Thomas Mackinson, il Fatto Quotidiano 4/8/2012;, 4 agosto 2012
ORA LA MACCHINA ME LA COSTRUISCO DA SOLO
All’ospedale di Ancona c’è uno strano via vai. Primari di tutto il mondo visitano la farmacia interna per vedere il prodigio, la prima macchina al mondo per preparati automatici di chemioterapia. Notte e giorno miscela le dosi con precisione assoluta al posto di quelle standard fornite dalle industrie farmaceutiche in tutto il mondo. Errori zero. Perché ad Ancona? Perché è a due passi dal gruppo Loccioni, il leader mondiale nella progettazione e nel collaudo di macchine di misura, dalle bilance agli iniettori per auto. Ingegneri e i medici si sono messi a tavolino e hanno accettato una sfida pubblico-privato applicando la teoria dell’economia collaborativa. Di che si stratta? Di un concetto elaborato agli esordi della rete sul potere della condivisione e dello scambio, sul locale che diventa globale, e che si è evoluto in una formula molto social che si scrive così: vwe = me, chi condivide vince. E costruisce un mondo migliore. Funziona davvero. In molti settori gli esperimenti di “weconomy” stanno diventando la frontiera dell’innovazione e della competizione. Tra le banche la polacca Pomyslów ha deciso di chiedere ai suoi stessi utenti quali servizi implementare e ne ha realizzati 300 con i quali fidelizza i correntisti e ne procaccia di nuovi. Va a gonfie vele la raccolta di Fidor Bank di Monaco che dal 2009, al motto “banking mit freunden”, permette ai correntisti di interagire tra loro scambiarsi esperienze, commentare investimenti e risultati dei prodotti finanziari. Nel ramo assicurativo Friendsurance crea pacchetti di gruppo per amici: se al termine del periodo di copertura non hanno fatto incidenti parte del premio viene loro restituito. Nel food è già un caso Chipotle, catena messicana con corner a km 0. Tutto quel-
sempre più attraverso la digital accomodation, portali e applicazioni che permettono di affittare case e stanze in tutto il mondo tramite device. In origine era il couchsurfing, oggi si scambiano o affittano intere abitazioni. Le community Air bnb.com , HoMelidays e HomeAway hanno tassi di crescita impressionanti e sono sbarcate anche in Italia.
lo che mangi viene dalle fattorie intorno, è biologico, salutista ed etico. Chipotle apre un punto vendita ogni due giorni e il suo video in rete (Cultivate a Better World) è già fenomeno virale con 6 milioni di visualizzazioni.
cliente, senza ordini e attese. In Arizona la Local Motors ha messo a disposizione degli utenti un set per progettare e realizzare autonomamente la propria personalissima vettura. Gli iscritti presentano bozzetti e soluzioni tecniche, li fanno votare da tutti, raccolgono i fondi necessari ad avviare una produzione specifica a costi più bassi delle vetture standard.
Anche il mattone è sempre più “co”. Negli States le agenzie tradizionali chiudono i battenti e gli albergatori sono in allarme. La gente continua a muoversi e soggiornare, ma lo fa L’AUTO si sta spingendo oltre la mobilità in condivisione e investe direttamente la fabbrica: i produttori di city car si stanno orientando verso il fab-labs, il concessionario-officina dove le parti plastiche sono ordinabili online e vengono stampate direttamente nel punto vendita più vicino al LA RIVOLUZIONE del “we” può anche ribaltare i paradigmi tradizionali. Su mybankrating.de i clienti votano banche e consulenti. Su kununu.com i dipendenti giudicano i datori di lavoro trasformando la ricerca del personale in reputazione personale. Il sito è diventato talmente influente che aziende come Siemens linkano a kununu sulla proprio homepage per dimostrare di essere davvero “aperte”. Secondo i più evoluti think-tank dell’economia collaborativa salire sul treno della weconomy è possibile ma comporta scelte radicali. Puoi fare social business (e avere successo) solo se ?sei realmente social. Questo spiega perché non basta avere un sito ed essere su Facebook, Twitter e Flickr. “Da questo punto di vista – dice lapidario Mads Thimmer, fondatore dell’Innovation Lab di Copenhagen – il salto antropologico della civiltà digitale per molte imprese è ancora (e solo) un salto nel vuoto”.