Nino Materi, il Giornale 5/8/2012, 5 agosto 2012
Delon, Bevilacqua e la «sindrome di Schneider» - Per una donna come Romy Schneider sì che val la pena di soffrire
Delon, Bevilacqua e la «sindrome di Schneider» - Per una donna come Romy Schneider sì che val la pena di soffrire. Ciak si gira, amore e rimpianto. Sembra un fumettone modello Amedeo Nazzari (avete presente il film Catene ?), ma questa volta a rimanere impigliato nella rete dell’amarcord sentimentale è addirittura quello sciupafemmine internazionale di Alain Delon: uno che, con le sue 77 primavere, è lì a dimostrare che le mezze stagioni non sono sparite. Anzi, hanno sempre il loro fascino. Non a caso Alain fa ancora girare la testa alle donne; merito degli ultimi bagliori di una bellezza un tempo accecante, ma soprattutto una classe che è l’esatto contrario del tronismostyle. Delon, ospite del Festival di Locarno, ha confessato: « La piscina è un film che oggi non riesco più a guardare. Mi fa male, perché mi ricorda troppo Romy ». Romy Schneider, la donna che Alain ha amato e che non ha smesso di suscitargli emozioni. Ve l’immaginate il tronista Costantino Vitagliano che dice: « Uomini e donne è un programma che non riesco più a guardare. Mi fa male, perché mi ricorda troppo Alessandra». Alessandra Pierelli, ex fidanzata di Costantino nonché ex corteggiatrice nel programma della De Filippi. Amore vero quello tra Delon e la Schneider che, sul suo diario, annotava: «L’uomo più importante della mia vita resta Delon. Quando ho bisogno di lui è sempre pronto a tendermi la mano». Ma anche lo scrittore Alberto Bevilacqua pare abbia avuto una «grande storia d’amore»con la bellissima attrice austriaca morta suicida a Parigi nel 1982. «Due anni insieme - ha svelato Bevilacqua all’ Adnkronos - , una relazione iniziata sul set de La Califf a un film dove lei, diretta da me, riuscì a dar vita in modo straordinario al personaggio di Irene, ragazza del popolo, cosìdiversa dalla donna dal fascino borghese che lei aveva interpretato prima e che interpreterà dopo di allora». «Pensarla,mi evoca-tiene a farci sapere il celebre scrittore - momenti di grande passionalità. Ricordo anche quello che diceva di Delon all’epoca del nostro rapporto. Penso che lei non lo capisse. Lui cercava di riconquistarla ma lei lo respingeva. Un gran dolore fu la sua fine tragica a un certo punto, per varie ragioni, cominciò a non essere più padrona di se stessa ». Sono tanti gli attori e i registi che, tra una ripresa e l’altra, hanno assaporato il gusto dolceamaro della liaison . Galeotta fu la cinepresa tra il maestro Federico Fellini e la sua inseparabile (ma ampiamente cornificata) Giulietta Masina. Il leitmotiv del regista che si invaghisce della sua attrice è un classico, duro a morire più del tormentone sulla «crisi del cinema ». Roberto Rossellini, abboccò all’amo di Anna Magnani durante le riprese di Roma città aperta . Il loro fu un amore travolgente: una relazione che, tra impegni professionali e personali, è durato dal 1945 al 1948: un periodo breve ma intenso che ha lasciato il segno. Poi lui la mollò per Ingrid Bergman (e come non capirlo...) e la Magnani - nel bel mezzo di una cena alla Locanda di Bacco sul Fiordo di Amalfi - gli rovesciò in testa un piatto di ferrazzuoli al pomodoro. Rossellini rimase senza parole col sugo che gli colava sulla fronte; Nannarella si allontanò imprecando in romanesco, fedele al famoso metodo Stanislavskij.