muscoli è risultato inibito. La Curiosità più vecchia e più eterna di questo mondo. Guardare lontano per conoscere meglio ciò che abbiamo a un palmo di mano. E, perché no, dall’altra parte del cielo.