Enrico Franceschini, la Repubblica 5/8/2012, 5 agosto 2012
L’ALTRA LONDRA UN ANNO DOPO
Hanno raso al suolo i negozi dati alle fiamme, ricostruito un grande magazzino saccheggiato, rappezzato le vetrine infrante. Ma a Tottenham, un anno dopo i peggiori disordini urbani del dopoguerra, non è cambiato molto. Cominciò il 6 agosto 2011, dopo l’uccisione senza motivo di un giovane nero da parte della polizia. Dieci giorni di violenza, 5 vittime, centinaia di feriti, 3 mila arresti, milioni di sterline di danni. «Mi sono fatto 8 mesi di prigione per aver rubato un iPod», racconta James, origine giamaicana: “Una stupidaggine che poteva rovinarmi la vita”. Ora è libero, ma la sua vita non è migliore. Disoccupazione e povertà, in questa periferia di Londra, sono da Terzo Mondo. “La rivolta non fu solo criminalità, bensì una reazione al disagio sociale e alla brutalità delle forze dell’ordine”, spiega il professor Clive Bloom in “Riot city, protest and rebellion in the capital”, libro-inchiesta appena uscito. “Facemmo scappare i piedipiatti, non ero mai stato così felice”, confessa un 18enne incappucciato. Il nuovo Parco Olimpico costato miliardi è nel quartiere accanto, un altro mondo. “Fuck the Olympics”, ha
scritto qualcuno con lo spray sui muri di Tottenham.