Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  agosto 05 Domenica calendario

Delon, Bevilacqua e la «sindrome di Schneider» - Per una donna come Romy Schnei­der sì che val la pena di soffrire

Delon, Bevilacqua e la «sindrome di Schneider» - Per una donna come Romy Schnei­der sì che val la pena di soffrire. Ciak si gira, amore e rimpianto. Sembra un fu­mettone modello Amedeo Nazzari (avete presente il film Catene ?), ma questa volta a rimanere impigliato nella rete dell’amarcord sentimenta­le è addirittura quello sciupafemmi­ne internazionale di Alain Delon: uno che, con le sue 77 primavere, è lì a di­mostrare che le mezze stagioni non so­no sparite. Anzi, hanno sempre il loro fascino. Non a caso Alain fa ancora gi­rare la testa alle donne; merito degli ul­timi bagliori di una bellezza un tempo accecante, ma soprattutto una classe che è l’esatto contrario del tronismo­style. Delon, ospite del Festival di Lo­carno, ha confessato: « La piscina è un film che oggi non riesco più a guarda­re. Mi fa male, perché mi ricorda trop­po Romy ». Romy Schneider, la donna che Alain ha amato e che non ha smes­so di suscitargli emozioni. Ve l’immaginate il tronista Costan­tino Vitagliano che dice: « Uomini e donne è un programma che non rie­sco più a guardare. Mi fa male, per­ché mi ricorda troppo Alessandra». Alessandra Pierelli, ex fidanzata di Costantino nonché ex corteggiatrice nel programma della De Filippi. Amore vero quello tra Delon e la Schneider che, sul suo diario, annota­va: «L’uomo più importante della mia vita resta Delon. Quando ho biso­gno di lui è sempre pronto a tendermi la mano». Ma anche lo scrittore Alberto Bevi­lacqua pare abbia avuto una «grande storia d’amore»con la bellissima attri­ce austriaca morta suicida a Parigi nel 1982. «Due anni insieme - ha svelato Bevilacqua all’ Adnkronos - , una rela­zione iniziata sul set de La Califf a un film dove lei, diretta da me, riuscì a dar vita in modo straordinario al perso­naggio di Irene, ragazza del popolo, co­sì­diversa dalla donna dal fascino bor­ghese che lei aveva interpretato prima e che interpreterà dopo di allora». «Pensarla,mi evoca-tiene a farci sape­re il celebre scrittore - momenti di grande passionalità. Ricordo anche quello che diceva di Delon all’epoca del nostro rapporto. Penso che lei non lo capisse. Lui cercava di riconquistar­la ma lei lo respingeva. Un gran dolore fu la sua fine tragica a un certo punto, per varie ragioni, cominciò a non esse­re più padrona di se stessa ». Sono tanti gli attori e i registi che, tra una ripresa e l’altra, hanno assaporato il gusto dol­ceamaro della liaison . Galeotta fu la ci­nepresa tra il maestro Federico Fellini e la sua inseparabile (ma ampiamen­te cornificata) Giulietta Masina. Il leit­motiv del regista che si invaghisce del­la sua attrice è un classico, duro a mori­re più del tormentone sulla «crisi del ci­nema ». Roberto Rossellini, abboccò all’amo di Anna Magnani durante le ri­prese di Roma città aperta . Il loro fu un amore travolgente: una relazione che, tra impegni professionali e personali, è durato dal 1945 al 1948: un periodo breve ma intenso che ha lasciato il se­gno. Poi lui la mollò per Ingrid Berg­man (e come non capirlo...) e la Ma­gnani - nel bel mezzo di una cena alla Locanda di Bacco sul Fiordo di Amalfi - gli rovesciò in testa un piatto di ferraz­zuoli al pomodoro. Rossellini rimase senza parole col sugo che gli colava sul­la fronte; Nannarella si allontanò im­precando in romanesco, fedele al fa­moso metodo Stanislavskij.